giovedì, 18 dicembre 2025
Meteo - Tutiempo.net

Risse in città: incontro con gli operatori di strada

In parrocchia a Santa Maria sul Sile: “È tutta la società a essere violenta. I militari non sono la risposta”

Una comunità attonita di fronte al brutale pestaggio di quattro giovani, avvenuto sabato 6 dicembre in centro a Treviso, da parte di un gruppo di minorenni, che li ha offesi prima di usar loro violenza.

È quella di Sant’Angelo e Santa Maria sul Sile, che si è ritrovata, martedì 16 dicembre, nel salone oratorio, per dimostrare vicinanza alle famiglie dei ragazzi coinvolti, per capire, con l’aiuto degli operatori di strada, la dinamica di questi episodi sempre più frequenti nel territorio, per riflettere su come è possibile intervenire come adulti e su quali strumenti dare agli stessi ragazzi per non reagire con violenza alla violenza.

Purtroppo, hanno sottolineato più volte gli operatori di strada presenti, Lorenzo e Fabio, tutta la società è violenta, verbalmente e fisicamente, e, in molte città, come nella nostra, si sta dando come risposta la militarizzazione. Ma non può essere questa la soluzione, perché nessuna città potrà essere sicura in questo modo, in ogni suo angolo. Abituarsi a uno stato di polizia sembra, invece, sia oggi la normalità.

La violenza nei giovani è, spesso, conseguenza della paura di perdere il potere, quindi, la necessità di farsi valere, usando le mani.

Partendo da una domanda finale di un genitore, è stato confermato dagli ods che, scientificamente, se rispondi alla violenza con gentilezza, la violenza scema, perché è il riconoscere l’altro che, pur nella situazione in cui si trova, ha una sua dignità, e in questo modo viene spiazzato da una risposta che non si attende. Poi, è vero, ci sono problemi gravi di dipendenze, da droghe e da alcol, che sono difficilmente controllabili.

E da cosa dipendono tutte queste risse avvenute in centro storico a Treviso, ma anche in altre zone? È quasi sempre una questione di soldi, i due recenti omicidi sono avvenuti per quello. Soldi per pagarsi le dipendenze.

Una violenza che va sempre denunciata, senza paura, mai giustificata, lasciando che i ragazzi ricevano la giusta punizione per quanto hanno causato.

“Quello che i ragazzi non percepiscono oggi - spiegano gli operatori di strada -, a cui non pensano, sono le conseguenze delle loro azioni. Negli spazi di ascolto, lavoriamo molto su questo: cosa mi succede se faccio questo o quell’altro?”.

Purtroppo molti dei progetti portati avanti nelle scuole del territorio sono stati tagliati, per mancanza di fondi. Eppure, la scuola è uno dei pochi luoghi in cui poter incontrare tutti questi giovani.

Poi, c’è il lato famiglie, a volte disgregate, altre volte reticenti ad ammettere quanto fatto dal figlio, per paura del giudizio altrui. Non lasciarle sole, ma cominciare a mettersi in rete tra tutte le realtà che si occupano di educazione è il primo obiettivo. Questo primo passo fatto dalla parrocchia di Santa Maria sul Sile è significativo, se non rimane fine a se stesso. Infatti, gli operatori di strada hanno invitato i presenti a parlarne con i propri gruppi di riferimento, che possono essere le società sportive, i circoli-oratori... e di pensare di ritrovarsi per continuare la riflessione, per riuscire a dare un nome alle nostre emozioni, per vincere la paura che attanaglia molti di noi di fronte alle situazioni di violenza, per riuscire a dare ai nostri ragazzi, perché sono tutti figli nostri, il senso del limite delle loro azioni. In un videogame il morto gode di altre vite schiacciando un pulsante, nella realtà no.

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
13/11/2025

La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...

30/10/2025

Il Governo Netanyahu

In questo, il Governo di Benjamin Netanyahu, tenuto sotto scacco dalla destra estrema,...

09/10/2025

Sentiamo anche il dovere di segnalare la difficile e a volte critica situazione in cui versa oggi nel...

TREVISO
il territorio