Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Advar, Colusso passa il testimone: "Sono cresciuto nel rapporto con le persone in lutto"
Ciò che gli mancherà di più saranno i colloqui e gli abbracci con le persone. Lo ammette con sincerità e con commozione il dottor Luigi Colusso, nel momento del passaggio di consegne, del saluto alla sua “creatura”, “Rimanere insieme”, il servizio per l’elaborazione del lutto nato 20 anni fa all’interno dell’Advar, la realtà trevigiana pioniera delle cure palliative che, oltre ad assicurare assistenza domiciliare ai malati oncologici, accoglie nell’hospice “Casa dei gelsi” le persone nella fase terminale della vita.

Ciò che gli mancherà di più saranno i colloqui e gli abbracci con le persone. Lo ammette con sincerità e con commozione il dottor Luigi Colusso, nel momento del passaggio di consegne, del saluto alla sua “creatura”, “Rimanere insieme”, il servizio per l’elaborazione del lutto nato 20 anni fa all’interno dell’Advar, la realtà trevigiana pioniera delle cure palliative che, oltre ad assicurare assistenza domiciliare ai malati oncologici, accoglie nell’hospice “Casa dei gelsi” le persone nella fase terminale della vita.
Per congedarsi dai collaboratori e dagli amici che hanno condiviso con lui un importante tratto di strada, Colusso ha scritto una lettera, in cui ricorda gli inizi, il percorso del servizio, la crescita nel territorio, le collaborazioni.
“Ventuno anni fa iniziava la progettazione di Rimanere insieme, un progetto nato dopo la morte di mia figlia Fiammetta. Un progetto che ha percorso un cammino, dentro l’Advar come appartenenza e sede, nelle comunità della nostra provincia come storia con le famiglie in lutto, le scuole, i servizi sociosanitari, varie associazioni. Adesso è arrivato il momento di separarmi, di lasciare andare la mia creatura: non sarà più mia, ma per fortuna è di tanti, dentro e fuori Advar. E’ giusto così, la transizione è stata preparata con l’équipe e con la dirigenza, ci siamo spesi con pazienza e attenzione perché possa essere elemento di nuova vitalità”.
Dal 1° luglio, quindi, è la dottoressa Paola Fornasier, nell’associazione da molti anni, la nuova responsabile del servizio. Colusso rimarrà comunque legato all’Advar e continuerà, da volontario come è sempre stato, il servizio per il “Tavolo provinciale per la prevenzione dei gesti suicidari” e per il comitato scientifico dell’Advar.
Non si spenderà più, però, nei colloqui e nei gruppi con le persone in lutto. Ed è ciò che già gli manca, anche se non è traumatico il passaggio. “Sì, perché l’abbiamo preparato per due anni. Sono emozionato, questo sì, ma per nulla preoccupato, anzi, sono contento di come è avvenuto. Resta il fatto che lo scambio con le persone per me è essenziale. Si cresce insieme, io ho la convinzione di essere cresciuto con gli altri. Lavorando con le persone si scopre che tutte hanno qualcosa di buono dentro. E se si dà fiducia e speranza a chi è in lutto, senza giudicarlo, si vedono percorsi straordinari. Le persone meritano sempre fiducia incondizionata”. In questi mesi di lock down si sono fermati la formazione, gli incontri nelle scuole, e i gruppi di auto mutuo aiuto in presenza, ma molti si sono ritrovati sulle piattaforme digitali e diversi colloqui si sono svolti al telefono. Non è la stessa cosa, certo, ma almeno non si sono persi del tutto i contatti.
Vent’anni fa il servizio psicologico sul lutto e sul cordoglio anticipatorio è stato un’innovazione per Treviso, poi ripreso anche dall’Azienda sanitaria. “Sono contento che abbia risposto a un bisogno reale, che non era solo mio - sottolinea Colusso -. E’ stata un’avventura emozionante. Ringrazio Advar per la fiducia iniziale e per il sostegno e la collaborazione che ne sono seguite. La mia speranza è che abbiamo contribuito a gestire anche i cambiamenti che ci aspettano, che Rimanere insieme possa accompagnare la comunità, interagire, confortare, contribuire a dare dei contenuti buoni per la qualità della vita e la fraternità, valorizzando le differenze, riconoscendo negli altri sempre un valore assoluto, per loro stessi, ma anche per me”.
E adesso, da “pensionato”, che farà il dott. Colusso? “Oltre a seguire il Tavolo per la prevenzione dei suicidi - spiega -, con mia moglie avrò più tempo per frequentare la Comunità di Sant’Egidio di Treviso, di cui facciamo parte, e potrò dedicarmi al mio nuovo libro sul cordoglio anticipatorio, frutto di anni di esperienza”.
Nessuna festa di congedo, vista la situazione, ma la preghiera di un segno di amicizia e di apprezzamento per il servizio svolto, attraverso una donazione ad Advar. “Ho chiesto agli amici di essere generosi, perché l’Advar in questo momento è attiva come sempre, ma risente dei tempi di chiusura che hanno impedito la solita, indispensabile raccolta fondi”.