giovedì, 01 maggio 2025
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Droga e dipendenze, oggi la Giornata mondiale per combatterle. Il Ceis: "Pandemia ha scoperchiato vaso di Pandora"

Attenzione al dark web, maggior riconoscimento del Terzo Settore e piano di prevenzione per i giovani sono i messaggi per la giornata 2020.

L’Onu ha individuato nel 26 giugno la giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, una ricorrenza utile per parlare del tema delle dipendenze troppo spesso relegato ai margini del dibattito come fosse un tabù.

Il Ceis Treviso, cooperativa che da più di trent’anni gestisce in provincia le più importanti strutture di cura e accoglienza per persone con dipendenza, coglie l’occasione per fare il punto della situazione.

"Da qualche anno – spiega Luca Sartorato, presidente del Ceis Treviso - cerchiamo di dare un significato anche territoriale al 26 giugno inviando una lettera di sensibilizzazione sui temi delle dipendenze ai sindaci della nostra provincia. Quest’anno li abbiamo invitati a seguire un webinar sui nostri canali social con il presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche Luciano Squillaci e la Dirigente del Serd Ulss2 Eva D’Incecco. Il webinar è stato pensato come pubblico per aiutare a comprendere le dimensioni del fenomeno del consumo di sostanze che creano dipendenza, un’emergenza di cui durante il lockdown si è parlato pochissimo ma che ha proprio a causa del Covid-19 ha subito una pesante modifica".

Il Ceis Treviso per la Giornata contro l’abuso e il traffico di illecito di droga 2020 vuole lanciare tre messaggi.

Il primo riguarda il sommerso e la situazione che la quarantena ha probabilmente aggravato non essendo possibile lo spaccio su strada o negli ambienti ricreazionali.

«I dati su cui la politica riflette sono sempre dati che fanno riferimento all’annualità precedente. La relazione sul consumo di droghe che si fa al Parlamento nel 2019 prende i dati del 2018, questo perché il sistema delle dipendenze è un sistema complesso e perché essendo quello del consumo un mercato nero il sommerso è enorme e difficile da calcolare. Già nel 2019 secondo l’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Dipendenze (EMCDDA) le sostanze acquistate nel dark web sono aumentate in maniera considerevole e l’Istituto Italiano di Sanità ipotizza che anche durante la quarantena siano state vendute mascherando gli ordini come profumatori ambientali, sali da bagno, prodotti fitosanitari. Destano in questo campo particolare preoccupazione i fentanili, oppioidi sintetici con una potenza da cento a mille volte superiore rispetto a quella dell’eroina . Come ha spiegato la dott.ssa D’Incecco, direttore del Serd Ulss 2 Marca Trevigiana, durante il lockdown gli accessi ai servizi sono stati in linea, addirittura diminuiti in aprile, ma vedremo presto il contraccolpo. Forse a settembre riusciremo a capire di più le dimensioni di ciò che abbiamo affrontato»

Il secondo aspetto su cui il Ceis Treviso, assieme a tutte le altre realtà della Federazione Italiana Comunità Terapeutica invita a riflettere, è la scarsa attenzione che viene dedicata a livello di politica e opinione pubblica sul sistema delle dipendenze e gli operatori che lo tengono in piedi.

«Abbiamo sentito giustamente parlare di medici e infermieri eroi. Il loro lavoro è stato in parte riconosciuto dalla finanziaria che ha aumentato il fondo per il servizio sanitario nazionale. Ma qualcuno ha sentito parlare del lavoro degli operatori nelle comunità terapeutiche? Non vuole essere una riflessione solo sulle dipendenze, ma per tutto il terzo settore che lavora con le fragilità e per gli operatori sociali e socio-sanitari che hanno tenuto in vita i servizi per la disabilità, per gli anziani, per le persone con problemi di salute mentale. Nelle comunità del Ceis Treviso siamo riusciti ad oggi a non avere neanche un positivo al Covid-19 e questo è stato possibile grazie alla serietà dei nostri operatori. Questi mesi sono stati difficilissimi perché non è facile vivere una comunità terapeutica dove gli utenti devono tagliare completamente i rapporti con il mondo esterno che nel percorso di recupero significano piccoli passi verso la normalità. È stato un periodo umanamente provante e non sempre questo lavoro ha trovato la giusta gratificazione a livello di attenzione nel dibattito pubblico».

L’ultimo monito del Ceis Treviso riguarda i più giovani, in particolare gli adolescenti e i ragazzi che hanno visto modificarsi da un giorno all’altro le loro giornate.

«Non vogliamo inserirci nel dibattito sulla scuola dalla parte di chi dice che in questo campo sia stato fatto poco. Comprendiamo le difficoltà di garantire dall’oggi al domani una continuità didattica. Quello che ci preme sottolineare è il risvolto psicologico sui ragazzi che hanno dovuto cambiare le abitudini, che hanno perso relazioni sociali e visto mancare un obiettivo alle loro giornate. Questo vivere in un limbo ha fatto male al loro percorso di crescita e rischia di favorire la ricerca di risposte emotive nel consumo di sostanze. Crediamo sia necessario tener presente questo aspetto e rafforzare ancora di più le iniziative di prevenzione, percorsi che spesso vengono percepiti come un di più rispetto all’attività didattica classica e invece oggi diventano ancora più decisivi».

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