Il Governo Netanyahu
In questo, il Governo di Benjamin Netanyahu, tenuto sotto scacco dalla destra estrema,...
Molte le persone presenti alla celebrazione oggi pomeriggio, 1° novembre, insieme ai parroci delle parrocchie cittadine
La solennità di tutti i Santi è stata celebrata questo pomeriggio nel cimitero maggiore di San Lazzaro a Treviso, con la liturgia della Parola presieduta dal vescovo Michele insieme a don Giovanni Salvalaggio, cappellano del Cimitero maggiore, ai parroci delle parrocchie cittadine e a numerosi fedeli venuti a ricordare i propri cari.
“Noi siamo qui a fare memoria dei nostri cari – ha sottolineato il Vescovo nell’omelia – perché crediamo nella Resurrezione. Si può dare un senso alla vita e alla morte anche senza Resurrezione? Forse sì, ma io non ho niente da dire alla vita se Cristo non è risorto. Per darci saggezza e consolazione ci sono persone più brave di me e di noi. Ma se Cristo è risorto, allora la nostra vita cambia. La nostra esistenza assume una luce diversa. Non toglie la fatica di vivere e neanche la paura di morire, ma assume luce”. Qual è il significato, allora, di quel grido di Gesù: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato”? riflette mons. Tomasi. “Ogni abbandono – continua – viene abitato da questo grido. Ma il Signore è lì, è già stato lì, ha sofferto per i nostri abbandoni”. L’esperienza di “stare” che fanno le donne con Maria, sotto la croce. “Non fanno, non discutono, stanno, con quella forza che è tutta femminile. Quante mogli, quante madri vivono la sofferenza di giovani vite strappate, nella strada, dalla malattia e arrivano impotenti davanti al sepolcro: ‘Chi ci rotolerà via il masso?’. Il masso è già stato rotolato via. C’è, allora, un’apertura di libertà per noi qui in questa vita proprio perché se Cristo è risorto la morte non ha l’ultima parola”. Il vescovo Michele, in processione, ha proceduto, poi, con la benedizione delle tombe, accompagnato dai canti della corale della Cattedrale.