venerdì, 08 agosto 2025
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A Roma la bellezza di una chiesa giovane e a colori

Di ritorno dal Giubileo, alcuni dei giovani della nostra diocesi raccontano in queste pagine l’esperienza vissuta, la gioia e l’impegno per il futuro

Ad ascoltare i racconti e a leggere le testimonianze dei nostri e di tanti altri giovani, ma anche di chi li ha accompagnati, questo Giubileo non rimarrà chiuso nell’album dei ricordi o nell’archivio di Instagram. Forti del mandato di papa Leone e dei loro Vescovi, i giovani si sentono, ora, custodi di una sorta di germoglio, da far crescere nella vita quotidiana, nelle loro relazioni, nelle scelte importanti, nei loro impegni di oggi e nella costruzione del proprio futuro.

Abbiamo raccolto qui alcune testimonianze dei ragazzi della Diocesi:

TESTIMONIANZA 1: “Abbiamo sperimentato relazioni vere”

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Durante l’anno, tra gruppi scout maschili e femminili e gruppo giovani, abbiamo collaborato per preparaci a questa esperienza. Questo avvicinamento è fiorito durante la settimana a Roma, condividendo grandi emozioni, ascolto, comprensione, condivisioni a cuore aperto e anche piccoli momenti di quotidianità. Nella magica città di Roma ci sono state innumerevoli occasioni di comunità, come quando il clan e il fuoco si sono ritrovati a cenare al tramonto in una piazza San Pietro vuota, dopo un pomeriggio di canti, testimonianze e divertimento condivisi. Per il clan è stato particolarmente simbolico l’attraversamento della Porta santa nella basilica di San Paolo, loro patrono. E per il fuoco è stata speciale la visita alla chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, dove si trova la salma di Santa Caterina, loro patrona. Dopo la Festa degli italiani abbiamo vissuto un momento di condivisione fraterna tra i ragazzi della parrocchia: come un tipico bivacco degli scout, abbiamo animato la serata. Anche senza un fuoco vero, ardeva una fiamma viva in noi. Infine, Tor Vergata. Esistono ancora migliaia di giovani che sono disposti a stare 24 ore sotto il sole e la pioggia per professare la loro fede. Le diverse lingue non sono state un ostacolo, bastava un saluto per sentirsi come fratelli e sorelle, connessi dalla nostra comune relazione con Dio. Sentiamo di aver sperimentato la vera relazione con il prossimo, descritta dalle parole del Papa: “Noi siamo fatti per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono”. (Elisabetta Brugnera; Giacomo Mazzuccato - Fse)

TESTIMONIANZA 2: Ora una ripartenza verso una vita sempre più gioiosa e piena di altruismo

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Dopo aver vissuto l’esperienza della Gmg a Lisbona due anni fa, ho accolto l’invito finale di papa Francesco di partecipare alla celebrazione del Giubileo dei giovani a Roma, durante il quale ho vissuto la gioia dello stare insieme, della condivisione, della fratellanza e ho incontrato tanti giovani che come me vogliono assaporare la bellezza della vita, anche nelle difficoltà, senza il timore di essere da soli, perché c’è sempre Qualcuno che ci sostiene.

Le nostre giornate sono state caratterizzate dai momenti di catechesi, guidati dal nostro vescovo Michele e dal vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, focalizzati sul tema della “strada” e della “speranza”, sicuri di essere abbastanza e di essere amati. Abbiamo, poi, vissuto i momenti fondamentali del Giubileo: dall’attraversamento della Porta santa a San Paolo fuori le Mura a un mini-pellegrinaggio da piazza del Popolo al Circo Massimo per accostarci al sacramento della Riconciliazione. Essi si sono alternati a momenti di svago e di visita a una città storica che ha saputo accogliere un milione di pellegrini giovani.

Il nostro Giubileo si è concluso a Tor Vergata nella giornata di sabato quando, dopo esserci sistemati per la notte, abbiamo assaporato il momento centrale di tutta l’esperienza: l’incontro con papa Leone, che ha guidato la Veglia, iniziata con le domande, a lui poste da tre giovani, sul senso di essere giovani oggi e terminata con un momento di adorazione davvero sentito. È stato significativo dormire “sotto le stelle” insieme a molte altre persone, con cui abbiamo affrontato le fatiche. La domenica abbiamo partecipato alla messa celebrata dal Papa.

