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A Jesolo in treno: perché no?

La proposta del movimento politico Volt per una ferrovia al posto della Via del mare. Trentacinque chilometri, da Olmi alla località balneare. Poi, un tram lungo la costa. Solo sogni? “No, ma ci vuole la volontà politica”
20/06/2025

Una linea ferroviaria, lunga circa 35 km, che dal trevigiano scenda verso il Lido di Jesolo e poi un tram che corra parallelo al litorale del Lido Jesolo, dal faro a Cortellazzo, per circa 15 km. È questa l’alternativa su ferro alla Via del mare, che nelle scorse settimane è stata presentata da Volt Europa, movimento politico transnazionale, che si batte per creare un’Europa unitaria e federale.

“La nostra proposta è alternativa al progetto di Via del mare presentato dalla Giunta regionale - ci spiega Geremia Antonini, segretario di Volt Europa per il Veneto -. Il progetto nasce dalla consapevolezza che fare nuove colate di cemento in Veneto non è la strada migliore da percorrere. L’esperienza della Pedemontana veneta, oggi, lo dimostra chiaramente”.

Secondo Antonini, il progetto iniziale della Pedemontana era di gran lunga sottostimato, rispetto ai costi effettivi: “I tratti in trincea hanno fatto esplodere i costi, e oggi è una delle strade a pedaggio più care d’Italia, nonostante gli sconti, che contengono sempre un cavillo”.

Non solo: secondo Volt, la Pedemontana sconta una cattiva gestione del project financing: “La Regione si è impegnata a ripagare i concessionari se non vi sono gli introiti garantiti - continua Antonini -. Riteniamo assurdo che lo stesso metodo, che si è rivelato completamente sbagliato, si stia riproponendo oggi per la Via del mare”.

Antonini è critico sulle stime di questa nuova arteria: “A oggi non è chiara una stima di quanto costerebbe l’opera, perché, a poche settimane di distanza, dapprima si parla di 200 milioni di euro, per poi ipotizzare circa il doppio. Andrebbe, poi, rifatta la valutazione d’impatto ambientale del 2012, ormai troppo troppo vecchia per essere ancora valida. L’opera, quindi, andrebbe finanziata: vogliamo evitare gli errori della Pedemontana veneta, opera da 12 miliardi di euro, che inevitabilmente verranno ripagati dai veneti e sottratti, ad esempio, alla sanità”.

Da qui, l’idea di presentare proposte alternative e valutarle con serietà, attorno a un tavolo, evidenziando pro e contro.

Volt, attento ai temi della sostenibilità, ha quindi pensato di puntare sul ferro. Secondo Antonini, le strade che portano al litorale veneto sono vecchie, pericolose e inadatte a sostenere i volumi di traffico dei giorni estivi. Inoltre, le automobili che le attraversano sono fonti di inquinamento per i territori circostanti.

“Da qui nasce l’idea della ferrovia del mare - spiega -. Il nostro sogno è vedere realizzati dei collegamenti ferroviari dalle città del Veneto, come Vicenza o Treviso, verso Jesolo. Qui, le gente scenderebbe e si arriverebbe alla spiaggia con il tram. Il tutto, senza usare l’auto privata. Se riuscissimo a trasferire su ferro molti dei vacanzieri e turisti che giungono a Jesolo, renderemmo le strade più sicure e diminuiremmo l’inquinamento. Inoltre, si potrebbe pensare a delle tratte notturne, che dal litorale riporterebbero i giovani verso l’entroterra. È un servizio che si mette già in atto a Venezia per la notte di Capodanno e quella del Redentore”.

Il progetto di Antonini si ispira a progetti realizzati in giro per l’Europa: “Numerose città francesi, tra cui Parigi, negli ultimi anni hanno incentivato il trasporto pubblico e l’utilizzo delle biciclette. Parigi ha, così, ridotto notevolmente l’inquinamento e gli ingorghi stradali. Stessa cosa accade anche in città più piccole, dove le strade centrali sono state pedonalizzate e collegate alle periferie, tramite piste ciclabili e corsie dedicate di trasporto pubblico. Certo, il nostro territorio, fatto di piccole e medie città sparpagliate in mille periferie, non è paragonabile a quello della metropoli francese, ma ciò non deve impedirci di pensare in modo differente, in modo da considerare l’auto come ultimo mezzo di trasporto disponibile”.

La ferrovia, infatti, porta benefici sia sul breve periodo, in quanto permette di ridurre l’inquinamento e il traffico, sia sul lungo periodo, in quanto potrà essere utilizzata anche dalle future generazioni, che, oggi, “non sono considerate dall’attuale classe politica”, incalza Antonini.

Il possibile tracciato

Il nuovo tracciato proposto da Volt Europa, aperta a eventuali varianti, inizierebbe a Olmi di San Biagio, staccandosi dall’attuale ferrovia per Portogruaro: da lì, la ferrovia scenderebbe verso il litorale, toccando Meolo, sulla linea Venezia-Trieste, per poi puntare verso il litorale di Jesolo.

Un treno del mare, partendo dalla stazione centrale di Treviso, farebbe questo itinerario per giungere nella località balneare, dove ci sarebbe l’interscambio con una linea tranviaria che da Cortellazzo, seguendo un percorso su corsie preferenziali, giungerebbe fino al faro.

“Aiutati dalla sezione Volt di Amsterdam, abbiamo stimato i costi del progetto: un km di ferrovia costerebbe circa 30 milioni di euro, mentre il tram ne costerebbe 15. L’intero progetto è realizzabile con circa 1.2 miliardi di euro. Certo, è una cifra ingente, ma sicuramente meno, per esempio, di quanto ci costerà la Pedemontana veneta”, ragiona Antonini, che si dice ottimista anche sulla fattibilità di un simile intervento: “Oggi in Veneto sono presenti tutte le competenze necessarie per realizzarla. Deve, però, esserci la volontà politica per far esprimere queste competenze”.

Esempi già attivi in Italia

Opere come queste, sono già realtà in alcune parti d’Italia: basti pensare al Metromare, una linea di filobus a corsia dedicata lunga circa 10 km, che connette le stazioni di Rimini e Riccione, seguendo la costa romagnola. Proprio in questi giorni, inoltre, anche a Treviso è nata una discussione in merito alla realizzazione di due linee di tram, attorno al centro storico cittadino. Progetto rispetto al quale Volt si dice favorevole.

La presenza di una ferrovia, poi, potrebbe benefici economici ai Comuni attraversati: “Potrebbe essere uno strumento per diversificare e dare nuovo slancio ai Comuni del litorale, che a oggi ruotano principalmente attorno al turismo, dando nuovo impulso al settore manifatturiero, artigianale e industriale”.

L’opera presentata da Volt si collocherebbe a metà strada tra due progetti di sviluppo del trasporto pubblico in via di realizzazione nel Veneto Orientale, quali la bretella ferroviaria per l’aeroporto di Venezia e il nuovo polo intermodale di San Donà di Piave.

“Chiediamo, quindi, alla Giunta veneta di agire per il bene del territorio e ampliare gli orizzonti. Ci sono le competenze per fare queste opere, e per un futuro diverso. La ferrovia è più sostenibile ridurrebbe l’inquinamento del trasporto privato. Già con questo dovrebbe essere sufficiente, per scegliere questa soluzione”, conclude Antonini.

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