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Minori: nascono le "Reti solidali" a San Donà

A San Donà di Piave è attivo il progetto "Reti solidali", che si occupano di minori in situazione di difficoltà familiare e delle loro famiglie. L'idea è quella di creare attorno ai bambini e ragazzi una rete di sicurezza che prevenga eventuali problematiche e rafforzi il nucleo famigliare.

02/09/2019

A San Donà di Piave, dal 2017 è attivo il progetto “Reti solidali”, avviato grazie alla collaborazione tra il Casf (Centro per l’affido e la solidarietà familiare) e l’Ulss 4, sull’esempio di un progetto simile funzionante nel distretto di Asolo dell’Ulss 2 già da una decina di anni. “La fase operativa è stata preceduta da un’attività di sensibilizzazione sul territorio, attraverso una serie di incontri sia con le parrocchie sia con le associazioni di volontariato e promozione sociale - scrive Silvia Lasfanti, vicesindaca e assessore alle Politiche sociali, nell’ultimo numero del notiziario periodico dell’Amministrazione comunale sandonatese -. Le Reti solidali si rivolgono a minori in situazione di difficoltà familiare e alle loro famiglie, in un’ottica di prevenzione. L’idea è quella di creare attorno ai bambini e ragazzi una rete di sicurezza che prevenga eventuali problematiche e contribuisca a rafforzare il nucleo familiare”. Il funzionamento è, di per sé, semplice.
“Si crea una rete tra Servizi sociali del comune, Casf e volontari (famiglie, persone singole, associazioni) - spiega la vicesindaca -. Gli operatori del comune e dell’Ulss oppure gli stessi volontari segnalano un caso che meriterebbe il sostegno della rete e insieme si valutano le soluzioni e si attiva la rete, ciascuno per la propria parte. Un ragazzo inserito nel progetto può essere seguito nella gestione dei compiti per casa, accompagnato a fare sport o altre attività, supplendo magari alle difficoltà della famiglia di gestire i tempi lavorativi, grazie alla disponibilità dei volontari. Tutti i progetti sono personalizzati e progettati in accordo tra la famiglia accolta, quella accogliente e gli operatori. Vengono svolti incontri mensili con un operatore dei Servizi sociali comunale, del Casf e dell’Ulss 4, per un confronto sulle situazioni in evoluzione e per portare alla luce nuove possibili soluzioni o per segnalare nuove proposte per le Reti solidali, che man mano che si strutturano diventano infatti anche dei ‘punti di ascolto’ sul territorio. Al termine del progetto, che ha solitamente una durata temporale ben definita, si effettua un incontro di valutazione del percorso svolto”.
Attualmente nel sandonatese sono attive undici Reti solidali. “Esse svolgono un ruolo di prevenzione, riducendo il ricorso a strumenti più istituzionalizzati di tutela (per esempio la comunità per minori), promuovono la solidarietà e l’attenzione verso l’altro e permettono, con interventi mirati e poco invasivi di ridare ai bambini e alle famiglie serenità e fiducia, ricostruendo un contesto amichevole e coeso. I progetti avviati finora – conclude Silvia Lasfanti – hanno costruito legami e amicizie solide, che durano ben oltre la durata temporale del progetto”.
Chi volesse aderire come volontario al progetto o segnalare eventuali casi da sostenere, può contattare il progetto all’email: retisolidali@aulss4.veneto.it. (R.R.)

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