La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
I sacerdoti di Castelfranco Veneto ai propri fedeli. "Figli non della paura, ma della speranza"
"Le circostanze attuali ci impongono “rimedi estremi” come lo stare in casa, la sospensione delle Messe con il popolo e della Comunione, zero assembramenti; ma al contempo, le stesse circostanze ci propongono anche comportamenti virtuosi”, scrivono i parroci offrendo alcuni spunti da vivere nell'attuale situazione.
Carissimi fratelli e sorelle, l’emergenza virus Covid-19 sembra durare a lungo e in molti, soprattutto bambini – anziani – infermi – addetti alla sanità – lavoratori – commercianti, sembra regnare la paura.
Sono molte le domande: fino a quando questa pandemia? Con quanti danni? E come difenderci e aiutarci? Celebreremo insieme la Pasqua quest’anno?
La nostra fede in Cristo ci ricorda che noi non siamo i figli della paura ma della speranza, non i figli della solitudine ma della vita sociale, non i figli della distanza ma della vicinanza e della partecipazione.
Le circostanze attuali ci impongono “rimedi estremi” come lo stare in casa, la sospensione delle Messe con il popolo e della Comunione, zero assembramenti; ma al contempo, le stesse circostanze ci propongono anche comportamenti “virtuosi” che possiamo vivere con saggezza accettando la parte costosa di “sacrificio” che si rende necessaria.
Ecco alcuni spunti, che desideriamo offrire a tutti, per vivere bene queste settimane.
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Torniamo a pensare a noi stessi… usiamo la nostra testa. Attraverso piccoli bilanci della nostra vita… il lavoro, i figli, le amicizie, il rapporto con Dio. Facciamo pulizia nel pozzo della nostra interiorità per far uscire l’acqua pura delle buone parole e dei sentimenti fraterni; ridefiniamo la nostra scala delle priorità. “Non affannatevi” dice Gesù nel Vangelo di Luca (12,22ss) “guardate gli uccelli del cielo e i gigli del campo: non seminano e non mietono eppure Dio li nutre. Voi valete più di loro”. Ecco le radici della nostra speranza: credere che il Padre si sta prendendo cura continuamente dell’umanità. - Coltiviamo il desiderio di Dio e della vita ecclesiale perché tutto non si appiattisca nell’indifferenza religiosa o in una fede “fai da te”. Questo tempo di pesante digiuno dal vivere comunitariamente la fede, faccia crescere l’attesa trepidante per poter di nuovo ritrovarci in tanti ad ascoltare la Parola e a nutrirci dell’Eucaristia.
- Curiamo la nostra vita spirituale. Intensifichiamo la preghiera personale e in famiglia, con l’ascolto quotidiano della Parola di Dio aprendo la Bibbia o il Vangelo. Sarebbe auspicabile averne uno ciascuno, piccolo e personale da usare come lo smartphone; possiamo leggere di seguito uno dei quattro Vangeli oppure il libro dei Salmi o ancora il Siracide o il libro della Sapienza. Approfittiamo degli strumenti che ci vengono offerti per la preghiera domenicale: sia la traccia offerta dalla diocesi sia le molteplici trasmissioni della Messa in televisione.
- Motiviamo e fortifichiamo le nostre relazioni più prossime, quelle familiari, parentali, di condomino che spesso sono le più mortificate. Ricuperiamo la comunione fraterna col perdono oltre il pregiudizio. Ovviamente rispettando le norme igienico-sanitarie che ci vengono chieste, possiamo inventare forme alternative di vicinanza e di comunicazione.
- A voi famiglie con bambini e ragazzi diciamo: sentiamoci uniti nella gioia di credere, di seguire Cristo vero antidoto contro il virus del male e del peccato da cui derivano disordini di ogni genere che si ripercuotono perfino negli equilibri della natura causando calamità di ogni sorta. Voi genitori, ai bambini e ai ragazzi, senza assecondare i loro capricci in queste settimane di apparente sosta scolastica, comunicate il gusto per il bello, per l’arte, per l’impegno, per il gioco di squadra, per la natura, per la conoscenza di Gesù e l’amicizia orante con Lui.
- Invitiamo gli operatori pastorali di ogni settore a sentirsi ancora attivi nonostante la sospensione di tutte le attività: cercate di rafforzare il tessuto relazionale interno tra collaboratori ma soprattutto fate sentire la vostra prossimità e il vostro conforto alle persone (bambini, ragazzi, giovani, anziani, poveri…) di cui normalmente vi prendete cura.
Cari “tesori in vasi di creta” noi vi siamo vicini, condividiamo le vostre fatiche e, ogni giorno, durante la Messa vi teniamo tutti vicini a Cristo nella speranza vivissima di poterci presto rivedere per celebrare la vicina Pasqua nel segno della vittoria di Gesù sul male, sul peccato e sulla morte.
Pace e salute a voi.
I vostri sacerdoti
don Dionisio Salvadori
don Alberto Piasentin
don Paolo Marconato
don Davide Crespi
don Domenico Pilotto
don Andrea Guidone
…con gli altri sacerdoti della nostra città



