Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Conosciamo i prossimi sacerdoti: Don Matteo Bettiol
“Lo Spirito Santo ha saputo lavorare il mio cuore, dentro le debolezze che man mano scoprivo”

Ho 26 anni e provengo dalla comunità parrocchiale di Casale sul Sile. In famiglia siamo quattro: mio papà Stefano, mia mamma Roberta e mia sorella Laura. Frequentando i gruppi vocazionali alle medie sentivo che nasceva in me un desiderio grande di appartenere a Gesù e amare gli altri a modo suo. Così a 16 anni ho maturato la scelta di entrare in Seminario, prima in Comunità Giovanile, poi proseguendo il cammino in Comunità Teologica. Qui ho approfondito la bellezza della vita comunitaria, lo studio della teologia e le prime esperienze pastorali. Tra queste, la prima è stata nella collaborazione di Nervesa-Giavera, seguita dall’anno “Siloe” dedicato all’annuncio vocazionale; mentre ora sono in servizio come diacono nelle parrocchie di Zero Branco, Sant’Alberto e Scandolara, e vivo anche un’esperienza con la Cappellania penitenziaria che opera nel Carcere minorile di Treviso.
In questo tempo sento nel cuore serenità e gioia. Ai tempi dei gruppi vocazionali di medie e superiori, avvertivo come per Gesù valesse davvero la pena di mollare tutto, seguirlo, perché Lui aveva qualcosa di attraente per la mia vita. Ora avverto che chi ha lasciato sul serio le sue occupazioni per prendersi cura anche di me, e proprio di me, è Colui al quale sto facendo dono della mia vita. Lo Spirito Santo ha saputo lavorare il mio cuore: dentro le debolezze che venivo a scoprire pian piano della mia umanità, Lui ha saputo trovare il posto per tante persone. Dove avvertivo inadeguatezza, fragilità, Lui ha saputo creare lo spazio per tornare ad annusare l’odore delle sue pecore, l’odore reale della sua Chiesa. Mi sto portando nel cuore, in questi mesi, un’immagine cara: quella del “buon samaritano”. Avverto che Dio non si è fatto problemi a vedermi ferito, ma mi ha preso in braccio, mi ha riempito della sua misericordia, della sua compassione e cura. Giungo all’ordinazione con il cuore grato al
Signore per tante cose: l’incontro con tanti fratelli e sorelle, le famiglie, la mia famiglia, i consacrati e le consacrate con cui ho vissuto in fraternità, i molti stili di comunità respirati e di collaborazioni costruite, lo studio, la formazione spirituale e umana ricevuta in Seminario. Su tanti aspetti di me stesso il Signore ha saputo scavare in profondità. Gli anni del Seminario e delle prime esperienze pastorali nelle parrocchie mi hanno donato tante occasioni di annuncio del Vangelo, di comunione e confronto con i giovani, ma anche con tutte le età e condizioni di vita: se divento prete, lo divento per tutti, per quelli che il Signore mi dona.