Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Bertilla Boscardin, flauto di canna nelle mani del Signore
Lasciò al Signore trarre da lei melodie di consolazione e di fiduciosa speranza per tante persone sofferenti. La sua fu una vita “semplice e schietta”, come in quegli stessi anni cantava il poeta indiano Tagore.

“Mi sono seduto ai tuoi piedi/ Voglio rendere semplice schietta/ tutta la mia vita,/ come un flauto di canna/ che tu possa riempire di musica” (Tagore).
L’8 aprile 1905 una giovane contadina di Brendola (Vi) entrava tra le Suore Maestre di S. Dorotea, Figlie dei Sacri Cuori. Semplice e disponibile come un flauto di canna, suor Maria Bertilla lasciò al Signore trarre da lei melodie di consolazione e di fiduciosa speranza per tante persone sofferenti. La sua fu una vita “semplice e schietta”, come in quegli stessi anni cantava il poeta indiano Tagore.
Il segreto di questa umile donna da un cuore senza confini? Stare seduta ai piedi del suo Signore. Cioè, vivere alla presenza di Dio in ogni istante, qualunque cosa stesse facendo. Accanto a persone come queste avverti una misteriosa armonia, ti senti bene e in pace. Come Bertilla così sono i testimoni del Risorto. Non dimenticare, però, che un flauto di canna deve essere forato, perché vi passi il soffio dell’artista. Nella vita dell’umile contadina di Brendola fu attraverso le ferite di storia travagliata che lo Spirito seppe trarre quella melodia che ancora oggi rinfranca e guarisce quanti l’ascoltano.