Il Governo Netanyahu
In questo, il Governo di Benjamin Netanyahu, tenuto sotto scacco dalla destra estrema,...
L’Uzbekistan, terra dalla lunga storia e patria di figure leggendarie come Gengis Khan e Tamerlano, sta vivendo oggi una fase di grande sviluppo sia demografico che economico. Questo Paese, grande una volta e mezzo l’Italia, sembra trovarsi a un nuovo inizio, ricco di potenzialità per il futuro.
Un popolo pacifico, solare e accogliente, soprattutto con gli italiani, il gruppo più numeroso a visitare questo straordinario Paese, tanto che il Governo incoraggia i giovani a studiare l’italiano per lavorare come guide. Dal punto di vista religioso, l’Uzbekistan si presenta come uno Stato laico, ma la cultura e le tradizioni locali sono fortemente influenzate dall’Islam, con poca attenzione alle altre religioni. Nei luoghi di culto vige la separazione tra i sessi e per le donne c’è spesso l’obbligo del velo, che però raramente copre interamente il volto.
Le città uzbeke sono ricche di moschee, minareti e madrase decorate di maioliche, spesso restaurate sia per conservare l’identità culturale che per attrarre i turisti. Questi edifici, in cui spicca la scritta Allâhu ʾAkbar (Dio è grande), raccontano la storia di un popolo che ha subito repressioni sotto il regime bolscevico prima e sovietico poi, durante i quali molti monumenti furono trasformati in strutture agricole o magazzini, o addirittura demoliti.
Gli uzbeki, laboriosi e ottimisti, guardano avanti con fiducia data la significativa crescita economica nazionale, anche se il salario medio rimane basso (circa 400 euro al mese), spesso insufficiente per sostenere una famiglia. Per questo motivo, molti lavoratori ricorrono a straordinari o a un secondo impiego, ma la visione del futuro resta positiva.
I giovani mostrano entusiasmo nell’aprirsi al mondo, accogliendo i turisti con calore e curiosità, soprattutto gli italiani, che vengono ringraziati per il lungo viaggio compiuto, e capita che alcune ragazze si uniscano per una foto di gruppo. Tuttavia, una parte consistente della popolazione uzbeka è emigrata verso Paesi più sviluppati come Corea del Sud, Giappone, Europa e Stati Uniti, contribuendo all’economia nazionale tramite le rimesse inviate alle famiglie rimaste in patria.
Le città dell’Uzbekistan si presentano pulite e ordinate, con parchi ben curati da donne, che, pur percependo stipendi modesti, possono accedere a prestiti a tasso zero, a differenza dei tassi elevati richiesti dalle banche. Le donne, che si prestano volentieri per una foto, vestono secondo la tradizione nazionale e spesso sfoggiano denti d’oro, metallo che, con altri minerali preziosi, viene estratto dal sottosuolo ed è simbolo di status e ricchezza.
L’Uzbekistan è, infatti, ricco di risorse naturali, come gas e petrolio, la cui esportazione alimenta lo sviluppo del paese, che nel 2025 si presenta come un vasto cantiere: ovunque si costruiscono o rinnovano infrastrutture moderne, aeroporti, strade, palazzi, alberghi, musei, parchi, ma non mancano industrie e fabbriche di tappeti, a testimoniare anche la tradizione artigianale locale. La cucina tipica è rappresentata dal plov, un piatto nazionale servito in numerosi ristoranti.
Nelle campagne, dominate da coltivazioni di cereali, ortaggi e piantagioni di cotone, il Governo promuove la conversione verso frutteti per risparmiare acqua, soprattutto dopo la drammatica prosciugazione del lago Aral e le tensioni con i Paesi confinanti per il controllo delle risorse idriche.
La capitale, Tashkent, conta oltre tre milioni di abitanti, ma ogni giorno ospita quattro milioni di pendolari, molti dei quali utilizzano la metropolitana, l’unica del Paese, costruita in epoca sovietica e famosa anche per le sue decorazioni artistiche. A Tashkent, di fronte ai palazzi governativi, si trova anche la residenza dell’ultimo Romanov, in progetto di restauro.
Il parco auto è dominato da vetture Chevrolet di produzione locale, prevalentemente bianche, oppure nere come le pecore allevate nelle campagne; non si vedono auto colorate. Anche città millenarie come Khiva, Bukhara e la più famosa Samarcanda, con la piazza del Registan e l’antico osservatorio astronomico di Mirzo Ulugbek, attraggono moltissimi turisti, raggiungibili con volo interno fino a Urgench e attraversando il deserto del Kizyl Kum punteggiato di tamerici. Una deviazione porta a Shakhrisabz, patria di Amir Temur (Tamerlano), figura centrale dell’identità nazionale, sepolto nel mausoleo di Samarcanda e celebrato ovunque con monumenti e bancarelle di souvenir.
