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Il Convegno Cisl su Corazzin a Treviso

Messaggi anche da Mattarella e Fumarola
21/11/2025

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio alla memoria di Giuseppe Corazzin, nel centenario della sua morte. Lo ha fatto attraverso un breve messaggio, indirizzato al prof. Aldo Carera, presidente della fondazione Giulio Pastore, letto in occasione del convegno promosso dalla Cisl nazionale, che si è tenuto lunedì 17 novembre, a Treviso, all’auditorium Santa Caterina. “Giuseppe Corazzin - ha scritto Mattarella - fu apostolo del sindacato delle Leghe bianche in una campagna, quella veneta, dove miserrime erano le condizioni contadine. La emancipazione dei lavoratori della terra fu l’impegno che lo spinse, sulla scorta dell’insegnamento di Giuseppe Toniolo, a dedicare a questa causa la sua vita”. Il Presidente ha anche citato l’aggressione fascista subita da lui e dalla moglie, “per l’incrollabile difesa degli ideali democratici e di solidarietà sociale”.

L’incontro di Treviso, presentato dal segretario regionale della Cisl, Massimiliano Paglini, ha visto alternarsi leader sindacali e storici. “Mantenete accesa quella luce che Bepi Corazzin ha avuto la libertà e il coraggio di accendere”, ha esortato il vicario generale della Diocesi di Treviso, mons. Mauro Motterlini, portando il saluto del vescovo, Michele Tomasi.

La segretaria nazionale del sindacato, Daniela Fumarola, impossibilitata a essere presente di persona, ha inviato un videomessaggio, sottolineando:“La sua non è solo una figura del passato, è una coscienza viva del nostro presente. Corazzin ci parla ancora perché la sua testimonianza incarna le radici più vere del sindacato libero e democratico, la dignità della persona, la libertà, la giustizia sociale. Per noi, della Cisl, Giuseppe Corazzin è un precursore, lo è per il suo modo di intendere il sindacato come strumento di emancipazione, non di contrapposizione, come spazio di libertà e di responsabilità”. Ha proseguito Fumarola: “Credeva nella partecipazione come forza generativa, nella persona come misura di ogni scelta, nello sviluppo integrale dell’uomo come orizzonte di giustizia e di pace”. E ha concluso: “Fiducia nella democrazia, nella forza del dialogo nella possibilità di cambiare la realtà attraverso la responsabilità di ciascuno. Il suo insegnamento più grande sta nell’aver incarnato nell’estrema coerenza un principio. La fede non è rifugio, ma un impegno verso la giustizia”.

Concetti ripresi dal segretario della Cisl di Belluno-Treviso, Francesco Orrù, che ha definito Corazzin “guida del sindacato cristiano della nostra provincia”, sottolineneando la sua adesione alla Dottrina sociale della Chiesa e la “visione” che ha portato, nel nostro territorio, al superamento della mezzadria.

Quindi, l’intervento di Onofrio Rota, trevigiano, segretario nazionale della Fai Cisl, che lo ha indicato come “precursore a tutto tondo” dell’azione sindacale, non soltanto nel contesto locale, ma in quello nazionale (fu tra i fondatori della Cil, la Confederazione italiana dei lavoratori). Fu, soprattutto, “un vero leader, riconosciuto e amato da mezzadri, braccianti, piccoli coltivatori”. Oggi, “possiamo dire che l’azione di Corazzin, nonostante le guerre e la dittatura fascista, ha avuto un seguito ed è stata portata a compimento proprio grazie a quei sindacalisti di ispirazione cattolica e laico-riformisti che diedero vita alla Cisl”.

A dare corpo a queste convinzioni, gli interventi dei due storici. Aldo Carera ha messo in evidenza la dote di “grande tessitore di rapporti” del leader sindacale, e la sua capacità di “andare oltre l’intransigentismo cattolico”, sapendo, al tempo stesso, “restare sempre fedele al suo vescovo”, il beato Andrea Giacinto Longhin. Ha, poi, evidenziato i valori che stavano alla base della sua attività al fianco dei lavoratori, a partire dallacentralità della persona e dalla libertà.

Mauro Pitteri (già intervistato dal nostro giornale nel n° 43), autore di un ampio studio su Corazzin edito dalla Cisl, di prossima uscita, ha sottolineato la dimensione nazionale del leader sindacale, soffermandosi sul suo impegno contro il dilagante fascismo, che, non a caso, pose l’attività di Corazzin e il suo giornale “L’Idea” al vertice delle realtà da eliminare.

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