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Napolitano: mettiamocela tutta, con passione e spirito di sacrificio

L'ultimo discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non è stato solo un bilancio: nelle sue parole anche e soprattutto l’indicazione di un percorso. I toni più duri, il capo dello Stato li ha riservati alla corruzione. E ha citato papa Francesco

“Mettiamocela tutta, con passione, combattività e spirito di sacrificio”. Così Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ha concluso ieri sera il tradizionale discorso di fine anno, l’ultimo del suo mandato dopo quasi nove anni di presidenza con l’inedita rielezione dell’aprile scorso. Un discorso “speciale e diverso”, quello di Napolitano, che come previsto ha annunciato le sue dimissioni: “Sto per lasciare, non posso sottovalutare i segni di affaticamento”, ha sottolineato il presidente, che nel 2015 compirà 90 anni. Il Capo dello Stato ha ripercorso i quasi nove anni del suo mandato, ha rimarcato che la sua rielezione nell’aprile dello scorso anno, sollecitata dalla quasi totalità delle forze politiche, ha rappresentato un passaggio decisivo per l’avvio della legislatura. E ora, ha aggiunto, “c’è il positivo ritorno alla normalità costituzionale”. Quello del presidente della Repubblica non è stato solo un bilancio: nelle sue parole anche e soprattutto l’indicazione di un percorso: riforme, guerra alla corruzione, ripresa economica, lotta alla disoccupazione giovanile e sempre più Europa.

"Il cammino del nostro paese in Europa, lo stesso cammino della politica in Italia lo determineremo tutti noi, e quindi ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, le sue prese di coscienza, le sue scelte. Più si diffonderanno - ha aggiunto - senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione, più si potrà creare quel clima di consapevolezza e mobilitazione collettiva che animò la ricostruzione post-bellica e che rese possibile, senza soluzione di continuità, la grande trasformazione del paese per più di un decennio". Ecco perchè "ciascuno deve fare la sua parte" e tutti devono partecipare "con passione, combattività e spirito di sacrificio".

I toni più duri, il capo dello Stato li ha riservati alla corruzione, “un sottosuolo di marciume da bonificare”, ha detto riferendosi all’indagine Mafia Capitale. A questi “italiani indegni”, il presidente ha contrapposto i tanti “italiani esemplari”: l’astronauta Samantha Cristoforetti; la scienziata Fabiola Gianotti; Fabrizio, medico di Emergency che combatte l’Ebola. E tutti coloro che hanno soccorso i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la Grecia e l’Italia. “Il rischio di cadere in quell’indifferenza globale che Papa Francesco denuncia con tanto vigore è dietro l’angolo, anche da noi”, ha aggiunto Napolitano, che ha concluso: “Resterò vicino al cimento e agli sforzi dell‘Italia e degli italiani”.

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