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Quei gemelli Duse nati ad Asolo
“Eleonora sentì parlare di Asolo fin dalla più tenera età. La città dai cento Orizzonti era sicuramente legata ai ricordi del padre Alessandro e della madre Angelica Cappelletto, era una tappa significativa della loro compagnia di giro”.
Afferma la professoressa Pagani, docente di Discipline dello spettacolo all'Università degli Studi di Napoli “Federico II” ed esperta della vita e dell’arte di Eleonora Duse.
“Qualche settimana fa ho trovato un nuovo elemento, un fatto preciso, che sicuramente fissa Asolo nel cuore della famiglia Duse. Un elemento che potrebbe aver condizionato la scelta di Eleonora di fare di Asolo il suo buon ritiro”.
“Sto svolgendo delle ricerche nell’Archivio Prepositurale di Asolo e nel libro degli Atti di nascita della chiesa di Santa Maria Assunta, ho trovato registrata, nel 1857, la nascita di due gemelli: Eduardo Celestino Luigi Duse, nato ad Asolo alle ore 2 pomeridiane del 16 ottobre 1857, e «un neonato Duse» nato mezz’ora dopo, che è stato battezzato in casa ed è morto subito. L'officiante era il mansionario don Agapito Vettoruzzo, che pure battezzò il fratello nel Duomo di Asolo due giorni dopo, il 18 ottobre 1857”.
I genitori dei gemellini erano Cecilia Bellotti ed Eugenio Duse, cattolici, che si erano sposati il 20 agosto 1855 nella chiesa di San Luca a Verona. I padrini erano due zii, fratelli del padre, Giorgio Duse e Alessandro Duse che un anno dopo (3 ottobre 1858) divenne padre di Eleonora a Vigevano.
Il piccolo Duse nato ad Asolo divenne attore, come da tradizione di famiglia, e scelse di farsi chiamare con il terzo dei suoi nomi di battesimo, Luigi, in onore al nonno capostipite della loro famiglia d'arte che era morto pochi anni prima della sua nascita, nel 1854. Dopo una lunga carriera che, pur tra alti e bassi, lo portò a recitare in molte città italiane ed europee, morì a Roma il 30 luglio 1930.
Eugenio Duse e i fratelli Giorgio e Alessandro facevano tutti parte della compagnia teatrale di famiglia e Eleonora probabilmente passò molto tempo con il cugino Luigi, crebbero assieme. Un’infanzia meno solitaria di quello che di solito si immagina per questa bambina, che era comunque figlia unica. “Chissà quante volte i Duse avranno ricordatoil piccolo gemello scomparso ad Asolo e sepolto quasi certamente nel cimitero di Sant'Anna, che sarà anche l'ultima dimora di Eleonora”.
Rispetto all'atto di Battesimo di Eleonora, conservato nella chiesa di Sant’Ambrogio a Vigevano, che la professoressa Pagani ha più volte visionato, nel registro asolano non è indicata la professione dei genitori e dei padrini, ma viene segnalata la loro data di matrimonio e il fatto che si tratta di due figli legittimi. A Vigevano Eleonora è dichiarata figlia di un “artista drammatico” e di una signora “benestante”, segno evidente che la famiglia non voleva indicare nei documenti ufficiali che anche Angelica Cappelletto recitava con il marito in compagnia di famiglia. Nel registro asolano non c'è traccia del mestiere dei genitori dei due gemellini e, a differenza di tutti gli altri neonati venuti alla luce ad Asolo, non è indicata nessuna residenza o domicilio nel borgo: chiaro segno che la compagnia di famiglia era di passaggio per recitare e i due piccoli sono nati in una delle loro tappe in quella stagione teatrale dell'anno 1857.
Asolo era meta della compagnia dei Duse fin dagli anni in cui recitava il nonno. La compagnia si spostava con il classico “Carro di Tespi” dei teatranti, ma negli anni di Duse cominciava a essere presente anche il treno: le tappe principali da Mortara, Vigevano fino in Veneto e di converso fino al Piemonte, venivano coperte anche sui binari.
Asolo, oltre a vantare un antichissimo teatro romano, pur essendo una piccola cittadina, aveva più di un teatro e attirava pubblico dalle zone vicine.
La scoperta della professoressa Pagani getta una nuova luce sulla relazione tra Asolo ed Eleonora Duse. La divina conosceva da sempre questa cittadina e alle bellezze dei luoghi e degli edifici si aggiungeva, nel cuore di Eleonora, una frequentazione famigliare. La città, per lei, era anche una città di ricordi della primissima infanzia.
Nel Centenario della sua morte si riscopre una Eleonora più intima, affetti famigliari, cerimonie religiose, luoghi della formazione al teatro si intrecciano ad Asolo: tornare in questa cittadina significava per lei attingere alle memorie più antiche della sua famiglia, ritrovare le atmosfere di una bambina felice nella sua famiglia.