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Scuole dell'infanzia e coronavirus, il presidente nazionale Giordano: "Sulle rette giorni di pazienza e attesa"

"Al momento è prematuro parlare di restituzione o congelamento delle rette. Serve un accordo nazionale sugli ammortizzatori sociali, poi c’è l’aspetto dei sostegni diretti. Quindi, dentro a un’ampia disponibilità, dobbiamo capire che tipo di sostegno diretto e indiretto ci sarà”, afferma Giordano, originario di Spinea.

12/03/2020

Giorni di prudenza e attesa. Nella consapevolezza di essere, per vocazione, “alleati” delle famiglie, ma anche che la posta in gioco è per davvero, la sopravvivenza delle scuole dell’infanzia paritarie, che rischiano di restare senza liquidità.

Stefano Giordano, avvocato di Spinea da qualche mese presidente nazionale della Federazione italiana scuole materne (Fism), che raggruppa appunto le scuole dell’infanzia paritarie, è ben cosciente che nell’emergenza coronavirus la questione del pagamento delle rette mensili è diventata incandescente. “Ma proprio per questo bisogna aspettare qualche giorno, nell’ambito di un ragionamento ampio. E’ importante capire quali saranno i provvedimenti del Governo. Al momento è prematuro parlare di restituzione o congelamento delle rette. Serve un accordo nazionale sugli ammortizzatori sociali, poi c’è l’aspetto dei sostegni diretti. Quindi, dentro a un’ampia disponibilità, dobbiamo capire che tipo di sostegno diretto e indiretto ci sarà”.

E c’è una cosa che potrebbe essere fatta subito, continua Giordano: “Si tratta del decreto ministeriale ordinario, lo strumento con cui annualmente vengono ripartiti i fondi, chiediamo che venga sbloccato tutto”. In ogni caso, “il Governo si deve muovere e dire con chiarezza se sta dalla parte delle famiglie, anche pensando a un contributo diretto”. Il presidente, inoltre, accenna alla situazione dei bambini portatori di handicap: “Abbiamo fatto nostre le richieste delle famiglie e nel decreto del Governo è contenuta la possibilità che gli Enti locali possano garantire l’assistenza a livello domiciliare”.

Al di là di questo, Giordano nota una grande mobilitazione positiva: “Ci sono state bellissime esperienze a distanza. Vista l’età da zero a sei anni, è impossibile garantire attività didattica, ma per esempio le maestre si fanno vive indirizzando ai bimbi dei video messaggi”. 

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