lunedì, 21 aprile 2025
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Tragedia di Los Roques: "Vogliamo solo portare un fiore sulla loro tomba"

Nell'ambito di una riflessione sull'opera di misericordia "Seppellire i morti", abbiamo voluto dare voce all'attesa della famiglia Guernieri - Durante per il recupero dei propri cari, che giacciono a 970 metri di profondità nell'oceano Atlantico, nell'aereo precipitato otto anni fa. Il Governo ha stanziato tre milioni di euro, la prossima mossa spetta al Venezuela

Emma Viola e Sofia sorridono da ogni angolo di casa Guernieri, a Noale: con i cuginetti nei ritrovi di famiglia, al mare, vestite da sciatrici, nelle campagne di moda della Benetton, l’azienda per la quale lavoravano mamma Bruna e papà Paolo. I nonni, Romolo e Paola, si sforzano di ricordarle così, ma non possono non pensare a quanto alte sarebbero oggi, quale scuola avrebbero scelto, come sarebbe la loro vita se il 4 gennaio di otto anni fa il loro aereo non si fosse inabissato nelle acque dell’oceano Atlantico, al largo delle coste del Venezuela, durante una vacanza, quando Emma aveva 8 anni e Sofia 6. La tragedia di Los Roques ha segnato le loro vite e quelle dei famigliari delle 14 vittime, otto delle quali erano italiane: la famiglia Durante, due donne di Bologna e una coppia di sposi romani in viaggio di nozze.
L’aereo a 970 metri di profondità. Dopo le prime isolate ricerche, quando non si trovava traccia del bimotore, e dopo anni di incertezze, di strane ipotesi, tra cui un possibile rapimento ad opera dei narcotrafficanti, la tenacia della famiglia ha permesso di scoprire la verità. Le ricerche condotte con mezzi sofisticati e personale esperto hanno individuato l’aereo nel 2013: si trova a 970 metri di profondità, adagiato sul fondo dell’oceano, e a farlo precipitare sarebbe stata un’avaria. “Il bimotore è intero e a quella temperatura molto bassa è anche possibile che i corpi si siano conservati. Per noi comunque è fondamentale riportarli a casa, dare loro una sepoltura, avere una tomba su cui portare un fiore”. Romolo Guernieri racconta con calma e precisione questi otto lunghi anni di sofferenze e la battaglia per convincere il Governo venezuelano a recuperare l’aereo, e quello italiano a contribuire alle spese. Telefonate, lettere, incontri, promesse, silenzi, richieste ai politici di ogni colore. In un’altalena di speranze e delusioni.
Fondi per “riportarli a casa”. Lo spiraglio è arrivato un paio di mesi fa con la notizia che il Governo italiano ha stanziato tre milioni di euro come contributo per il recupero. La prossima mossa spetta al Venezuela, che ha sempre detto di voler recuperare l’aereo e le vittime.
Dare una sepoltura degna ai propri cari, come quella che si sta cercando di assicurare alle vittime del terribile naufragio di 700 migranti avvenuto lo scorso anno nel mare di Sicilia. E’ questo il desiderio di Paola e Romolo, del fratello e della sorella di Bruna, della famiglia Durante. A sostenerli in questi anni “la consapevolezza che fossero tutti insieme” dice nonna Paola, che guarda sorridendo il nipote Enrico, loro ospite per un mese. “E’ qui perché sta facendo un’esperienza di lavoro prevista dalla scuola - spiega - ma lui e suo fratello, pur abitando a Villorba, sono stati molto qui da noi, specialmente nei primi anni dopo l’incidente. Ci hanno «salvati». Dovevamo occuparci di loro e questo ci ha permesso di andare avanti, di pensare al futuro”. Un sapore di speranza e di futuro ce l’ha anche il progetto delle borse di studio che la famiglia finanzia da sei anni per gli alunni dell’istituto comprensivo di Ponzano Veneto, frequentato da Emma Viola e Sofia. “Per non dimenticare” è lo slogan che viene ripetuto ogni anno nelle locandine di invito. A campeggiare una bella foto della famiglia Durante in vacanza, tutti e quattro stretti in un abbraccio. Anche la città di Noale non vuole dimenticare, come dice lo striscione appeso fuori dal palazzo municipale, a testimoniare una vicinanza che in tanti hanno espresso in questi anni, in attesa di riportare a casa Emma Viola, Sofia, Bruna e Paolo.

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