sabato, 03 maggio 2025
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Marcon: al via la seconda fase per la bonifica dell'area ex Nuova Esa

I lavori riguarderanno lo smaltimento di circa 410.000 chilogrammi di rifiuti, già messi in sicurezza con precedenti procedure. Al centro di un processo per traffico di rifiuti tossico-nocivi (i responsabili sono stati condannati nel 2011), ora il sito potrà essere bonificato

L’area dell’ex fornace di Marcon potrebbe presto avere un volto nuovo. E i cittadini potranno girare pagina nella triste storia che ha visto il sito al centro di un traffico di rifiuti nocivi, per il quale i vertici della Nuova Esa sono stati condannati.

Con nota del 13 febbraio scorso, infatti, la società Veneto Acque spa ha comunicato l’avvenuto termine delle operazioni di procedura negoziata e l’aggiudicazione definitiva per l’intervento di caratterizzazione analitica, carico, trasporto ed incenerimento dei rifiuti pericolosi presenti nell’ex fornace di Marcon, nota come area Nuova Esa. I lavori riguarderanno lo smaltimento di circa 410.000 chilogrammi di rifiuti, già messi in sicurezza con precedenti procedure. I lavori sono stati assegnati alla ditta C.F.M. srl di Marghera, che già aveva lavorato all’interno dell’area. “E’ un ulteriore importante passo verso la risoluzione definitiva del problema Nuova Esa – commenta il sindaco Andrea Follini – di cui siamo particolarmente lieti. Ogni chilo di schifezze che lascia quell’area, è un momento in più di sollievo per la città. Ringrazio la Regione Veneto ed il suo «braccio operativo» Veneto Acque per il lavoro”. I lavori quindi riprenderanno a breve dentro al cantiere di via Fornace dopo l’importante pulizia dello scorso anno, con la fuoriuscita di circa 100.000 kg di pentasolfuri inviati all’incenerimento e la messa in sicurezza dei restanti rifiuti.

Il sito era stato anche interessato nel 2012 da un incendio, quando era ancora sotto sequestro da parte dalla magistratura nell’ambito dell’indagine per traffico di rifiuti tossico-nocivi. Dopo la condanna in primo grado nel 2008, nel 2011 i vertici della Nuova Esa e di altre società coinvolte furono condannati ad una pena complessiva (ridotta rispetto al primo grado) di 9 anni e 4 mesi dalla Corte d’Appello di Venezia, sentenza confermata nel 2011 dalla Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dai legali degli imputati condannati nei due gradi di giudizio.

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