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Elezioni regionali: Manildo lancia la sfida, centrodestra nel guado

Un candidato, quello sulla carta “sfavorito”, già in corsa. Una coalizione, quella di centrodestra, saldamente al comando in Veneto da trent’anni, in pieno psicodramma, anche se tutti sono pronti a scommettere che, al ritorno dalle ferie (non prima) una soluzione unitaria verrà trovata. Resta questa la situazione in vista delle elezioni regionali in Veneto, che si terranno in autunno, ma non si sa ancora quando.
La “certezza”, dunque, è la candidatura di Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, per un centrosinistra molto “allargato”, praticamente unitario. La presentazione ufficiale è avvenuta il 26 luglio, proprio a Treviso, al parco degli Alberi parlanti, alla presenza di tutti i “big” regionali della coalizione e, in particolare, del Pd. Manildo ha affermato che il Veneto ha bisogno di un cambio, dopo trent’anni, ha fissato come priorità del suo programma i giovani, l’emergenza casa, il lavoro e l’ambiente. In settimana, il Pd di Treviso ha ufficializzato la sua lista, che vedrà in lizza, tra gli altri, l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano, la trevigiana Antonella Tocchetto, il castellano Claudio Beltramello.
Mano a mano che passano le settimane, pare complicarsi, invece che risolversi, la situazione nel centrodestra. In pole position c’è sempre il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, fedelissimo di Matteo Salvini, ma resta viva l’ipotesi di un candidato di Fratelli d’Italia. Ad “agitare” il tavolo di centrodestra, la richiesta di Zaia di presentare una propria lista, che, fatalmente, sottrarrebbe consensi ai partiti. Che, infatti, non ne vogliono sapere. Ma resta forte anche la richiesta di una “corsa solitaria”, che proviene dalla base leghista. Quest’ultimo esito resta improbabile, ma il nervosismo, nella Lega, resta alle stelle. Molti quadri intermedi si stanno rendendo conto che, in cambio del via libera a Stefani, FdI e Forza Italia chiederanno poltrone pesanti, tra assessorati e sindaci, nelle prossime tornate amministrative. E qualcuno inizia a chiedersi se nel valga la pena. Sullo sfondo, un’altra ipotesi clamorosa: la possibilità, al momento remota, che venga dato il via libera alla lista Zaia solo in presenza di un candidato meloniano. Si tratterebbe dell’ipotesi più sgradita per Matteo Salvini.