Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Presentato a Camposampiero il libro di Dino Scantamburlo sugli Internati militari

Le celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione e della fine della Seconda guerra mondiale a Camposampiero sono state arricchite dalla pubblicazione di un libro dedicato al ricordo dei militari concittadini fatti prigionieri dai nazi-fascisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il volume, scritto dal prof. Dino Scantamburlo dal titolo “Ritornammo liberi” (sottotitolo “Storie di Internati militari italiani (Imi) nei lager nazisti, 1943-1945. Le nostre domande – Le loro risposte in 4 diari e in lettere”), edito da Mediagraf edizioni, è stato presentato sabato 26 aprile, in un contesto di grande partecipazione della cittadinanza.
Il libro ha lo scopo di perpetuare la memoria storica dei quasi 200 militari originari di Camposampiero che dissero un No convinto a continuare a combattere a fianco dei fascisti nella scellerata Repubblica sociale di Salò dopo l’armistizio. Essi furono parte dei 650 mila soldati italiani che per questa loro scelta convinta sono stati fatti prigionieri e mandati in vari campi di concentramento tedeschi, dove patirono ogni sorta di maltrattamenti e privazioni: 50 mila di questi morirono di stenti o malattia, 600 mila riuscirono a sopravvivere e a rimpatriare dopo la fine del conflitto. Per tanti decenni le vicende di questi militari internati sono state trascurate da storici e politici. L’interesse sta emergendo negli ultimi anni, quando purtroppo i testimoni diretti sono ormai quasi tutti scomparsi e la memoria di quel dramma si sta progressivamente appannando.
Il prof. Scantamburlo ha svolto un lavoro di ricerca, analisi e confronto di varie fonti documentali, in molti casi incomplete e spesso contradditorie, aiutato dalla testimonianza dei famigliari, prevalentemente figli e nipoti, dei militari internati, dei quali a Camposampiero non c’è più nessuno in vita, essendo scomparso un paio di anni fa l’ultimo sopravvissuto.
Sono oltre 180 gli internati militari camposampieresi censiti: di questi, 153 sono quelli di cui si è potuto accertare il rientro al termine del conflitto, e 12 quelli sicuramente deceduti. Di una quindicina si hanno tracce incerte proprio a causa della incompletezza e contraddittorietà delle fonti archivistiche. E proprio per questo, lo stesso autore non esclude che ce ne possano essere stati anche altri.
Cardine del libro sono i diari di prigionia di 4 internati - Romeo Gallo, Lodovico Scantamburlo, Bonaventura e Rino Tentori - e le lettere di Tiziano Bellini e Giovanni Maria Scattolin. Attraverso queste testimonianze scritte è stato possibile ricostruire le dure condizioni in cui sono stati costretti a vivere i militari imprigionati nei lager: le loro scelte, le sofferenze, i sacrifici che hanno coscientemente affrontato possono essere annoverate a pieno titolo nella più generale “Resistenza”, opposta da moltissimi italiani contro la nefasta dittatura fascista.
Nell’introdurre la presentazione del libro, ila sindaca, Katia Maccarrone, ha ringraziato il prof. Scantmburlo per l’encomiabile lavoro che, con questo e altri libri pubblicati negli ultimi anni, egli sta portando avanti per il recupero e la trasmissione alle future generazioni della memoria storica dell’esempio e dei valori testimoniati da tanti cittadini di Camposampiero durante i conflitti mondiali del secolo scorso.
Al termine della presentazione del libro, ai famigliari degli internati deceduti nei lager nazisti sono stati consegnati degli attestati di riconoscenza alla memoria.