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Don Paolo Furlan a Ramon e Bessica: al centro la Misericordia

Nel caldo pomeriggio di sabato 24 settembre l'ingresso di don Paolo Furlan a Ramon e Bessica. Per un mandato all'insegna della Misericordia.

Lunghi nastri colorati si levavano dalla chiesa di Ramon e attraversavano la Piazza stagliandosi sul cielo azzurro, nel caldo pomeriggio di sabato 24 settembre. Quasi ad accogliere con lunghe braccia don Paolo Furlan, novello parroco di Ramon e Bessica. Ancor più spontaneo il benvenuto dei bambini dell’asilo: un saluto corale e che ha preceduto l’ingresso in processione nella chiesa. A presiedere l’Eucaristia, don Paolo Furlan, insieme al vicario del Vescovo mons. Mario Salviato e al parroco di Loria don Enrico Prete.
Dalle impegnative letture, è scaturita un’omelia molto forte: i cristiani sono chiamati a vivere la vita in modo pieno: san Paolo, nella sua lettera a Timoteo, invita quest’ultimo a tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Questo è l’alto profilo cui è chiamato a mirare l’uomo di Dio. Nel Vangelo viene, infatti, sottolineata la differenza fra l’uomo di Dio, Lazzaro, e l’uomo ricco, dedito all’accumulo di ricchezze. Al tempo di Gesù esisteva la convinzione che la persona ricca fosse tale perché premiata da Dio, e che la povertà fosse invece sintomo di maledizione, così come la malattia. Eppure il povero, emarginato a causa della malattia che lo rendeva impuro, nel Vangelo ha un nome, Lazzaro, diversamente dall’uomo ricco. A un certo punto, tuttavia, la morte li eguaglia. “Gesù desidera che le differenze non esistano: ciò che crea un abisso è l’ignorare che qualcuno abbia bisogno di noi. È il pensare che ci sia sempre qualcun altro a prendersi cura dei poveri”.
Ed è proprio in sintonia con questo Vangelo che prende avvio il servizio di don Paolo: “Inizio il mio ministero nell’anno della Misericordia. Vorrei che il mio servizio in parrocchia fosse proprio questo: un segno della presenza di un Dio Misericordioso che tutti vuole incontrare e nessuno vuole giudicare o escludere. Il mio sogno è che in questa parrocchia ci sia davvero posto per tutti, specialmente per i poveri, e per chi vive ai margini, facendo sì che nessuno si senta lontano da questo amore e da questa misericordia”.

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