lunedì, 23 giugno 2025
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A Treviso “Casa Rotary Luce” per donne vittime di violenza. Il terzo alloggio in tre anni

Si chiama “Casa Luce” ed è la terza abitazione per donne vittime di violenza, frutto di una collaborazione che vede ancora insieme il Rotary club (in questo caso il Rotary Club Treviso), la Fondazione Maurocordato, il Centro antiviolenza - Telefono rosa di Treviso e la Diocesi di Treviso per un rinnovato impegno a fianco delle donne che hanno bisogno di un luogo di serenità per riprendere in mano la propria vita e i propri progetti

Si chiama “Casa Luce” ed è la terza abitazione per donne vittime di violenza, frutto di una collaborazione che vede ancora insieme il Rotary club (in questo caso il Rotary Club Treviso), la Fondazione Maurocordato, il Centro antiviolenza - Telefono rosa di Treviso e la Diocesi di Treviso per un rinnovato impegno a fianco delle donne che hanno bisogno di un luogo di serenità per riprendere in mano la propria vita e i propri progetti.

L’iniziativa è stata presentata venerdì 20 giugno, nel salone del Vescovado, a Treviso.

In una situazione difficile, in cui la violenza di genere non accenna a diminuire e coinvolge fasce sempre più giovani di popolazione, mentre strutture e risorse non bastano mai, ecco l’impegno di istituzioni e associazioni, realtà pubbliche e private a lavorare insieme, condividendo risorse e professionalità, per dare futuro, per riaccendere speranza. Una speranza che è stata ben sottolineata anche dalle testimonianze, raccolte dal Telefono rosa, e condivise in parole e musica da Valeria Romano ed Enrico Palù.

“Il Centro anti violenza Telefono Rosa di Treviso accoglie l’opportunità che viene offerta alle donne che ad esso si rivolgono, dalla Diocesi, dal Rotary Club Treviso e dall’Opera Pia Maurocordato - sottolinea Maria Stella Di Bartolo, presidente del Centro -. Casa Luce aiuterà a rilanciare la vita di donne che hanno riscoperto la forza di lottare per se stesse, sostenute e guidate dall’esperienza e dalla competenza del Cav Telefono Rosa, che le accompagnerà nel loro percorso, con un sostegno psicologico e sociale, spronandole al consolidamento della loro posizione lavorativa, fornendo loro gli strumenti ideali per la costruzione di un’alternativa di vita migliore, e per trovare la prospettiva giusta per lavorare sulla progettualità futura”.

Non solo un rifugio, dunque, ma uno spazio da dove ripartire, con serenità, per costruire la propria autonomia, potendo contare su un tempo adeguato e sul necessario sostegno.

Ruolo cruciale ha avuto il Rotary Club Treviso, come sottolineano il presidente, Cesare Calandri e la presidente della “Commissione Casa Rotary”, Ombretta Toldo: “Il service Casa Rotary è un progetto promosso con orgoglio dal Rotary Club Treviso per offrire accoglienza e nuove prospettive alle donne che hanno subìto violenza. La terza struttura nata in città si chiama “Casa Rotary Luce”: un nome che simboleggia la forza interiore, la possibilità di rinascere e di riscoprirsi protagoniste della propria vita. Non è solo una casa, ma uno spazio che promuove l’autonomia e l’autostima, e accompagna le donne in un percorso di consapevolezza e libertà. Un sentito ringraziamento va a tutti i partner che hanno sostenuto questo progetto dedicato alla comunità. “Luce” incarna i valori della “diversità, equità e inclusione”, principi che guidano l’azione del Rotary e animano ogni gesto rivolto alla dignità e al futuro delle persone”.

