La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
I parroci della città ai fedeli trevigiani: "Siamo distanti, ma vi siamo vicini perché siete voi l’oggetto delle nostre preghiere"
"Vogliamo anche invitarvi a non perdere la speranza, ma di alimentarla con la preghiera e la familiarità con la Parola di Dio, che è sempre parola di vita, di consolazione e di fraternità", scrivono i parroci della Collaborazione cittadina.
In questo lungo tempo di prova, che evidenzia la nostra fragilità personale e sociale, vogliamo farvi arrivare la nostra parola e il nostro saluto cordiale. Come voi, anche noi proviamo sentimenti di vera preoccupazione per la salute minacciata e provata di tanti fratelli e sorelle. Ma c’è anche in noi un sentimento di tristezza per non potervi incontrare attorno alla Parola e alla mensa Eucaristica nel giorno del Signore.
Noi sappiamo che la prova, ogni prova, misura insieme maturità, responsabilità, generosità e la stessa fede.
Vorremmo che queste parole diventassero come il programma per la nostra vita di questi giorni che trascorriamo chiusi nelle nostre case.
Siamo distanti, perché impossibilitati di incontrarvi, ma vi siamo vicini perché siete voi l’oggetto dei nostri pensieri e, soprattutto, delle nostre preghiere.
Preghiere che innalziamo ogni giorno a Dio, Signore della storia e a Maria “Salus infirmorum”, perché, passato questo momento, possiamo tutti ritrovare, la serenità, la gioia di riprendere il nostro cammino di comunità, famiglie, giovani e bambini, anziani e ammalati.
Il nostro pensiero e la nostra preghiera va anche a quanti, medici, infermieri, personale sanitario e forze dell’ordine, si stanno facendo carico delle nostre vite e garantiscono sicurezza e legalità.
Vogliamo anche invitarvi a non perdere la speranza, ma di alimentarla con la preghiera e la familiarità con la Parola di Dio, che è sempre parola di vita, di consolazione e di fraternità.
Ci mancate e questo forse ha spento il nostro sorriso, ma attendiamo di ridonarlo a tutti quando riapriremo, con vera gioia, le nostre chiese. (don Bernardo, don Filippo, don Francesco, don Gianni, don Giovanni, don Giorgio, padre Ottavio e don Tiziano, parroci e vicario parrocchiale della città)



