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L’incontro nel ciclo di Agorà: frère Candiard ospite a Treviso

“Felicità è dare fiducia all’amore”

“L’inferno è non amare più”, scriveva Georges Bernanos nel suo “Diario di un curato di campagna” nel 1936. L’assenza dell’amore ricevuto e dell’amore donato rende la vita infernale, minando la felicità, che è invece la grande promessa di Bene che Dio offre all’uomo, a ogni uomo.

Tra le varie suggestioni di frère Adrien Candiard, questa citazione del suo conterraneo francese costituisce una sorta di sintesi del suo intervento. Candiard, frate domenicano residente al Cairo dove sviluppa occasioni di incontro tra la cultura musulmana e quella cristiana, è stato ricevuto in Diocesi di Treviso venerdì scorso, 21 novembre nel ciclo degli incontri “Agorà - In dialogo con il mondo”, promossi dall’ufficio diocesano per l’Annuncio e la Catechesi.

Nella suggestiva cornice della chiesa di Sant’Agnese, frère Adrien ha coinvolto l’assemblea in un viaggio biblico “originale” che ha permesso di scorgere il modo in cui Dio, lungo tutta la narrazione della scrittura, accompagna il suo popolo a vivere felicemente.

Per essere felici “come Dio comanda” occorre purificare un certo immaginario. Per vivere felici, secondo la scrittura, è necessario assumere la fatica del confronto e delle relazioni, rischiando la propria libertà nell’amore. Vivere felici si declina come una corsa a ostacoli nella quale schivare la sofferenza o il dolore. La felicità non si gusta nemmeno nel rifugio nostalgico in un passato che non è più. Vivere felici è abitare il presente, con tutto ciò che siamo e con tutto il bagaglio di relazioni e di doni che portiamo con noi, cercando di qualificare ogni istante con la forza dell’amore gratuito.

La felicità, infatti, è questione di gratitudine, di gratis, di Grazia. Non si merita e non si ottiene al termine di una procedura di auto-compimento, grazie alla quale l’individuo, dopo una serie di sforzi e di impegni, raggiunge il traguardo della vita beata. La felicità profonda è esperienza del gratuito, del dono, dell’amore ricevuto in dono e ridonato in ogni situazione di vita.

Questa felicità è la beatitudine promessa da Dio a ogni uomo e donna che si lascia amare e prova ad amare. Felicità e beatitudine sono due parole che spesso comprendiamo come sinonime, ma che, guardando ai testi originali della scrittura, non hanno ragione di esistere perché la parola originaria è una sola e si traduce “solo” con felicità...

Questo ci permette di comprendere che la felicità è una sola! Non esiste infatti, per la scrittura, una felicità che offre Dio (la beatitudine) e una che si procura l’uomo. L’unica felicità che Dio propone è quella che rende felice l’uomo ed è l’esperienza gratuita del sentirsi amati.

Il suo contrario è l’amarezza, quel sottile velo di tristezza che prende il cuore di quanti non vivono nel e dell’amore, lasciandosi portare via la speranza, la gioia, la felicità.

La serata con frère Adrien ha visto la partecipazione di una ricca assemblea di persone: alcuni volti più famigliari e noti all’ufficio, altri volti più nuovi e che con fraterna simpatia hanno condiviso il prezioso incontro.

Con questa intensa serata si è aperto un ciclo di tre incontri, promossi dall’Ufficio diocesano per l’Annuncio e la Catechesi, che hanno come obiettivo di “abitare i crocevia esistenziali” del nostro tempo, riconoscendo lì, tracce di Vangelo già all’opera.

Il prossimo appuntamento sarà domenica 25 gennaio 2026, dalle 9.30 alle 11.30, nel Seminario di Treviso. Accompagnati da mons. Luciano Monari, vescovo emerito di Brescia, si sosterà sull’uso delle parole, strumento di comunicazione tanto potente e tanto fragile, strumento di Dio per offrire al mondo una Parola che salva. (a cura dell’équipe Ufficio diocesano per l’Annuncio e la Catechesi)

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