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Regione, inizia l’era Stefani: nella nuova Giunta l’unica trevigiana è Paola Roma
Inizia, in Veneto, il cammino della Giunta guidata da Alberto Stefani e del Consiglio regionale, che ha eletto Luca Zaia come suo presidente. Sabato 13 dicembre il neoeletto presidente ha comunicato i nomi della sua squadra al termine di una, come sempre accade, travagliata trattativa con le forze di centrodestra (e, soprattutto, al loro interno, visto che i rapporti di forza erano già stati definiti). Questa, dunque, la composizione della squadra, con le principali deleghe. Il presidente Stefani (Lega) tiene per sé alcune deleghe, tra le quali l’Autonomia differenziata e le Politiche giovanili; vicepresidente è Lucas Pavanetto (Fratelli d’Italia), con deleghe a Turismo, Lavoro e Sicurezza. Quindi, gli assessori: Massimo Bitonci (Lega), che lascia il Parlamento per assumere le deleghe di Sviluppo economico, Ricerca e Innovazione; Dario Bond (Fdi), ad Agricoltura, Foreste, Montagna, Politiche venatorie e Pesca; Gino Gerosa (indipendente) celebre cardiochirurgo, alla Sanità; Filippo Giacinti (Fdi) a Bilancio e Patrimonio; Valeria Mantovan (Fdi) a Istruzione, Formazione e Cultura; Diego Ruzza (Fdi) a Trasporti, Mobilità e Lavori pubblici; Elisa Venturini (Forza Italia) ad Ambiente e Protezione civile; Marco Zecchinato (Lega) a Cooperazione interregionale, Infrastrutture, Enti locali; Paola Roma (Lega) a Servizi sociali, Famiglia, Sport, Politiche abitative. Inoltre, entrano nella squadra due consigliere delegate, entrambe della Lega: Elisa De Berti, vicepresidente uscente, a Infrastrutture e Attuazione del programma; Morena Martini, alla Partecipazione giovanile.
Con quest’ultima mossa, unita alla scelta di un “tecnico” alla Sanità, Stefani ha, in pratica, depotenziato la presenza di Fratelli d’Italia che, pure, ottiene i cinque assessorati promessi, ma senza deleghe di serie A, a parte il Bilancio. Viceversa, la Lega aggiunge alla sua squadra anche le due consigliere delegate.
“Siamo tutti chiamati a rispondere alle nuove esigenze che emergono dal tessuto sociale e a mantenere e implementare le molte eccellenze che già oggi fanno del Veneto una Regione guida in campo nazionale. Come ho sempre garantito, si tratta di donne e uomini in possesso di competenze specifiche maturate sul territorio, di professionalità elevate, anche di entusiasmo per affrontare al meglio la nuova sfida amministrativa - ha detto Stefani -. Il nostro riferimento saranno i veneti, e non a caso, nelle deleghe ho inserito alcune innovazioni, per rendere il lavoro, singolo e collegiale, quanto più rispondente a ciò di cui ha bisogno la gente”.
Come accennato, la composizione della Giunta è frutto di una forte competizione interna tra le anime dei partiti e i diversi territori. La scelta di Bitonci, vicino a Matteo Salvini e mai amato da Zaia, fa capire che la Giunta Stefani non si pone in diretta continuità con il predecessore, che pure è stato eletto, senza sorprese, alla presidenza del Consiglio, nella prima seduta di lunedì scorso. Per quanto riguarda i territori, Padova fa la parte del leone, mentre Treviso perde la sua centralità, avuta nel lungo impero di Zaia, e conquista un solo assessorato, anche se non secondario, con Paola Roma, finora sindaca di Ponte di Piave e presidente dell’Associazione Comuni della Marca trevigiana.



