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Noale, un altro tetto per il "Dopo di noi"
Una seconda struttura è stata messa in costruzione vicino alla Casa alloggio di "La nostra famiglia"
Passando tra via Salvo D’Acquisto e via Valsugana si nota che sta rapidamente crescendo una nuova costruzione vicino alla comunità alloggio “Dopo di noi”. E’ un altro passo a completamento del progetto “Dopo di noi”, promosso dall’associazione genitori “La nostra famiglia” di Noale. Dopo la casa alloggio (inaugurata nel 2017), ora vediamo sorgere un immobile per il mantenimento e lo sviluppo delle autonomie e di percorsi per l’occupabilità delle persone disabili.
L’edificio
La costruzione è stata messa in cantiere grazie a un bando della Regione Veneto finanziato con il Fondo regionale di rotazione per le strutture e gli impianti del settore sociale e socio-sanitario. L’associazione ha partecipato al bando e ha vinto nel 2019 un finanziamento a fondo perduto per la realizzazione di una seconda struttura. E’ di 320mila euro circa il costo previsto di cui 196mila coperti dal fondo regionale e il rimanente dall’associazione. Si tratta di una piccola casetta a fianco della casa Dopo di noi. Sono 165 mq circa in cui trovano posto una sala/laboratorio, la cucina, due camere, uno spazio soggiorno, due bagni, un magazzino.
“Come già accaduto nelle precedenti fasi del progetto Dopo di noi, la collaborazione con il Comune di Noale è stata fondamentale - spiega il presidente dell’associazione Maurizio Grespan -. Per il terreno infatti è stato individuato lo stesso lotto di pertinenza della casa alloggio di via Salvo d’Acquisto, di proprietà del Comune. Per rendere effettivo il finanziamento, dopo la lettera di intenti del 2018, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità nel dicembre 2019 di concedere all’associazione un diritto di superficie di 25 anni, a conferma della grande sensibilità sempre dimostrata sul tema del Dopo di noi e della disabilità. Sulla struttura dovrà essere posto un vincolo d’uso socio-sanitario per 15 anni”.
Ancor più fondamentale sarà il contributo della comunità tutta, come già accaduto per la “sorella maggiore” casa alloggio: la parte che spetta all’associazione e l’arredamento saranno a carico dell’associazione stessa con fondi propri e donazioni. “Anche questa volta siamo certi che tale generosità non verrà a mancare, uno dei segnali di una comunità attenta, capace di stringersi intorno alle sue persone più fragili con gesti concreti” sottolineano i responsabili.
Il progetto sociale
In un certo senso più importante della costruzione è il progetto sociale che sta dietro. L’annesso, infatti, sarà utilizzato per svolgere e implementare attività soprattutto rivolte all’occupabilità, integrazione e promozione della vita di persone adulte con disabilità. Fino ad arrivare, ove ce ne fossero le condizioni, a un vero e proprio inserimento occupazionale. Tali percorsi saranno realizzati in stretta collaborazione con Area disabilità e il Servizio inserimento lavorativo dell’Ulss 3.
Troveranno sede qui il progetto alternativo ai centri diurni Attivamente, i corsi di musica e di educazione musicale integrati e inclusivi, i laboratori di terapia occupazionale per l’addestramento alle attività della vita quotidiana singole e di gruppo che sono una innovazione per il territorio con possibilità di veri e propri percorsi di autonomia ed emancipazione dalla famiglia. La geometria degli spazi infatti è stata pensata per la sperimentazione di giornate o periodi di vita autonoma dalla famiglia di persone disabili adulte, nell’ottica specifica di un “Dopo di noi” che privilegi e valorizzi le abilità delle persone. La struttura sarà inserita nel nuovo piano di zona dell’Ulss 3.
I progetti futuri
L’Associazione cresce: aumentano gli impegni, le attività e le responsabilità. “Il proficuo rapporto di collaborazione con le realtà del territorio, con l’Ulss e il Comune ha portato molte soddisfazioni, ma richiede anche uno sforzo progettuale sul lungo periodo, per far sì che i servizi offerti possano accompagnare tutta la vita delle persone. Per questo motivo - spiega Grespan -, gruppi di famiglie, aziende e l’associazione hanno sentito il bisogno di sviluppare un percorso per portare alla nascita di una Fondazione di partecipazione comunitaria, aperta, per gestire i beni strumentali e il patrimonio di conoscenze, idee e buone prassi. La fondazione avrà il vantaggio di garantire una stabilità nel tempo anche oltre alle persone che la compongono”.