mercoledì, 30 aprile 2025
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Inaugurata la mostra “Il dono e la speranza. Memoria, fede, bellezza”

“Ogni annuncio non deve mai dimenticare «la via della bellezza», come ci ha ricordato il nostro compianto papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, al n. 167”. Con queste parole don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio diocesano per l’Arte sacra e i Beni culturali, ha introdotto la mostra “Il dono e la speranza. Memoria, fede e bellezza”, di cui è curatore, inaugurata mercoledì 30 aprile in Cattedrale alla presenza del vescovo Michele Tomasi, del vicario generale mons. Mauro Motterlini, del presidente della Commissione cultura del Comune di Treviso, Luigi Caldato, del viceprefetto Gian Luca Da Rold, del questore di Treviso, Alessandra Simone, e di tante altre autorità religiose, civili e militari. Le parole di papa Francesco hanno ispirato questo progetto Mab musei archivi e biblioteche, promosso dalle diocesi del Triveneto, che raccoglie le grandi tematiche connesse al tema giubilare che stiamo vivendo, “Rigenerati nella Speranza”. È “lasciare parlare in modo evocativo il nostro patrimonio, consentendo che esso sprigioni il suo grande valore religioso e culturale”. E parlando di cultura, don Barbisan ha ricordato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai rappresentanti del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano: “La cultura ha una forza immane. Ci conduce sulla strada della conoscenza, del confronto, del dialogo, della crescita”. La cultura costruisce la pace. Quindi ha presentato alcune opere d’arte, suppellettili liturgiche, beni librari e documentari che si possono ammirare nel percorso espositivo che si dipana tra Cattedrale e Battistero. Qui, a partire dalla prossima settimana, i visitatori verranno invitati a partecipare alla realizzazione di un’opera contemporanea, che li coinvolgerà a riflettere sul loro battesimo, dono di grazia e dono di un nome che lasceranno impresso scrivendolo su un foglio di carta che farà parte di un’installazione creata dall’artista olandese Lore Bert, che sarà esposta alla prossima Biennale di Venezia.

Prima di un momento di preghiera davanti al portale, all’inizio del percorso, comune a quello della mostra e a quello giubilare, il vescovo Tomasi si è unito ai ringraziamenti per quanti hanno reso possibile questa esposizione e ha sottolineato come la sala dell’assemblea, l’ecclesia, “è un organismo vivo che cresce, che si trasforma, che viene abitato da un popolo, che diviene porto sicuro per chi viene accolto, senza nessun tipo di appartenenza”. C’è, infatti ha aggiunto, chi viene da lontano per guardare opere d’arte, chi non ha casa e viene per riposarsi, chi viene per pregare. “E ricordiamo quanto sono state importanti le chiese aperte nel periodo della pandemia”. “Si inizia dal portale, che porta nello spazio sacro, usciamo per entrare nello spazio sacro che è la nostra vita, il nostro impegno quotidiano, nella famiglia, nel lavoro”. E questa esposizione mostra quanto il popolo in cammino è riuscito a fare nei secoli.

Oltre a numerosi sponsor privati, l’iniziativa, che sarà visitabile fino al prossimo 30 novembre, gode di un contributo Cei8x1000 per i beni culturali.

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