Partner essenziale del progetto è, poi, la Fondazione Maurocordato, accanto al Centro antiviolenza, al Rotary Club Treviso e alla Diocesi di Treviso (che in questa occasione mette a disposizione un proprio appartamento). “La nostra Fondazione, ente filantropico, è fortemente impegnata nel campo sociale, interviene nelle situazioni di disagio legate in modo particolare ai minori, presentate dai Servizi sociali e dalle parrocchie, ma anche sui temi legati alla violenza di genere - spiega il presidente della Maurocordato, Sergio Criveller -. Tra le iniziative che la Fondazione ha sviluppato in questi ultimi anni c’è anche il “Progetto casa”, che mette a disposizione di associazioni e istituzioni alloggi a prezzi agevolati, per progetti di autonomia di giovani con disabilità, di persone fragili. Tra queste iniziative rientra il progetto Casa Rotary”. Dopo Casa Rotary 1 e Casa Rotary Vanessa (dedicata l’anno scorso a Vanessa Ballan), ora è la volta di Casa Rotary Luce, dove, accanto alla stessa Maurocordato, al Rotary Club Treviso e al Centro Antiviolenza Telefono Rosa, entra in scena la Diocesi di Treviso che mette a disposizione un appartamento a prezzo agevolato. Il progetto Casa Rotary funziona perché diverse istituzioni e associazioni si ritrovano e collaborano ognuna con il proprio ruolo, perché è solo insieme che si abbattono i muri dell’indifferenza e ci si prende cura degli altri”.

Da più parti è giunto l’appello alla casa, che poi è stato ripreso dal Vescovo per ribadire che sì, servono le strutture e i servizi, ma soprattutto un cambiamento culturale e delle coscienze perché certe cose non accadano più.

“Grato, ma non soddisfatto”, si è detto, infatti, il vescovo, mons. Michele Tomasi. Dopo aver ringraziato il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, che “rappresenta tutte le nostre istituzioni pubbliche e la rete che riusciamo a creare per il bene comune”, il Vescovo ha ringraziato tutte le realtà coinvolte nell’iniziativa delle case per le donne vittime di violenza, ma ha ribadito che “non possiamo fermarci qui”, altrimenti non fermiamo il “drago cattivo”.

Ricordando la preghiera all’inizio della celebrazione eucaristica, l’atto penitenziale, che ci fa riconoscere di avere “molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni”, mons. Tomasi ha ribadito che “abbiamo bisogno di un cambio di coscienza. Le opere fanno sensazione, possiamo solo bloccarle, o sanzionare ciò che viene compiuto con la violenza. I pensieri... chiediamoci come noi uomini pensiamo alle donne - la domanda del Vescovo -. Nessuno è padrone di qualcun altro. Ho parlato altre volte di ‘violenza matrice’ rispetto alla violenza di genere, ed è così, non possiamo stupirci, poi, per tutti gli altri tipi di violenza, per le guerre, se tolleriamo questa violenza. Usiamo parole di verità - l’appello -, per il bene che vogliamo costruire, la parola può costruire o uccidere. L’omissione è quel bene che avrei potuto fare e non ho fatto, la parola buona che avrei potuto dire, lo sguardo con cui avrei potuto riconoscere dei segnali, la presenza che avrei potuto assicurare. Insieme stiamo investendo sul bene, sulla libertà delle persone, sulla relazione, per essere operatori di pace. Da qui partiamo e andiamo avanti”.

Presente anche la consigliera regionale Sonia Brescacin, presidente della V Commissione per le Politiche sociosanitarie del Veneto, che ha ringraziato per l’iniziativa e ha ricordato l’impegno della Regione a tutela delle donne vittime di violenza e dei loro figli, e il valore della rete tra istituzioni e realtà territoriali.

Il saluto del Comune di Treviso l’ha portato l’assessora Gloria Tessarolo, presente all’incontro insieme al sindaco, Mario Conte. Tessarolo ha ribadito l’impegno, anche economico, del Comune nel contrasto alla violenza di genere, che si concretizza non solo nella presenza di servizi di emergenza, ma anche in campagne comunicative e di formazione per la Polizia locale, che potrebbe intercettare gli abusi, accanto a Carabinieri, Questura e al personale dei Pronto soccorso.

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