Mi sono sentita davvero a “casa” vivendo con tanti giovani con cui ho condiviso i valori importanti da coltivare nella vita, insieme sperimentando e accettando i propri limiti, la stanchezza, le difficoltà, ma soprattutto la prontezza a sostenere, a tranquillizzare, per cui tutto pesa la metà, perché insieme si fa la differenza!

Questa esperienza è giunta al termine, ma non finisce qui la voglia di sperare e vivere momenti di gratuità. Auguro a me stessa e a tutti i giovani che le emozioni provate favoriscano una ripartenza verso una vita sempre più gioiosa, piena di altruismo e di voglia di vivere relazioni significative per la costruzione di un mondo migliore. (Matilde Bertolin - Pezzan di Carbonera)

TESTIMONIANZA 3: “Sentire di non essere sola a vivere la fede mi dà coraggio”

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Sapevo che quello del Giubileo sarebbe stato un evento unico e irripetibile - proprio questo mi ha spinta a partire -, ma l’opportunità di scavare più a fondo, cercando di rispondere alle domande giuste, è arrivata sin da subito, perché in esperienze come questa ogni parola ascoltata può diventare spunto di riflessione, e ogni giorno vissuto regala intuizioni che nella vita quotidiana difficilmente nascono. In questo senso, le catechesi del mattino con i vescovi Giuliano e Michele e le parole di papa Leone sono state preziose!

Come tanti altri giovani con me, mi portavo dentro molte domande: sono sulla strada giusta? In cosa posso crescere? C’è qualcosa da cui sto scappando? Sono domande difficili, per le quali una risposta emerge solo se ci si sforza di mettere da parte le preoccupazioni e si cerca di vivere tutto fino in fondo, nonostante la fatica.

Eh sì, di fatica ce n’è stata! Il caldo, gli spostamenti non sempre facili e la mancanza dei comfort a cui siamo abituati. Ma proprio in queste condizioni si respira un’atmosfera diversa, ricca di significato e, naturalmente, di Speranza!

Sembra scontato dirlo, ma la Speranza - quella che il Vescovo Michele ha definito come “l’unico motore sostenibile per ogni cambiamento apparentemente impossibile” - era davvero tangibile. Credo sia questa la chiave di cui il mondo ha bisogno oggi. A guardarci per le strade di Roma, eravamo tutt’altro che apatici: soprattutto, eravamo (e siamo) moltissimi! E a me, sentire di non essere sola a vivere la Fede dà un conforto incredibile.

Tra i momenti più forti, c’è stato il passaggio della Porta Santa a San Paolo fuori le mura. Curiosamente, questa Porta è più stretta rispetto a quella principale: in questo per me è risuonato l’invito di Dio ad attraversare la “porta stretta” anche nella vita.

Intensa è stata anche l’adorazione durante la Veglia a Tor Vergata. Il pensiero che mi ha accompagnata - e che a un certo punto mi ha commossa - è che, agli occhi di Gesù, tutti noi siamo importanti esattamente così come siamo. E vivere questa gioia insieme a un milione di persone è stato ancora più emozionante, perché “la felicità è autentica solo se condivisa”.

Senz’altro il Giubileo è qualcosa che mi ha segnata e per cui sono grata, anche se forse non ne ho ancora colto il significato fino in fondo. Ma ho la fiducia - anzi, la Speranza - che lo scoprirò presto. (Matilde Pellizzari, 22 anni - San Zenone degli Ezzelini)

TESTIMONIANZA 4: Un’esperienza che ha acceso il desiderio di essere testimone dell’amore di Dio

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Sono partito per il Giubileo con il cuore aperto a questa esperienza di gioia, riflessione e comunità, e per scoprire come l’amore per Dio riesca ancora a unire tantissimi giovani. Siamo arrivati martedì sera a Monterotondo, dove ci siamo sistemati per dormire e, nonostante non avessimo tutti i comfort, eravamo comunque felici. Direi che una parola chiave in questi primi momenti è stata “aiuto”, perché chi aveva già fatto esperienze simili, tipo la Gmg, aiutava e dava consigli a chi era in difficoltà.

Mercoledì e giovedì mattina ci sono stati due momenti di catechesi sui temi del pellegrinaggio e della speranza, tenuti dai nostri vescovi. Nel tempo di condivisione che è seguito, nessuno ha avuto paura di mostrare le proprie insicurezze, anche rispetto alla fede, ed è stato bello cercare risposte nell’esperienza degli altri, anche con gli amici della diocesi di Vicenza, con cui eravamo “gemellati”.

