Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
In ascolto dei giovani
La veglia diocesana di Avvento ha raccolto un migliaio di giovani tra il chiostro del Seminario e il tempio di San Nicolò, prima tappa verso il Sinodo dei giovani. “Il Papa insegna a tutta la Chiesa a mettersi in ascolto dei giovani - ha detto il Vescovo -, per rispettare voi e quello che vi abita dentro; per volervi bene davvero”.

Sulle orme del discepolo amato, Giovanni, un migliaio di giovani della diocesi di Treviso sabato 2 dicembre ha iniziato il cammino verso il Sinodo dei Vescovi che si terrà ad ottobre del 2018. Il consueto appuntamento che la Pastorale giovanile offre alle porte dell’Avvento, la prima veglia dell’anno liturgico con il Vescovo, è anche la prima tappa che traccia la rotta nel percorso di preparazione all’evento del tutto straordinario voluto da papa Francesco.
Giovanni è stato scelto come figura esemplare del giovane che sceglie di seguire Gesù, ma prima di compiere la sua scelta definitiva di sequela, Giovanni incontra e ascolta Giovanni Battista, il quale gli indica che lì sta passando qualcuno di importante per lui e la sua vita. Egli si fida di ciò che ha ascoltato, lascia tutto ciò che aveva di sicuro e insegue il desiderio di felicità che abitava il suo cuore e che ha intuito vedendo Gesù.
Tutti noi abbiamo avuto modo di incontrare dei “Giovanni Battista” che ci hanno aiutato a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, e all’interno del chiostro maggiore del Seminario, attorno al Cero pasquale, sono state raccontate alcune storie di vita di tutti i giorni, accomunate da dei “Battista” che hanno saputo riconoscere nella quotidianità il Risorto. Dall’esperienza di servizio a dei ragazzi disabili, alla scelta dell’università, dal ricordo per la perdita di una persona cara e della sua fede, alla conversione del cuore dopo una confessione liberante. La consapevolezza di aver intuito qualcosa di bello per la vita di ognuno di noi, ci ha fatti incamminare dietro a quella luce splendente nella notte che è Gesù Cristo, rappresentato nella luce del Cero pasquale.
Gesù sa che viene seguito e chiede ai due discepoli “Che cosa cercate?”: la ricerca, dunque, mette in movimento i due discepoli. Anche il vescovo Gianfranco Agostino ha accolto i giovani nel tempio di San Nicolò con queste parole: “Il verbo decisivo in questo Vangelo è cercare. La persona umana, soprattutto quella che pensa, che si interroga, si sente come un pellegrino che, avvolto dal grande mistero del suo essere al mondo, ricerca il senso della vita”. Ma noi, che cosa cerchiamo? Chi cerchiamo nella nostra vita?
D’altronde, suggerisce mons. Gardin “il vero cristiano è tutta la vita un cercatore di Dio; e anche quando lo trova, sa che la sua ricerca non è mai conclusa, offre sempre capitoli nuovi, volti nuovi, scoperte nuove”. E poiché la ricerca è una caratteristica che contraddistingue i giovani di qualsiasi epoca e nazione, il Papa ha deciso di prendere sul serio quello che loro pensano e vivono. Per questo ha scelto di convocare un Sinodo dei vescovi dal titolo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Questo “camminare insieme” che rappresenta il Sinodo del tutto straordinario e per la prima volta incentrato sui giovani, vuole essere uno strumento per mettersi in ascolto gli uni gli altri, nell’ottica di una Chiesa che dialoga all’interno e con il Padre, attraverso lo Spirito Santo.
“Il Papa insegna a tutta la Chiesa a mettersi in ascolto dei giovani - dice il Vescovo -, perché i giovani hanno qualcosa da dire che domanda e merita di essere ascoltato. E questo - sia chiaro - va detto non per coccolarvi, e neppure per adescarvi o manipolarvi; ma per rispettare seriamente voi e quello che vi abita dentro; in fondo, per volervi bene davvero. Del resto la Chiesa si sente in cammino, percorre delle vie, e non cerca semplicemente di vivere in qualche modo, o di “vivacchiare”, nel presente, ma si preoccupa del futuro e si proietta nel futuro. Ma il futuro è espresso soprattutto da voi. Perché se il futuro ultimo, definitivo e decisivo, del credente si chiama Dio e il suo volto di misericordia e felicità, il futuro “penultimo” sono le generazioni nuove che giungono a far parte della Chiesa, anzi, che giungono sulla terra. Siete voi giovani”.
Gesù alla domanda curiosa dei due discepoli, Andrea e Giovanni, che gli chiedono “Dove abiti?”, risponde: “Venite e vedrete”. Allo stesso modo papa Francesco attende di incontrare tutti i giovani, nessuno escluso, i prossimi 11 e 12 agosto 2018 a Roma. “Così - ribadisce il Papa - anche attraverso il cammino di questo Sinodo, io e i miei fratelli Vescovi vogliamo diventare ancor più «collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1,24)”.
La veglia si è conclusa, sull’esempio dei discepoli che rimangono con Gesù per il resto della giornata, con il “restare” in questa relazione d’amore che è la preghiera, affidando nelle mani di Dio Padre i giovani di tutto il mondo, la Chiesa, il Papa e i Padri sinodali.
Il cammino insieme continuerà con l’itinerario delle veglie con il Vescovo, ci saranno una fase di ascolto dei giovani nelle piazze e nelle scuole, il pellegrinaggio diocesano da Aquileia a Treviso dal 6 al 10 agosto, per terminare con l’incontro con il Papa.