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Weekend di servizio per 130 giovani

Per “M’illumino d’impegno” l’attività in alcune realtà che si occupano di tossicodipendenza, disabilità, anziani, marginalità, minori... E, poi, formazione, preghiera, gioco e condivisione delle giornate. L’invito del Vescovo a cercare Dio incrociando lo sguardo dei fratelli e delle sorelle più bisognosi, scoprendosi così “beati”

“M’illumino d’impegno”, il week end di servizio e formazione per giovanissimi proposto dalla Pastorale giovanile e dalla Caritas della diocesi di Treviso ha registrato, anche quest’anno, una bella partecipazione di ragazzi e ragazze delle superiori e fino ai 21 anni: ben 130, insieme agli educatori e all’équipe promotrice.

I giovani hanno potuto conoscere e vivere il servizio in alcune realtà che si occupano di tossicodipendenza, disabilità, anziani, marginalità, minori, assistenza mamma-bambino. E hanno vissuto tutto questo formandosi, grazie all’incontro con i volontari e gli operatori delle realtà presenti nel territorio e all’ascolto di testimoni; infine, parte fondamentale dell’esperienza è anche condividere le giornate e pregare insieme ad altri coetanei della Diocesi.

La conclusione, domenica, con la messa presieduta dal vescovo e concelebrata da don Paolo Slompo, direttore dell’ufficio di Pastorale giovanile, e don Bruno Baratto, direttore di Caritas tarvisina, seguita dal pranzo in Seminario.

”Per cercare il Cielo bisogna guardare con occhi aperti la Terra. Per cercare Dio bisogna incrociare lo sguardo dei fratelli e delle sorelle e spesso bisogna farlo verso il basso: quando ci si china per aiutarle, lì c’è Gesù che ci parla” il messaggio che il Vescovo Tomasi ha voluto lasciare ai giovani durante la messa. “Nel servizio avete incontrato il Signore Gesù, che per questo vi chiama “beati” – ha aggiunto, richiamando il Vangelo sulle Beatitudini di questa domenica -. Se ci riconosciamo bisognosi gli uni degli altri e se la vita è solo dono, questo lo riceviamo in ogni battito, respiro, gesto, sguardo. Se accettiamo questo, accogliamo di essere figli di Dio e, per questo, tutti fratelli e sorelle. Noi non ricordiamo un uomo morto, Gesù è morto, ma è risorto, è qui in mezzo a noi. Con lui possiamo permetterci di essere piccoli e fragili, perché lui ci prende e ci porta verso la felicità e la beatitudine”.

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