La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della lettera apostolica di papa Leone sull’educazione:...
Colletta di Avvento: iniziativa diocesana “Un posto a tavola”
La colletta di Avvento e Natale “Un posto a tavola” è destinata al sostegno delle iniziative missionarie della diocesi e delle missioni diocesane. Tutte le comunità cristiane della nostra Chiesa di Treviso sono coinvolte in questo gesto di solidarietà che ci unisce. È bene, quindi, dare la possibilità ai nostri fedeli che frequentano le parrocchie di conoscere e sostenere le missioni diocesane, che sono espressione della missionarietà proprio della Chiesa a cui apparteniamo.
Quest’anno, la colletta prende spunto dalla profezia di Isaia 2,4-5 che ascolteremo all’inizio del tempo di Avvento, tempo di speranza e attesa: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra”.
La profezia risuona forte nella sua attualità, esprime il sogno di Dio e il desiderio di ogni essere umano: che le armi, la violenza, il predominio, gli investimenti in una economia di morte e che uccide, cessino e crescano opportunità di vita per tutti, senza esclusioni, di vita buona per ogni persona, popolo e nazione.
È un messaggio che abbiamo ascoltato più volte dai nostri fratelli provenienti dall’Ecuador nello scorso mese di ottobre. Ci dicevano che “sì, è possibile”; è possibile che, dal basso, a partire dagli ultimi, si possano avviare processi nuovi e virtuosi capaci di dare concretezza a sogni, attese e desideri di vita in abbondanza per tutti. Ci dicevano che loro “ci hanno creduto e hanno dato credito”, soprattutto agli ultimi, agli esclusi, ai poveri; sono loro che più di altri sognano, cercano, desiderano spezzare le armi e costruire vomeri, si impegnano per una pace e una speranza concreta. Perché sono loro che non hanno nulla da perdere, perché sanno cosa significa essere esclusi, perché non hanno altri interessi se non quello di un mondo migliore, giusto, equo, solidale, di pace e giustizia; perché “loro è il Regno di Dio” e a questo Regno che si fa accessibile hanno creduto.
Ci hanno testimoniato quella speranza capace di gesti concreti di “umanità”, gesti capaci di combattere una “economia che uccide”, attraverso un’economia diversa, giusta, etica, solidale, in cui sia possibile “investire in umanità” e vedere, in tutto questo, anche “segni del Regno” che si avvicina, si fa prossimo, accessibile e alla portata di tutti.
Il grano in attesa di maturazione richiama, allora, quel segno e sogno di speranza che è dono, e anche impegno di tutti a costruire un mondo più giusto e fraterno, mentre la colletta ci aiuta a sostenere e coltivare nuovi gesti di speranza con i nostri missionari, e con le comunità loro affidate. La viviamo insieme preparandoci e celebrando il Natale nella consapevolezza che “Non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della Rivelazione: il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia. Nei poveri Egli ha ancora qualcosa da dirci” (DT 5).