Giovedì pomeriggio in piazza S. Pietro, all’incontro dei giovani italiani, l’emozione è stata unica: vedere così tanti giovani riuniti faceva venire la pelle d’oca. I canti, le testimonianze, l’ascolto del Vangelo e della storia di Pietro mi hanno scaldato il cuore e mi hanno fatto sentire a casa. Le parole del cardinale Zuppi sono state decise, contro tutte le guerre, ma anche per noi c’è stato l’appello al disarmo del cuore per accenderlo, invece, alla speranza e alla costruzione di un futuro di pace.

Sabato a Tor Vergata mi sono effettivamente reso conto di quanti fossimo! Il fiume di gente non finiva mai e, nonostante la stanchezza accumulata, il clima di festa era fortissimo e mi trascinava nella gioia e nella voglia di celebrare quel momento. Vedere il Papa ha acceso nel mio cuore un’emozione nuova, più profonda della felicità, e partecipare alla veglia e alla messa è stato un momento di vera comunicazione con Dio, dove il mio cuore era rivolto a Lui. Le parole che porto nel cuore da questa esperienza sono “Eccomi, Signore, io vengo” e “manda me”, perché mi fanno pensare al coraggio di dire “Sì, io credo in Te, e voglio essere testimone del tuo amore”. (Alberto Bertani, 20 anni - Paese)

TESTIMONIANZA 5: “Abbiamo vissuto una grande bellezza: opera di Dio”

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Abbiamo vissuto questa esperienza con curiosità ed entusiasmo, desiderosi di scoprire cosa fosse davvero il Giubileo e cosa significasse per tutte le persone che vi partecipavano. Giorno dopo giorno, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare e confrontarci con persone provenienti da tutto il mondo, ognuna delle quali ci ha trasmesso una straordinaria energia. Ogni sorriso, ogni parola, ogni gesto condiviso rafforzava la gioia collettiva che ci univa.

Questa avventura è stata trasformativa: ci ha cambiati nel profondo, facendoci comprendere il vero valore della comunità e della fratellanza. I sorrisi, i canti, i balli e le parole gentili che abbiamo scambiato rimarranno per sempre impressi nei nostri cuori, come segni indelebili di un tempo speciale.

Ci rendiamo conto solo ora, con il senno di poi, di quanto potente sia stato ciò che abbiamo vissuto. All’interno di quella “bolla” di amicizia e sostegno reciproco, forse non percepivamo fino in fondo l’impatto che questo evento ha avuto sulla comunità cristiana e non solo. Ma oggi, possiamo dire con orgoglio e commozione di essere stati pellegrini di speranza, testimoni di qualcosa di davvero straordinario.

Abbiamo atteso per mesi questo momento, e ora ci sembra che quella settimana sia volata via in un attimo. Pensare che dovremo aspettare altri venticinque anni per rivivere un’emozione simile ci lascia con un senso di dolce nostalgia. Ma ciò che abbiamo vissuto ci accompagna ancora, e custodiamo la speranza che ogni persona nel mondo possa, almeno una volta, provare quella stessa sensazione di essere nel posto giusto, al momento giusto. Sentirsi compresi e parte di qualcosa di così grande è un’emozione che riempie il cuore.

L’incontro con il Papa è stato un momento quasi surreale. Vederlo da vicino, ascoltare le sue parole dal vivo, è stato toccante e significativo. Le sue parole ci accompagneranno nel cammino della vita come guida e ispirazione. Tra le tante, vogliamo ricordare una frase che ci ha colpiti particolarmente, tratta dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16): “Siete il sale della terra e la luce del mondo.”

Questa immagine ha dato senso e forma al nostro pellegrinaggio. In quei giorni, ci siamo sentiti proprio così: sale e luce, capaci di dare significato al nostro impegno, alla nostra fatica, e a ogni piccolo gesto vissuto insieme. E forse, proprio lì, abbiamo capito cosa significa davvero essere comunità, fratelli, cristiani e pellegrini del mondo.

Consapevoli che questa grande bellezza che abbiamo vissuto è solo una piccola parte della grande opera di Dio. (Celeste Casarin e Lucia Fantinato, parrocchie di Loreggia e Loreggiola)

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