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Mobilità e parcheggi: obiettivo Treviso senz’auto, resta da capire come

L’ipotesi park Vittoria sempre più lontana. Si vagliano le alternative, tra cui il Cantarane di Manildo
19/06/2025

Èarrivata in sordina la notizia, quasi una nota a margine di una conversazione altra, ma non ci si poteva aspettare che restasse un sussurro: park Vittoria, l’interrato da 430 posti auto sotto piazza Vittoria, non si farà. O meglio: forse, vediamo, aspettiamo. A oggi (ed è bene sottolinearlo, visto che in queste settimane le versioni sono state diverse) il progetto resta ufficialmente “in attesa di risposte” dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, che sta ancora valutando la fattibilità dello smontaggio e riposizionamento del Monumento ai caduti. Ma, intanto, l’Amministrazione volge lo sguardo su altri lidi fino a oggi poco contemplati.

Breve storia di una lunga storia

Di un parcheggio interrato in piazza Vittoria si parla da molto tempo, tanto che risale al 2001 (giunta Gentilini) l’avvio dell’iter burocratico del progetto; con diverse evoluzioni arriviamo a novembre 2023, quando il sindaco Mario Conte ha firmato, come un fulmine a ciel sereno, il contratto con la ditta Parcheggi Italia che lo avrà (avrebbe avuto?) in gestione per 60 anni. A novembre 2024, i partiti del centrosinistra avevano consegnato sul tavolo di Conte 5 mila firme di cittadini e cittadine contrarie al progetto, sul quale, tuttavia, per qualche mese si è continuato a tirare dritto. Dalla promessa di avvio lavori nel 2024, si è slittati al 2025. Si garantiva una decisione entro gennaio, poi febbraio, poi marzo, ma la partita a scacchi tecnica è proseguita ulteriormente, fino a un nuovo fulmine a ciel sereno, solo tre settimane fa: “Non è più centrale”, recentemente rivisto e corretto con “siamo in attesa di autorizzazione, e nel frattempo cerchiamo risposte alternative alle esigenze di parcheggi”, come ha fatto sapere il sindaco Conte.

Due soluzioni “complementari”

Già a dicembre, l’Amministrazione aveva dichiarato di volgere lo sguardo ad altre aree, per trovare soluzioni definite “complementari” al park Vittoria. Soluzioni che ora, almeno per qualche giorno, sembravano essere diventate “sostitutive”. In via Lancieri di Novara, di fronte all’acquedotto, si studia una struttura sopraelevata come quella già proposta e approvata per il parcheggio dell’ex Telecom di via Foscolo e il riordino della viabilità per sfruttare al meglio le strisce blu. Anche l’ex Telecom di via Dandolo, vista la prossimità con la stazione ferroviaria, è un’area dal grande potenziale per un fast park, sulla quale il Comune sta trattando con il proprietario.

Sorpresa Cantarane

Forse, tuttavia, la sorpresa più grande è stato il ritorno del Cantarane al centro del dibattito. La possibilità di realizzare una struttura sopraelevata sul parcheggio adiacente alla biblioteca Zanzotto appare improvvisamente affascinante, ma non è sfuggito che si tratta di una proposta dell’ex sindaco Manildo, fino a quel momento malamente accantonata. “Accogliamo con favore il rilancio, dopo ben sette anni, di una soluzione già proposta all’epoca dall’Amministrazione di centro-sinistra”, scrivono infatti dalla coalizione di centro-sinistra di Treviso. “Questa opzione, combinata con la realizzazione di un nuovo parcheggio a nord della città, porterebbe due vantaggi significativi: un impatto ambientale minore e una riduzione del rischio idrogeologico; un aumento della disponibilità di parcheggi funzionale a una progressiva pedonalizzazione del centro storico”. L’attenzione sul Cantarane però, come spiega l’assessore alla Mobilità, Andrea De Checchi, è tornata contestualmente al progetto dell’e-Brt (Bus rapid transit), il “tram su gomma” per il quale il Comune ha chiesto un finanziamento tramite bando statale: “La linea preferenziale dell’e-Brt passerà per Città Giardino, costringendo a togliere numerosi stalli e a ripensare la viabilità. In quest’ottica potenziare il Cantarane sarà molto importante”.

Mobilità e visione di città

La settimana scorsa si è riunita la III commissione (lavori pubblici) unitamente alla II (urbanistica), con la presenza dei vertici Mom. Maggioranza e minoranza sembrano avere la stessa visione di città nei prossimi dieci anni (cioè con una riduzione significativa dell’uso del mezzo privato), ma su come arrivarci sembra impossibile trovare una quadra. Proprio il servizio del trasporto pubblico è stato al centro della polemica, con una giunta “arroccata” sull’operato di Mom e una minoranza all’attacco. “A oggi il tpl a Treviso non è competitivo con l’auto privata”, commenta Marco Zabai, consigliere del Partito democratico; “è un servizio interurbano che passa anche per la città, invece abbiamo bisogno di un servizio urbano, con cadenze più ristrette e mezzi più piccoli. Emerge chiaramente che la Regione non finanzia, e non lo fa nemmeno il Comune, a differenza di altri Comuni, e per questo alcuni progetti, come i minibus, sono fermi”. L’assessore De Checchi respinge le accuse al mittente e difende l’operato di Mom come “un trasporto pubblico di alto livello che, all’interno del principio della quadratura dei bilanci, sta facendo comunque diverse innovazioni”. Anche se, dice chiaro e tondo, senza il finanziamento statale (di cui sapremo entro fine anno) l’e-Brt non si farà. Nella Treviso senza traffico del 2035, per l’Amministrazione, tuttavia, questo e-Brt sembra proprio essenziale.

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