Un esempio di vita quotidiana è offerto da Baxtiyor (Felice), una giovane guida uzbeka, che presentandosi una mattina con la giovane moglie Gavhar (Diamante), incinta di una bimba, enfatizza la rapida crescita demografica: un milione di nascite contro 300.000 decessi ogni anno. Le scuole sono pertanto costrette a organizzare due o tre turni giornalieri per far fronte all’alto numero di studenti. L’anno scolastico va dal 1° settembre al 31 maggio, salvo una pausa di 15-20 giorni durante i rigidi mesi invernali, quando le strade ghiacciano e tutte le attività si fermano, esclusi ospedali e negozi di alimentari, con la gente barricata in casa. Il sistema scolastico prevede quattro anni di scuola primaria, cinque di secondaria e due di superiore, seguiti da esami di accesso all’università. Molti giovani scelgono di studiare medicina, anche grazie alla domanda di personale sanitario proveniente da Paesi come l’Italia.
La vita nelle campagne è molto diversa rispetto alle città. I villaggi rurali mantengono ancora la struttura dell’epoca sovietica, con case basse dai tetti in amianto o lamiera e terreni di proprietà statale, ad eccezione di piccoli appezzamenti familiari. Il Ministero dell’Agricoltura decide le coltivazioni, ma ovunque si trovano piante di gelso, fondamentali per l’allevamento dei bachi da seta, a ricordare il ruolo storico dell’Uzbekistan lungo la Via della seta.
I mercati cittadini offrono una grande varietà di prodotti, tra cui carni di montone e bue, carni bianche, ortaggi, frutta secca, dolci e il famoso pane locale; tutti i cibi sono abbondantemente speziati. In linea con la tradizione, i prezzi non sono mai esposti e la contrattazione è una prassi irrinunciabile, fonte di soddisfazione tanto per il venditore quanto per il compratore.
La famiglia, solitamente composta da genitori e cinque o sei figli, è il centro della vita sociale e si fonda sull’aiuto reciproco. La gerarchia familiare è molto rispettata e di norma le decisioni del capofamiglia non vengono messe in discussione. Quando un figlio si sposa, i fratelli contribuiscono per la sua sistemazione; inoltre, a turno, si tassano per sostenere gli anziani genitori che ricevono una pensione di vecchiaia pari a 720.000 son, cioè circa 60 euro al mese, somma insufficiente per vivere. Questo senso di solidarietà si amplia anche a membri della comunità, grazie a raccolte volontarie.
Quando due giovani decidono di formare una nuova famiglia, è consuetudine che, preventivamente, genitori e famigliari si incontrino per instaurare nuove relazioni. La celebrazione delle nozze si protrae per tre giorni e coinvolge gran parte della comunità locale, con oltre mille invitati suddivisi per categorie. Tutte le spese sono a carico dello sposo, che spesso è costretto a ricorrere a prestiti da restituire in anni di lavoro.
I funerali si celebrano nel tardo pomeriggio giacché in luglio le temperature superano frequentemente 50° C, con un’escursione termica accentuata dopo il tramonto. I morti vengono inumati in piccoli mausolei sopra la terra per non inquinare le falde.
Il turismo rappresenta attualmente una delle principali risorse per l’Uzbekistan, una Repubblica presidenziale con una popolazione di circa 37,5 milioni di abitanti, indipendente dal 1991, impegnata in una rapida crescita per affermarsi sullo scenario internazionale, mantenendo al contempo le proprie radici culturali.
Baxtiyor, che rivela di aver iniziato a lavorare a 10 anni, descrive l’Uzbekistan come un Paese sicuro, sottolineando che mafie e criminalità sono state debellate e, perciò, è stata abolita la pena di morte. Sostiene, inoltre, che i bambini possono tornare da scuola da soli in tutta tranquillità.
Si evidenziano tuttavia delle contraddizioni. Pur in presenza del parlamento bicamerale, il presidente detiene ampi poteri e la libertà d’espressione è limitata da una “censura del 18%”. La presenza di molte forze dell’ordine e di blocchi lungo le principali arterie indicano che la piena democrazia è ancora lontana. Infatti, durante il ritorno dei 24 turisti italiani provenienti da Sardegna, Veneto e Umbria, che hanno visitato l’Uzbekistan dal 4 al 12 ottobre, mentre l’aereo si preparava a sorvolare il Turkmenistan, l’Azerbaigian, l’Armenia e la Turchia per fare scalo a Istanbul prima di rientrare in Italia, una guardia aeroportuale ha trattato alcuni di loro con arroganza. L’episodio ha leggermente offuscato un’esperienza fino ad allora estremamente positiva, mettendo in luce le difficoltà culturali ancora presenti nel Paese.