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Giavera festival: "Dove portano i venti"... è il tema di questa edizione

Ospiti il Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, premio Nobel per la pace, Moni Ovadia, Andrea Pennacchi, esperti di cambiamenti climatici e scelte di sostenibilità, di mutamenti economici e conseguenze per il nostro futuro. In mostra realtà artigiane di migranti presenti in Italia

In tempi di “equilibri sconvolti, di cambiamenti e trasformazioni di un Mondo sull’orlo”, la 27ª edizione del GiaveraFestival dal titolo “Dove portano i venti…” vuole interrogarsi sull’oggi e sul domani, perché “il domani, è il passo avanti a noi “ - fa sapere il presidente del Giavera Festival don Bruno Baratto - e quel passo va fatto insieme e con tutta la responsabilità che siamo in grado di assumerci “ascoltando il respiro del mondo” e allargando lo sguardo su prospettive più vaste.
Il festival quest’anno offre una rassegna particolarmente ricca e qualificata di persone “che ci accompagneranno - continua don Bruno Baratto - a esplorare quali siano le rotte che si intuiscono e le scelte che ci si prospettano, per essere capaci di confrontarci in maniera informata e consapevole con quanto sta accadendo”.

Un Festival denso di appuntamenti.

Giovedì 14 luglio
Il direttore dell’Avvenire, Marco Tarquinio, ci aiuterà a decifrare alcuni avvenimenti particolarmente significativi e attuali per capire dove stiamo andando come comunità umana, aprendo il Festival giovedì 14 luglio alle ore 20.45 negli spazi della Casa Accoglienza migranti di Giavera del Montello.

Venerdì 15 luglio
Vittorio Emanuele Parsi, docente della Cattolica di Milano ed esperto di relazioni internazionali, a partire dal suo ultimo lavoro “Titanic”, rifletterà con i presenti sui rischi di naufragio dell’attuale ordinamento della società globale e i necessari cambi di rotta per evitarlo. Venerdì 15 luglio ore 20.45 negli spazi della casa accoglienza Migranti di Giavera del Montello.

Sabato 16 luglio
Il professor Grammenos Mastrojeni interverrà alle ore 18 in villa Wassermann coniugando cambiamenti climatici e scelte di sostenibilità possibili a ciascuno di noi. Alle ore 20 nel foyer di villa Wassermann Matteo Moretti, designer e docente all’università di Bolzano, presenterà il Piccolo Salone del Fare-Migrare, un’occasione inedita per incontrarci e scambiare con esperienze produttive originali nate da apporti di competenze artigiane e creative dei migranti presenti in Italia. Saranno presenti le realtà di Manusa (Pistoia), Mafric (Milano), Talking Hands (Treviso), Agave Sartoria Etica (Padova), Cartiera (Marzabotto), Collection Muranero (Venezia), Avventura di Latta (Napoli) e Progetto Terre d’Artijanè (Tunisia). La serata prevede ancora, alle 20.30, un teatro reportage dalla Palestina con il gruppo “Zaatar” e alle 21.30 la proposta del docufilm “The Wire” sul confine sloveno-croato della rotta balcanica, presentato dalla regista Tiha Gudac. Dalle 19 in poi, una ricca varietà di interventi musicali: i ritmi dal Magreb con l’Abidat Rma group Maroc, le sonorità dai Balcani al Mediterraneo con il Balkan group music, i ritmi del gruppo Kora Beat e le melodie di Achref Chargui Mediterranean Oud.

Domenica 17 luglio
Alle ore 11 il festival ospita in villa Wassermann il Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, premiato nel 2015 con il Nobel per la pace “per il suo contributo decisivo alla costruzione di una democrazia pluralista in Tunisia dopo la rivoluzione dei Gelsomini del 2011”. Con loro si parlerà della situazione del Mediterraneo e dell’importanza della società civile negli eventi di cambiamento. Abdessattar Ben Moussa, avvocato e attivista per i diritti civili, Houcine Abassi, sindacalista, Ouided Bouchamaoui, imprenditrice, Mohamed Fadhel Mahfoudh, avvocato, condivideranno poi a pranzo, con tutti coloro che si saranno prenotati, le specialità dello chef Baigiou, per continuare a scambiare opinioni. Sarà presente anche Moni Ovadia, che, a seguire, offrirà un contributo su “Essere viventi”, ovvero sulla condizione umana nel nostro tempo. Alle 18, Paolo Guerrieri, docente di economia alla Sapienza di Roma, ragionerà di mutamenti dell’attuale fase economica e di conseguenze per il nostro prossimo futuro. Alla sera alle 20.30 Andrea Pennacchi con “Sbuffi spifferi folate… dove portano i venti?”. La serata si arricchisce, quindi, di sonorità che intrecciano varie parti del mondo, con la Fanfara Station e il gruppo Carlos Paz, musicista dell’Orchestra di Piazza Vittorio che chiuderà con un viaggio musicale di contaminazioni dalle Ande ai Caraibi.
Non mancano le proposte di mostre fotografiche colte da punti di vista particolari. Infine, Matthias Canapini, reporter con “tanta strada sotto i piedi”, racconterà volti e storie di umanità sconosciuta.

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