Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Visita pastorale a Preganziol: costruire comunione
La prima tappa del vicariato di Mogliano riguarda le comunità di Preganziol, Sambughè e Santrovaso. Sono tre le comunità parrocchiali che attendono la visita del Vescovo e che formeranno la futura Collaborazione: Santrovaso, Sambughè e Preganziol.

Sono tre le comunità parrocchiali che formeranno la futura Collaborazione pastorale di Preganziol: Santrovaso, Sambughè e Preganziol. E tre i parroci, tutti abbastanza “freschi” di nomina: don Daniele Bortoletto, parroco di Santrovaso dal 2012, don Gabriele Bittante e don Graziano Santolin, parroci in solido di Preganziol e Sambughè. Don Gabriele è arrivato lo scorso settembre, mentre don Graziano, prima vicario parrocchiale con don Fervido Cauzzo, è parroco in solido dal 2012, precedentemente con don Fervido ed ora con don Gabriele. A San Trovaso è impegnato anche don Jean Baptiste Kalimba, originario del Congo, cappellano della Comunità di immigrati cattolici africani di lingua francese.
Un territorio che in 30-40 anni ha quasi raddoppiato gli abitanti, con un forte aumento soprattutto a Santrovaso e a Preganziol, provenienti da Treviso e da Mestre-Venezia, e caratterizzato da una discreta presenza di immigrati. I nuovi abitanti sono persone singole, coppie e famiglie che spesso faticano a inserirsi in una vita comunitaria “tradizionale”, soprattutto perché qui tornano a dormire la sera e ripartono al mattino per andare a lavorare e a studiare altrove. “Per noi sacerdoti e anche per gli operatori pastorali - sottolinea don Graziano - è una bella sfida, perché significa andare incontro a queste persone, non aspettare che arrivino loro da noi. E’ il tentativo che stiamo facendo in questi ultimi anni, per vivere una pastorale meno tradizionale, più di incontro personale, con una parrocchia che esce nel territorio. La Collaborazione può aiutare in questo «movimento», impegnare sia i sacerdoti che i laici in questa prospettiva, anche se spesso la parrocchia è ancora vista come un centro di servizi”. “Pastorale di prossimità” la chiama don Jean Baptiste, in cui “i laici sono in prima fila, perché sono coloro che devono trasmettere la fede in famiglia e nei luoghi dove vivono e lavorano. La parrocchia è sì centro di vita spirituale, ma non può fare tutto. Anzi, per usare un’immagine «africana», la Chiesa deve essere meno elefante e più gazzella”.
I sacerdoti insistono sull’importanza di lavorare insieme, tra parrocchie e all’interno delle comunità, ma anche a livello comunale, superando campanilismi e frammentazioni che rischiano di caratterizzare la grande varietà di associazioni e gruppi di volontariato.
“La dimensione paesana rimane molto forte, il radicamento c’è ancora nei nostri paesi, e questo è un bene - sottolinea don Gabriele Bittante - anche perché la collaborazione funziona quando non svilisce la dimensione parrocchiale, altrimenti è vista dalle persone con sospetto e con disagio”. Certo l’incontro, prima ancora della collaborazione, è reso complesso dalla forte divisione del territorio, stretto fra due vie di “comunicazione” di grosso impatto, il Terraglio che collega Mestre e Treviso, e la ferrovia, intersecato ulteriormente da via Schiavonia e via Baratta. Strade che uniscono e dividono, strade sulle quali si consuma anche il dramma umano e sociale della prostituzione, che “attraversa” tutto il Terraglio.
Risorse importanti sono la bella partecipazione di giovani e ragazzi alle attività formative e aggregative, la catechesi, e poi la realtà delle tre scuole dell’infanzia, una forte presenza di gruppi caritativi che stanno rispondendo alla crisi di tante famiglie, e una bella apertura missionaria. Don Daniele ricorda i tanti missionari che sono “usciti” dalle comunità neocatecumenali di Santrovaso. Alcune proposte “d’insieme” sono state fatte negli ultimi tempi, a cominciare dalle occasioni di preghiera comuni, in particolare per Preganziol e Sambughé, come la processione di metà Quaresima, del Corpus Domini e la preghiera per i santi, con un cammino “sulla via della santità” molto partecipato. Anche le messe comunitarie all’aperto vedono una grande partecipazione (alle Palme, lo scorso anno, c’erano 1.200 persone), e queste potrebbero essere un’occasione di coinvolgimento con Santrovaso, in vista di una maggiore collaborazione.