sabato, 07 giugno 2025
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Dopo le Province a chi tocca?

Ripensare le municipalizzate, le Camere di commercio, il doppione di Aci e di Motorizzazione civile, i Consorzi di bonifica: è la nuova sfida, da giocare sul territorio, per continuare a ridurre i costi della politica.

Alle città , ai sindaci, alla politica locale il documento di economia e finanza del governo Renzi ha lanciato una sfida sulla qualità, sull’efficienza, sulla razionalizzazione e la sostenibilità. Non ha chiesto tagli lineari, in questo senso i provvedimenti di Tremonti e poi dello stesso Monti sono stati superati di slancio. Ma l’asticella è stata posta molto in alto, chiedendo di ripensare le municipalizzate, le Camere di commercio, il doppione di Aci e di Motorizzazione civile, i Consorzi di bonifica, insomma tutto quel sottobosco di aziende strappate alla libera concorrenza che spesso sono impantanate in pletorici consigli di amministrazione, zeppi di politici a gettone.
Chiedere a sindaci di realizzare le smart city, ovvero le città intelligenti, che, incrociando tecnologia digitale ed efficienza professionale, riescono a ottenere risparmi energetici e miglioramento dei servizi è una rivoluzione copernicana, significa chiedergli di non essere più semplicemente i sindacalisti dei cittadini, ma di immaginare, pensare, realizzare, con i giusti investimenti, delle città europee senza sprechi e clientele.
Venezia stringe su Veritas
Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, risponde che sta già facendo i compiti: “Una sforbiciata c’è già stata: abbiamo eliminato una dozzina di società partecipate. Certo, c’è ancora molto da fare, soprattutto nell’ambito di Veritas, che gestisce i rifiuti veneziani e una miriade di servizi municipali e con la quale stiamo preparando un ulteriore piano di riduzione”. Sulla mobilità Venezia è riuscita in poco tempo a dotarsi di un mezzo agile ed efficiente come il tram.
Le società di Treviso
Treviso non è da meno. Ha cancellato prima dell’arrivo dell’attuale sindaco Manildo due municipalizzate, ormai si erano impantanate: Treviso Servizi e Treviso Sinergie. Treviso Servizi, recentemente acquistata da Contarina, creando una mega azienda in grado di raccogliere i rifiuti di “un’area vasta”, ha avuto una storia travagliata: tante polemiche per l’occupazione politica di tutti i posti di responsabilità e un buco di 1,3 milioni di euro improvvisamente rivelatosi dopo la fusione per incorporazione con Contarina. L’ultimo presidente Antonio Zamberlan difese l’aumento dello stipendio del direttore, 750 euro lordi a Sergio Vallotto, secondo alcuni solo per l’appartenenza politica di quest’ultimo, vicesindaco a Noale per i colori della Lega Nord. Prima ancora, nel 2010, il sindacato era stato durissimo: “Oggi che il limone è stato spremuto a dovere ed è rimasto senza succo - disse Maurizio Fonti della Fit-Cisl - la Direzione di Treviso Servizi esce allo scoperto credendo di poter smantellare l’azienda destrutturandola e penalizzando i lavoratori”.
Intricata la storia di Treviso Sinergie, che fin dalla nascita si è occupata di guardiania e pulizia degli immobili comunali. La sua storia si è conclusa con la vendita all’asta a una cooperativa di Lucca che ora cerca di stare sul mercato e di continuare a garantire una sessantina di posti di lavoro. Era di proprietà del Comune a cui costava un milione di euro l’anno, si racconta che fosse la roccaforte della Lega Nord anche dal punto di vista elettorale. Arriva a occuparsi della pulizia di 18 immobili comunali e di 28 palestre. A decretarne la fine nel 2012 l’assessore leghista al bilancio del comune di Treviso Fulvio Zugno, sotto la spinta della nuova legislazione nazionale del Governo Monti.
Partecipazione minima
“Giudicare come sta funzionando l’accorpamento dell’intero sistema di raccolta dei rifiuti e di gestione del verde pubblico per ora non è facilissimo da un punto di vista economico - spiega l’assessore al bilancio del comune di Treviso, Paola Gazzola -, ci sono ancora partite di giro da compensare per il 2013 e per il 2014 fino a luglio il sistema della differenziata non sarà pienamente a regime. Vedremo. Spero, sulla base della convezione di poter dare un giudizio positivo della gestione economica della incorporazione nel Contarina, come già possiamo dare del servizio che mi risulta, nel complesso, apprezzato dai cittadini”.
Anche l’operazione chiusura Treviso Sinergie era già conclusa quando la Gazzola ha preso l’assessorato. “Ormai di fatto sono servizi esternalizzati e noi procediamo secondo le diverse scadenze dei bandi. Conserviamo una piccola partecipazione, non determinante, in Aertre, la società che gestisce l’aereoporto di Treviso. Qualcosa anche nel consorzio Priula a cui fa riferimento la Contarina. In ogni caso dovremo, secondo la legge di stabilità, vendere le nostre partecipazioni nelle società se sono in perdita da tre anni”. Nei consigli di amministrazione di queste società i sindaci hanno loro rappresentanti, che controllano il rispetto delle convenzioni, ma siamo ben lontani dai pletorici consigli di amministrazione, imbottiti di politici a gettone, degli anni passati.
In Provincia ancora incertezza
Più complessa la situazione delle partecipate a livello provinciale. A Treviso resiste la Mom, l’azienda che ha razionalizzato il trasporto pubblico dell’intera provincia di Treviso, compattando in un’unica azienda ben quattro aziende di autobus pubblici e altrettanti direttori, consigli di amministrazione e presidenti.
C’è poi il Bim Piave, consorzio totalmente in mano a 34 comuni trevigiani, e la società di 93 comuni trevigiani, Asco Piave, entrambe controllate dal gruppo Asco holding. Oltre al tema dell’energia c’è quello dell’acqua potabile che a Treviso si organizza nei Servizi idrici sinistra piave e nell’Alto trevigiano servizi: entrambe partecipate dai Comuni. Per il momento nessuno tocca queste realtà, la legge prevede che ad occuparsene siano gli enti che nasceranno con la scomparsa delle Province, una data assai vicina per Venezia ormai alla vigilia della nascita della città metropolitana, ma lontana per Treviso, dove la Provincia resterà in vita fino al 2016.
I costi standard
“Inoltre bisogna tener conto - spiega il vicepresidente dell’Anci Veneto Franco Bonesso - che sull’acqua gli italiani si sono espressi con il referendum del 2011, stabilendo che l’acqua deve essere gestita da aziende, enti pubblici, di fatto municipalizzate”. Per Bonesso il problema è che alcuni servizi hanno la possibilità di essere razionalizzati e resi efficienti se insistono sulla cosiddetta “area vasta”, per Treviso sinistra e destra Piave. “Il problema vero è parametrare, confrontare i costi. Smaltire i rifiuti non può costare a Treviso la metà di quello che costa in altre parti d’Italia. Oggi abbiamo mezzi, strumenti, esperienza per poter stabilire i costi standard. Non capisco perché non si faccia? C’è forse qualcosa da nascondere? Ci sono ‘altarini’ politici?”.

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