Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
I The Sun, convertiti su note rock
Martedì 11 presso l’auditorium S. Pio X si è tenuto l’annuale appuntamento diocesano di NOI Associazione, un momento di incontro e confronto dedicato soprattutto ad adolescenti e giovani dal titolo: “Musica: un linguaggio sopra le righe”. La conferenza ha visto protagonista e testimone il gruppo rock italiano The Sun, che ha raccontato la propria conversione spirituale, spiegando in particolare come tale conversione abbia cambiato completamente la propria vita professionale e personale.

Martedì 11 presso l’auditorium S. Pio X si è tenuto l’annuale appuntamento diocesano di NOI Associazione, un momento di incontro e confronto dedicato soprattutto ad adolescenti e giovani dal titolo: “Musica: un linguaggio sopra le righe”. Dopo le due tematiche proposte negli scorsi anni, si è approfondito l’ambito della comunicazione attraverso il potente strumento del linguaggio della musica: coraggio, sessualità, linguaggio sopra o sotto le righe, linguaggio da usare con coraggio controcorrente, queste le parole chiave che hanno accompagnato la serata.
La conferenza ha visto protagonista e testimone il gruppo rock italiano The Sun, che ha raccontato la propria conversione spirituale, spiegando in particolare come tale conversione abbia cambiato completamente la propria vita professionale e personale.
Francesco, Riccardo, Matteo e Gianluca, questi i nomi dei quattro trentenni che, nati nel vicentino, fondano nel 1997 la punk band “Sun eats hours” (che tradotto in italiano richiama il famoso detto veneto “il sole mangia le ore”). Tra il 2000 e il 2007 realizzano 4 album in inglese e oltre 300 concerti, suonando in tutta Europa sino ad arrivare in Giappone, nel 2004 vengono premiati come miglior punk band in Italia; il sogno di una vita unisce passione e amicizia. Successo e fama, come loro stessi raccontano, li avevano resi noti, facendo però perdere loro stessi tra vizi, dipendenze e una vita che non permetteva più di essere liberi e poter scegliere, tanto che questa schiavitù condizionava anche il rapporto tra di loro: quell’amicizia, che fino a quel momento era stata il seme del loro lavoro, stava sfumando.
Francesco Lorenzi, cantante e autore del gruppo, racconta la svolta del 2007, nel momento di crisi, un semplice invito da parte della madre a partecipare a un incontro di preghiera e meditazione in una parrocchia vicina, invito che è stata una scintilla per la vita di Francesco, ma successivamente anche per i suoi compagni e la loro esperienza di musicisti. Il Signore ha bussato alla loro porta e loro, in momenti diversi, hanno deciso di aprire, cambiando stile di vita, accogliendo valori cristiani e riscoprendo il rapporto tra loro e con le loro famiglie. Una strada nella gioia, che non li ha risparmiati alla sofferenza, come loro stessi hanno affermato: “Le scelte poi in qualche modo si pagano!”.
La decisione di scrivere quello che stavano vivendo, non più in inglese ma in italiano, scelta non condivisa da tutti i fans, il cambiamento del nome stesso della band: non più “Sun eats hours”, ma “The Sun”, questi in segni visibili che hanno lasciato il segno della loro conversione professionale. Due album in lingua italiana all’attivo (Spiriti del Sole e Luce), numerose esperienze come la Terra Santa, concerti e testimonianze li hanno fatti conoscere con la loro nuova vita e attraverso la loro nuova musica.
Gianluca si racconta così: “Le cose vere della vita sono la gratitudine, l’amicizia il perdono, l’aiuto ai fratelli non si comprano, la tv e la ricchezza non le danno. Che cos’è per voi il successo? Per me è stato suonare davanti a venti bambini con disabilità nel nostro viaggio in Terra Santa, e scoprire che non reggevo lo sguardo di quei bambini, quando anni prima avevo suonato davanti a folle immense, il successo è rendersi conto che siamo qualcos’altro, che non siamo quello che abbiamo, ma siamo quello che abbiamo dentro”.
Francesco spiega ai molti giovani e adolescenti presenti in sala la consapevolezza appresa dagli errori passati: “Il nostro è apparentemente un passato glorioso, ma per noi è molto doloroso, abbiamo perso per strada amici, che con noi condividevano eccessi e abusi, certo gli errori ci permettono di essere consapevoli oggi, ma non è necessario passare dove siamo passati noi, non è tutto necessario e magari tante volte a noi è andata bene, ma abbiamo visto persone a noi vicine deturpate in corpo e spirito. La scelta è ogni giorno, ogni giorni ci si pongono domande, si cade e ci si rialza”.