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Inizia a Firenze l'incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo: "Le città possono spingere alla pace"

“In questo momento, mentre soffiano inquietanti venti di guerra dall’Ucraina, gli Stati non sembrano avere la forza, a fronte dell’eventuale buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza”. A denunciarlo è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, aprendo oggi a Firenze l’incontro dei vescovi e dei sindaci sul Mediterraneo. Il slauto del premier Draghi.

“In questo momento, mentre soffiano inquietanti venti di guerra dall’Ucraina, gli Stati non sembrano avere la forza, a fronte dell’eventuale buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza”. A denunciarlo è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, aprendo oggi a Firenze l’incontro dei vescovi e dei sindaci sul Mediterraneo. “Mai come oggi risuona alle nostre orecchie la lezione di La Pira sul ruolo delle città nel mondo per raggiungere la pace mondiale”, ha fatto notare il cardinale, secondo il quale “i nostri popoli, le nostre città e le nostre comunità religiose possono svolgere un ruolo straordinario: possono spingerli verso un orizzonte di pace e di fraternità”. “Le città bombardate e saccheggiate gridano anche oggi che non vogliono più sopportare e accettare le guerre degli Stati”, ha affermato il presidente della Cei: “Le città, infatti, essendo a rischio di distruzione, detengono uno ius ad pacem in nome del loro intrinseco diritto ad esistere. Per questo motivo, al di là delle divisioni geopolitiche degli Stati cui appartengono, esse possono collaborare all’unità del mondo e cooperare insieme”. Le città, quindi, “rivendicano giustamente un ruolo internazionale, ma potranno partecipare efficacemente al dibattito pubblico, soltanto se sapranno crescere come nuove realtà, al tempo stesso sociali e spirituali”. “In queste nuove realtà, tutte le persone umane potranno sviluppare pienamente la loro vocazione e dar vita a una civiltà che, usando le parole di La Pira, potremo definire come la civiltà del pane e della grazia”, ha assicurato Bassetti, ricordando che il “sindaco santo” si prefiggeva di costruire “una società nuova nella quale a tutte le creature umane fosse assicurato il lavoro, la casa, il pane e tutto quanto era essenziale per una modesta ma dignitosa vita. Questa società nuova esigeva, però, che le sue fondamenta fossero saldamente poggiate sull’Evangelo e soprattutto radicate nella grazia di Cristo”.

Le parole di Draghi

“Lo scorso incontro a Bari ha segnato un momento di grande unità nelle Chiese del Mediterraneo, una testimonianza di pace”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che questo pomeriggio a Firenze ha preso la parola subito dopo il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti. Ringraziando il presidente e la Cei per il suo invito, il premier si è augurato che “un dialogo sul divino – che nasce dalla volontà di superare differenze, incomprensioni che affliggono gli uomini da secoli – porti un messaggio di fratellanza in un momento di forte tensione per l’Europa”. “È significativo che l’incontro di oggi avvenga qui, a Firenze”, ha sottolineato Draghi, ricordando che “il Concilio di Firenze, che si chiuse nel 1439 ed ebbe in parte luogo proprio in questo convento, riuscì a riunire, seppur temporaneamente, la Chiesa di Occidente a quella di Oriente. Tra il 1958 e il 1964, sempre a Firenze si tennero i Colloqui mediterranei, voluti da Giorgio La Pira, instancabile difensore dei diritti inviolabili dell’uomo. I Colloqui mediterranei nascevano dalla convinzione che le nazioni che si affacciano sul mare avessero un destino comune; che il dialogo tra le religioni di Abramo – ebraismo, cristianesimo, Islam – fosse necessario per il mantenimento della pace; e che una comune cultura mediterranea potesse servire come base per un ordine umano mediterraneo, fondato sulla giustizia e sulla felicità”. “L’incontro di oggi e quelli dei prossimi giorni sono un invito a sviluppare questa visione a partire dalle città, che sono sempre più il centro della vita della regione”, la tesi di Draghi: “A ragionare sui nostri diritti e sui nostri doveri come cittadini del Mediterraneo. A lavorare perché il Mediterraneo sia un laboratorio di pace, tolleranza, prosperità, al centro dell’Europa”.

Quando parliamo di diritti nel Mediterraneo, dobbiamo riferirci soprattutto ai giovani”, ha aggiunto Draghi, che nel suo intervento a Firenze ha fatto notare che “la proporzione di ragazze e ragazzi con meno di 15 anni sul totale della popolazione in Medio Oriente e nel Nord Africa è circa il doppio rispetto alla media dell’Unione Europea. Quella di over 65 è appena un quarto”. “Tutti i giovani hanno la legittima aspirazione di realizzare a pieno il proprio potenziale”, la tesi del premier: “Tuttavia, si scontrano con un mercato del lavoro che li lascia spesso ai margini. Il tasso di disoccupazione giovanile nella regione è il più alto al mondo e in alcuni Paesi supera il 40% per le ragazze”. “Occuparsi del Mediterraneo, vuol dire prima di tutto occuparsi delle nuove generazioni”, la ricetta del premier: “Investire nella scuola, nella formazione e creare le condizioni per investimenti e posti di lavoro. Perché il Mediterraneo sia davvero un mare di opportunità”.

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