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Pensione di reversibilità e divorzio

Quando un matrimonio finisce, si crede che ogni legame tra i due coniugi termini definitivamente. Ma non sempre è così, almeno dal punto di vista previdenziale.

Uno dei temi che più spesso crea dubbi è la pensione di reversibilità, che è quella prestazione economica che l’Inps riconosce ai familiari superstiti di un pensionato o di un lavoratore deceduto che abbia maturato i requisiti per la pensione.

L’ex coniuge ha diritto alla pensione dell’ex marito o dell’ex moglie? La risposta è: dipende.

La legge prevede che l’ex coniuge possa ottenere la reversibilità solo se, al momento della morte dell’ex partner, percepiva già un assegno divorzile periodico stabilito dal giudice e non si era risposato.

In pratica, il diritto nasce solo se il tribunale aveva riconosciuto una forma di sostegno economico dopo il divorzio, perché il legame giuridico, anche se sciolto, continua sotto il profilo economico.

Al contrario, se l’assegno divorzile era stato liquidato “una tantum”, cioè in un’unica soluzione e non come rendita periodica, viene meno il presupposto solidaristico che giustifica la prosecuzione del sostegno nella forma della reversibilità.

Se il defunto, si era risposato

le cose di complicano

Le situazioni possono, però, complicarsi quando il defunto si è risposato. In questo caso, la pensione viene divisa tra il nuovo coniuge e l’ex, tenendo conto della durata dei rispettivi matrimoni e delle condizioni economiche di ciascuno. A tal proposito, una recente sentenza della Corte di cassazione ha evidenziato che la ripartizione del trattamento di reversibilità, in caso di concorso tra coniuge divorziato e coniuge superstite, deve essere effettuata ponderando, con prudente apprezzamento, in armonia con la finalità solidaristica dell’istituto, il criterio principale della durata dei rispettivi matrimoni, con quelli correttivi, eventualmente presenti, della durata della convivenza prematrimoniale, delle condizioni economiche e dell’entità dell’assegno divorzile. Chi, invece, si è risposato perde del tutto il diritto.

Al fine di ottenere la prestazione, è necessario presentare domanda all’Inps. Pertanto, la pensione di reversibilità dopo il divorzio non è un automatismo, ma una tutela pensata per chi, pur divorziato da anni, manteneva un diritto economico riconosciuto dalla legge. Conoscere le regole aiuta a evitare equivoci e a far valere, con consapevolezza, i propri diritti.

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