Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Riforma della scuola: il buono oltre il caos
Il provvedimento passa con modifiche l'esame del Senato. Critici ancora i sindacati, mentre il senatore Franco Conte, del Nuovo centro democratico, da Resana, spiega le novità.

La “Buona scuola” del Governo Renzi passa l’esame del Senato. Solite sceneggiate in Parlamento con cartelli, sonagli, lumini. Ormai non c’è legge che passi senza un caos indescrivibile nelle aule che dovrebbero essere deputate al confronto democratico. Stavolta le strumentalizzazioni e le frasi populiste si sono sprecate. Anche i più critici detrattori della riforma Renzi hanno biasimato i cartelli che parlavano di una riforma che punisce la scuola statale per premiare le paritarie. Una menzogna (l’unico intervento per le paritarie è la detrazione fiscale di 70 euro a famiglia, un intervento modestissimo!) confezionata al solo scopo di catturare voti, di solleticare irrazionali istinti rivendicativi per future campagne elettorali.
Nella sostanza la “Buona scuola” in Senato ha subito cambiamenti, il Comitato di valutazione è stato riportato nel controllo dei docenti, le scelte del preside nelle valutazioni degli insegnanti in servizio dovranno rispettare rigorosi criteri stabiliti dal Comitato, gli stessi presidi verranno valutati ogni tre anni sulla base degli obiettivi del Piano dell’offerta formativa e ci sarà un tetto di 100mila euro per le donazioni alle scuole con un fondo di compensazione per le scuole delle aree più povere.
Le assunzioni salgono a quasi 103mila, suddivise in tre fasi. Rafforzato il piano di assunzione degli insegnanti di sostegno. Le scuole avranno oltre all’organico di diritto, un organico di potenziamento, in media di sette insegnanti in più.
Dunque Renzi ha ceduto alle pressioni dei sindacati? Per i sindacati la risposta è no: restano scettici sulla reale volontà di questa riforma di potenziare le scuole italiane.
Intervista. Il senatore Franco Conte, di Resana, difende il provvedimento.
In trincea a difendere il maxiemendamento sulla “buona scuola” c’era lui, il senatore Franco Conte, del Nuovo centro democratico. Senatore che viene dalla diocesi di Treviso, da Resana.
“Se sono contento del lavoro svolto? Certo. Questa legge entra nel merito di molte questioni aperte nella scuola, ridà fiato alla partecipazione dei genitori e rivaluta finalmente gli organi collegiali”.
Il sindacato vi chiedeva solo le assunzioni e non una riforma della scuola, troppe riforme si sono succedute e in pochi anni.
Aver concentrato l’attenzione sulle assunzioni è stato penalizzante, ci siamo dimenticati di studenti e genitori, parlare di una sola componente è stato sbagliato.
Vi accusano di non aver dibattuto e di aver blindato la riforma.
Basta leggere il maxiemendamento per capire che non è così. Rispetto al testo licenziato alla Camera abbiamo recuperato la collegialità: il piano dell’offerta formativa passerà attraverso il Consiglio d’Istituto dove sono presenti tutte le componenti. Non c’è nessun superpreside. Nel Comitato di valutazione avremo tre docenti e due genitori alle primarie, nelle secondarie un genitore e uno studente. Inoltre nel comitato ci sarà un ispettore del Ministero, un uomo esperto di didattica e di scuola. Questo comitato valuterà i nuovi assunti e per gli altri detterà al preside rigidi criteri per assegnare i 200milioni annui di “premio”.
Ci sono dei dubbi sul piano delle assunzioni e quello che chiamate potenziamento in realtà non farà altro che regolarizzare gli attuali collaboratori del preside.
La riforma è complessa. Il 2015-2016 sarà un anno di transizione. Ma da qui a dire che salterà tutto... Le assunzioni ci saranno tutte, anche l’ultima fase di 48mila docenti a cui si aggiungono circa 8mila insegnanti di sostegno. Scivolare dal 1° settembre di 15 giorni, un mese, è possibile, ma ripeto ci sarà un piano straordinario che andrà ben oltre il turn over. Le scuole attiveranno l’organico funzionale, ovvero in media sette docenti in più che andranno ad occuparsi di progetti per il miglioramento della qualità della scuola. Ci saranno i responsabili delle sedi staccate, ma anche i responsabili dei progetti extracurricolari. Si potranno attivare iniziative estive, le scuole funzioneranno per tutti i mesi dell’anno in collaborazione con enti locali e associazioni del territorio. Qualcuno dovrà occuparsi in specifico dell’alternanza “scuola lavoro”. Grazie a questo organico il preside potrà mettere fine alle classi pollaio, in particolare dove sono presenti alunni con handicap. Pensi che, solo in Veneto, il potenziamento dell’organico funzionale prevede quasi 4mila docenti in più e ulteriori 500 per il sostegno.
Il Governo dice di aver messo i soldi per la riforma, molti hanno dubbi.
Le assunzioni sono un investimento che va a regime, i 500 euro a docente per la formazione vanno a regime, l’assegno di 200 milioni annui da distribuire con criteri di merito e il mutuo trentennale per l’edilizia scolastica va a regime: non è l’una tantum in finanziaria, ma un investimento stabile. Tutto questo lo abbiamo realizzato con una consultazione durata un anno. Io stesso ho consultato e mi sono ispirato al documento messo a punto dalle scuole venete con l’Ufficio scolastico regionale.
Durissima la battaglia sul minisconto fiscale alle paritarie.
Ha ragione, durissima e trasversale. Mi sono battuto per questo risultato straordinario, la parità giuridica, introdotta da Prodi, diventa, anche se in maniera assai ridotta, anche economica. Mi batterò nelle prossime finanziarie perché questo bonus fiscale sia ampliato. Le scuole potranno anche contare sulle erogazioni liberali, sui contributi del territorio. Resta da completare il disegno con la scuola dell’infanzia. Dagli zero ai sei anni tutto dovrà ricadere sotto il Ministero della pubblica istruzione e allora procederemo alle assunzioni facendo attenzione a non impoverire le scuole paritarie di insegnanti esperti, che potrebbero optare per il posto statale. Già oggi posso dire però che la scuola italiana volta pagina.