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Ventuno giovani ed adulti ricevono il Battesimo in Cattedrale: "Abbiamo riconosciuto un dono"
Il cammino di fede di alcuni dei giovani che riceveranno i sacramenti dell'iniziazione cristiana nella notte di Pasqua. Ecco le loro testimonianze.

C'è emozione, c’è desiderio, c’è attesa nel volto e nella voce di ciascuno dei giovani e adulti che si preparano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana durante la veglia pasquale. Sentimenti che si percepiscono forti mentre raccontano, con semplicità e un po’ di pudore, la propria storia, il proprio cammino di fede. Un cammino a volte iniziato partecipando ai gruppi parrocchiali o facendo gli animatori del Grest, come è accaduto per le sorelle Giulia e Laura Borghetto, 22 e 26 anni. “I nostri genitori ci hanno lasciato liberi di scegliere, io, mia sorella e mio fratello, quando fossimo cresciuti. Sono almeno 10 anni che io e Giulia frequentiamo i gruppi, facciamo le animatrici e ci dedichiamo al Grest d’estate - spiega Laura -. Tanti in parrocchia, a Villorba, non sapevano che non fossimo battezzati. Ci hanno sempre appoggiato, il parroco ci ha seguito e preparato, e poi i catechisti, ma direi tutta la comunità, in particolare le persone anziane, che sono molto emozionate per noi. Questo è un completamento di qualcosa che vivevamo già, un dono che c’era, la nostra fede, che abbiamo scoperto e portato alla luce”. Giulia riconosce il “seme” di una vita di fede nella “chiamata” delle signore della loro via che, quando erano bambine, le invitavano al Rosario durante il mese di maggio, quelle stesse anziane che oggi sono emozionate per il loro cammino: “Sapevano che non eravamo battezzate, ma ci invitavano lo stesso. Credo che il nostro cammino di avvicinamento sia iniziato lì. E poi il Grest, le attività in parrocchia, e la curiosità verso Gesù e il Vangelo che cresceva”.
La cosa particolarmente bella è che Laura e Giulia saranno battezzate insieme ad Enrico, 30 anni, il loro fratello maggiore. Enrico aveva iniziato un cammino di scoperta già qualche tempo fa, ma poi ha dovuto sospenderlo per altri progetti e per esigenze di lavoro. “Quando hanno iniziato Giulia e Laura ho pensato di fare questo percorso insieme a loro - racconta -. E’ stato bello, ci siamo sostenuti e io ho avuto l’appoggio anche della mia fidanzata. Quando avremo dei figli proporremo loro una vita cristiana fin da piccoli”.
Giovane è anche Alvise Rossato, 22 anni, di Mogliano, studente di Scienze dell’Educazione allo Iusve, l’Università Salesiana di Mestre, che alle superiori ha conosciuto un professore, carmelitano scalzo, con il quale è nata un’amicizia. “Durante una gita lui ha capito che non vivevo un bel periodo, avevo lasciato delle amicizie strane - racconta Alvise -, abbiamo parlato, e poi mi ha fatto conoscere il Carmelo. Lì ho conosciuto altri giovani e anche il mio padrino, che è giovane come me. I miei genitori sono contenti che io abbia preso una posizione mia, consapevole. Per loro era strano quando dicevo che andavo al Carmelo, all’adorazione... ma mi hanno sempre lasciato libero”. Alvise ora vive in modo molto forte il fatto di dover uscire dalla chiesa ad un certo punto della messa. “Questo fatto alimenta l’attesa, il desiderio, per me la comunione è veramente qualcosa di potente”. Per il futuro si augura “di non perdermi, e per farlo conto di seguire le amicizie che mi sono state donate al Carmelo e all’università, un altro ambiente molto bello, dove c’è senso di comunità”.
Quella di Isoken Eriamiatoe, nigeriana, 37 anni, che il sabato santo sceglierà il nome cristiano di Sonia, è una storia di famiglia: la sua di origine, che era pentecostale, e quella che ha formato con suo marito, battezzato, come la sua bambina. “Manco solo io a completare la mia famiglia cristiana - dice Isoken, in Italia da 16 anni -. La comunità di San Zenone degli Ezzelini mi è stata di grande aiuto, perché sono stati due anni impegnativi. E se altri avranno bisogno di me io ci sarò, come loro mi hanno sempre sostenuto, anche donandomi dei bravissimi catechisti”.
E della loro bella famiglia parlano Erlind Muca ed Eltjona Piciri, marito e moglie albanesi che vivono ad Arcade, e che saranno battezzati con i nomi cristiani di Stefano ed Elena. “La nostra avventura non è cominciata due anni fa, ma dieci - raccontano - quando il nostro figlio più grande ha cominciato la scuola. Desideravamo per lui, e poi per il suo fratellino, una vita cristiana e, accompagnandoli nel percorso per i sacramenti, questo desiderio è nato anche per noi. Non eravamo battezzati, l’Albania era un paese ateo. Abbiamo sempre cercato e chiamato Dio nella nostra quotidianità, senza conoscerlo. A scoprirlo ci hanno aiutati la comunità di Arcade, i catechisti e il parroco, che ci hanno appoggiati da subito. Ci sentiamo portati in braccio dai nostri amici della parrocchia. Dopo ogni messa, dopo ogni nostra tappa venivano ad abbracciarci, ci ringraziavano perché, anche loro, grazie al nostro cammino, riscoprivano la fede”. Sono diventati testimoni prima ancora di essere battezzati, grazie alla condivisione del loro percorso con la comunità. “Abbiamo chiesto per i nostri figli Denis e Marco i sacramenti e a fine mese Marco riceverà la Cresima, pochi giorni dopo il nostro battesimo. Sarà un’emozione grandissima. Davvero questa nostra fede è un dono - aggiungono -, la nostra è la risposta alla sua chiamata di Padre”.
Ecco chi sono i ventuno catecumeni che riceveranno i sacramenti: quattro di sono italiani e molto giovani, Giulia, Laura ed Enrico sono tre fratelli della parrocchia di Villorba, Alvise è un giovane della parrocchia di Mazzocco di Mogliano Veneto. Sei battezzandi provengono dall’Albania: Blerina Maria vive a Castello di Godego; Eriola a Galliera Veneta; Edison Paolo e Enkeleda Anna a Castelfranco Veneto; Erlind Stefano ed Eltjona Elena vivono ad Arcade e sono sposati. Tutti gli altri battezzandi sono di origine africana: Eric, Francis, Gideon, Akosua Theresa e Abigail frequentano la comunità ghanese che si riunisce a Castelfranco, Isoken Sonia e Daniel, di origine nigeriana, frequentano le parrocchie rispettivamente di San Zenone degli Ezzelini e Catena di Villorba; Etienne, del Burkina Faso, vive a Caonada. C’è anche una famiglia proveniente dalla Costa d’Avorio che vive a Caerano di San Marco: Brice e Cendrine e la loro figlia Anne Christelle.