In particolare, di fronte alle autorità belghe, il Pontefice, oltre a ritornare sullo scandalo degli...
Demografia: nel 2003 previsioni sbagliate
Treviso prima provincia del Veneto per abitanti, con oltre un milione di persone. Comuni destinati a “raddoppiare”, (da Casier a Casale, da Ponzano a Maserada, ma anche la stessa Asolo). Il tutto, avrebbe dovuto accadere nel 2030, ma già nel 2020 la Marca sarebbe stata la seconda provincia della regione, a un soffio da Verona. Si tratta delle proiezioni contenute in un precedente studio sull’evoluzione demografica, promosso dalla Camera di commercio di Treviso, nel 2003. A guidare il team di esperti, era il politologo Paolo Feltrin.
Facile, con il senno di poi, notare che la previsione che orientava il rapporto non si è realizzata: la provincia di Treviso ha smesso di essere un “magnete”, ad attrarre lavoratori, e quindi abitanti (stranieri e non solo), rispetto alle altre province del Veneto.
“E’ vero - ci dice ora Feltrin -, le previsioni non si sono dimostrate veritiere. Aggiungo che la grande crisi economica del 2008 c’entra fino a un certo punto”.
Cos’è successo, dunque, al nostro territorio? “Il tema è complesso, ma a mio avviso i motivi principali sono tre. Il primo è che quasi subito, già nel 2004 e 2005, l’economia veneta, e in particolare trevigiana, ha iniziato a rallentare. Intendiamoci, i dati sono rimasti buoni, ma il modello del «piccolo è bello» ha cessato di essere una prospettiva di eccellenza. Per capirci, trent’anni fa la differenza tra il Pil pro capite degli Usa e quello dell’Italia era del 9%, oggi è del 125%. Qualcuno sostiene che è colpa dell’euro, invece io penso che questo modello fosse solo transitorio, e che il Veneto dovesse agganciare prima la digitalizzazione e il terziario avanzato”. Poi, ci sono altre due ragioni: “Il crollo delle nascite non era prevedibile, in questa misura, e poi si è visto che il mondo del lavoro ha bisogno di meno lavoratori, la tecnologia fa sì che ci sia bisogno di meno personale. So di dire una cosa in contrasto con la linea del vostro giornale, ma faccio presente che se avessimo avuto le nascite di qualche decennio fa, ora avremmo molti più disoccupati”.
Resta, poi, il fatto che la stessa Marca trevigiana è diventata meno attrattiva rispetto ad altre province del Veneto. “Anche questo è vero, e il fatto è che l’attuale modello di sviluppo economico premia le città, tanto è vero che lo studio presentato nei giorni scorsi rivela che a crescere sono Padova e Verona, mentre Treviso e Vicenza sono più in difficoltà. Ma questa tendenza si ha in tutte le rilevazioni. Crescono Milano, Roma, Bologna... Treviso è troppo piccola”.
Secondo Feltrin, “ci sono delle responsabilità. Vent’anni fa si poteva intervenire, per esempio creando la cosiddetta «grande Treviso», ma non lo si è fatto. Si tratta di decidere se e come recuperare il tempo che si è perso. La stessa Superstrada pedemontana si rivelerà utile, avrà successo. Ma le grandi reti viarie sono fatte per collegare nodi, e Treviso non lo è. Abbiamo una marea di piccole aziende in mezzo ai campi. Un modello che rende ancora oggi mediamente benestanti, ma non competitivi. I riflessi, poi, si vedono tutti sullo sviluppo demografico”.