mercoledì, 30 aprile 2025
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Clonazione, Scienza e Vita: "Possibile su animali a certe condizioni, ferma condanna per ogni applicazione su esseri umani"

Secondo l'associazione “l’effettiva utilità e le possibili applicazioni di questo esperimento, condotto sulle scimmie, richiedono anzitutto di essere giudicate sul piano scientifico, dagli addetti ai lavori, nel pieno rispetto delle regole giuridiche ed etiche che riguardano l’uso degli animali (in questo caso, di primati) nelle sperimentazioni”.

Scienza & Vita ribadisce “la sua ferma condanna per ogni forma (per ora ipotetica) di clonazione applicata agli esseri umani”. Lo fa attraverso una nota diffusa poche ore dopo la notizia che, “per la prima volta al mondo, alcuni scienziati cinesi sono riusciti ad ottenere, mediante un processo di ‘clonazione’ (con la tecnica del trasferimento nucleare da cellule somatiche, la stessa impiegata nel 1996 per la pecora Dolly), due cuccioli di scimmia (Macacus fascicularis) in apparente buona salute”. “Dunque – nota Scienza & Vita – si tratta della prima clonazione con questa tecnica di un primate, ovvero di un animale filogeneticamente molto vicino alla specie umana”. Al riguardo, per Scienza & Vita, “l’effettiva utilità e le possibili applicazioni di questo esperimento, condotto sulle scimmie, richiedono anzitutto di essere giudicate sul piano scientifico, dagli addetti ai lavori, nel pieno rispetto delle regole giuridiche ed etiche che riguardano l’uso degli animali (in questo caso, di primati) nelle sperimentazioni”. “Soddisfatte le necessarie condizioni e con la dovuta precauzione richiesta da procedure così delicate, almeno in linea di principio, non sembrano sussistere insuperabili ostacoli etici all’applicazione di queste tecniche su animali, anche se primati”. “Ben diversa ed inquietante risulta invece un’ipotetica prospettiva di applicazione di procedure di clonazione sull’essere umano”, osserva Scienza & Vita, secondo cui “la clonazione” che “biologicamente consiste nella ‘ri-produzione’ di un essere vivente con patrimonio genetico identico a quello del donatore di Dna” rappresenterebbe “una radicale ed intollerabile offesa nei confronti dell’essere umano così originato e della sua peculiare dignità” perché “lo priverebbe del diritto di venire all’esistenza come frutto di un atto d’amore pieno, all’interno di una relazione interpersonale di coppia” e “nel caso di clonazione per ipotetiche finalità ‘terapeutiche’ si causerebbe direttamente la sua morte, trattandolo come un ‘oggetto’ premeditatamente sacrificabile per altri scopi”. Scienza & Vita “invita i responsabili della ‘res publica’ ad agire, sul piano nazionale ed internazionale, per una moratoria generale, che metta al sicuro dai rischi di pratiche sperimentali in questo ambito, soprattutto in quei Paesi ancora privi di una regolamentazione normativa adeguata”.

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