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L'importanza dei nonni nell'adozione
Il nuovo libro di Francesca Mineo “Adozione. Una famiglia che nasce”, presentato all'interno della Fiera4passi di Treviso, mette a punto tanti racconti, consigli pratici, riflessioni con al centro i nonni.

Dal momento in cui si comunica la notizia e si chiede di firmare delle carte, a quello tanto atteso dell’incontro; dalle domande “scomode” sulla propria storia, alla curiosità imbarazzante degli estranei, fino all’esilarante stupidario conclusivo. Il nuovo libro di Francesca Mineo “Adozione. Una famiglia che nasce” (ed. San Paolo) mette a punto tanti racconti, consigli pratici, riflessioni sull’adozione, ma, stavolta, al centro ci sono i nonni, mai davvero coinvolti nei percorsi informativi e di preparazione, ma fondamentali. “E’ un argomento di cui si parla sempre più spesso nelle associazioni e negli enti autorizzati – racconta Francesca Mineo, milanese, autrice di questo “manuale per l’uso”, giornalista e mamma adottiva a margine di una presentazione alla Fiera4Passi di Treviso -. Anche loro dovranno essere pronti perché sono un aiuto prezioso in tante occasioni della vita e per tanti altri motivi”. Innanzitutto per il loro ruolo di preziosi custodi della storia di famiglia. “I bambini adottati hanno bisogno di ricostruire una storia, o di scriversela, non hanno ricordo del loro passato in famiglia o se ce l’hanno è doloroso. I nonni sono un collante, legano i bambini ai genitori, costruiscono l’albero genealogico”. Del resto, trovare le similitudini è un “gioco” che si fa per “appartenersi”, così come i racconti del passato e gli album delle fotografie.
“E poi – prosegue Francesca – questi nonni dovranno essere un po’ pronti, perché nel momento in cui la relazione con i nipoti diventa più forte e i bambini cominceranno a confidarsi, a parlare del loro passato, è necessario che sappiano come comportarsi, accolgano e inquadrino le reazioni nei giusti contesti di riferimento”. E così, nel libro, si racconta del momento in cui la coppia comunica la scelta di adottare; della lunga attesa e di come renderla “proficua”; dell’arrivo in aeroporto tra feste e delicatezze da osservare al bisogno di riconoscimento di cui per primi i genitori necessitano.
E si citano tanti luoghi comuni. Un assaggio: “Ma quando ci fate diventare nonni?” a poveri genitori che non trovano la quadra; “Ma siete proprio sicuri?”, quando devono firmare i documenti per il tribunale; “Come sarà mio nipote?” nell’attesa; “E se non gli piacciamo?”; oppure, dagli “altri”: “Ma suo figlio non poteva avere figli suoi?”, “Ma la sua mamma è morta? Intendo la sua «vera» (=biologica) mamma?” o ancora: “Ma vi chiama davvero nonni?”. “L’adozione è un amore che si costruisce e si sceglie di giorno in giorno, poi quando è cementato è un amore molto forte, più che viscerale. Non servono i supereroi, non c’è alcun investimento per «missioni speciali». Ma serve la consapevolezza di alcune dinamiche proprie della famiglia adottiva e anche, direi, della propria storia di nonni di bambini che vengono da un’altra parte. Bambini spesso fragili e dunque «da maneggiare con cura»”. “Personalmente ritengo che la questione dei nonni sia molto importante nella nostra società, in particolare in un Paese come l’Italia, che fa troppi pochi figli, e in cui adottare è particolarmente complicato – scrive nella prefazione al libro Aldo Cazzullo -. L’amore a cerchio di vita tra nonno e nipote è meraviglioso. Soprattutto in piena rivoluzione digitale. Perché il tempo della rete è solo quello presente; il passato non esiste, è qualcosa accaduto ad altri in un momento indefinito, che non ci interessa e non ci riguarda. In realtà, i racconti dei nonni sono preziosi per i giovani, perché li aiutano a inserire le loro difficoltà in un contesto, a capire che non sono la prima generazione ad affrontare difficoltà, che non sono condannati ad avere una vita peggiore di quella dei padri e appunto dei nonni, i quali a volte hanno fatto sacrifici che oggi non riusciamo nemmeno a immaginare”. E questo vale a maggior ragione per il rapporto tra i nonni adottivi e i loro nipoti. Perché le ragioni della biologia e della genetica sono destinate a cedere il posto a quelle misteriose ed eterne dell’amore, in un incrocio di destini e di storie di cui questo libro restituisce la complessità e anche il fascino.