Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
Cresima per 29 adulti nella solennità di Pentecoste

Sono 29 le persone, giovani e adulti, uomini e donne, che domenica mattina, 8 giugno, nella celebrazione solenne di Pentecoste, in cattedrale, hanno ricevuto la Cresima dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi.
Gli apostoli e Maria ricevono lo Spirito santo, 50 giorni dopo la risurrezione di Gesù, mentre erano tutti insieme in preghiera. E proprio quell’essere insieme è stato sottolineato dal Vescovo: “Siamo parte di un corpo meraviglioso che è il corpo di Cristo, siamo membra della Chiesa. Insieme riceviamo il dono dello Spirito Santo”. Certo, è qualcosa che ciascuno riceve per sua adesione personale, per un convinto atto di fede, ma “mai solo per se stesso e mai solo con se stesso. Non siamo una somma di isolati che ogni tanto devono confluire in una chiesa per fare delle cose insieme – ha ribadito mons. Tomasi -. Siamo un popolo, siamo delle comunità, siamo persone legate gli uni agli altri dallo stesso amore che è Dio, perché Dio è comunione di tre persone, Padre, e Figlio, e Spirito Santo. Noi siamo fatti per la relazione, perché la gioia è la relazione: con Dio, tra di noi, con tutti coloro che incontriamo, creati dallo stesso amore del Padre, con tutti coloro che condividono il dono dello Spirito nel Battesimo”.
Ecco, allora, il “mandato” ai neo cresimati: “Tornate alle vostre comunità e lì siate membra vive di questo corpo. Da soli non funziona, siamo fatti gli uni per gli altri, siamo fatti dall’amore eterno di Dio, siamo fatti di amore, anche quando è faticoso, anche quando è impegnativo”. Un dono ricevuto e da trasmettere agli altri, che tutti capiranno, perché “parleremo la lingua dell’amore, la lingua del desiderio profondo che è in ciascuna persona, essere amato e amare. per l’eternità”. Un impegno “missionario”, dunque, quello che il Vescovo ha dato a ciascuno e a ciascuna: “Come fai a sentirti amato e a non gridarlo al mondo, e non voler dare, alle persone che incontri, la stessa gioia, la stessa possibilità di incontrare il Signore? Di annunciare che Gesù Cristo, crocifisso, è risorto ed è vivo e opera nella nostra vita. Lui non ci lascia mai da soli, ha vinto la morte e dà un senso anche alle situazioni più buie e più oscure della nostra esistenza. Siate annunciatori come foste una lettera vivente inviata alle persone che incontrate. Il contenuto è la vostra vita assieme a Gesù Cristo. Questo diventa un annuncio, prima coi fatti, poi anche con le parole, con la vita e con la testimonianza”.