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Da Picasso a Van Gogh: inaugurata la mostra dalle grandi attese

Le storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo ospitate al museo di Santa Caterina di Treviso fino al prossimo 10 maggio.

È stato un lungo count down, a tratti appassionante, con varie e diversificate presentazioni, dall’annuncio della mostra ancora un anno fa, più o meno, alle attese delle categorie che l’hanno sostenuta anche economicamente, allo spettacolo nel teatro Del Monaco fino all’apertura delle casse contenenti i quadri, il tutto riportato con dovizia di particolari dalla stampa. Ora, finalmente, adeguatamente creato il climax, ci siamo: la mostra “Da Picasso a Van Gogh. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo”, capolavori dal Toledo Museum of art, è stata presentata questa mattina, giovedì 13 novembre nel museo di Santa Caterina, in anteprima ai giornalisti e a tutti coloro che l’hanno sostenuta, sponsor istituzionali e sponsor privati. Tantissime le persone che hanno assistito ai saluti, a iniziare da quelli del sindaco Mario Conte, ai doverosi ringraziamenti, alla presentazione del museo di Toledo, in Ohio, da parte di Andrea Gardner, giovane direttrice. In particolare ha sottolineato la politica del museo, dalla sua fondazione 25 anni fa, di rendere l’arte accessibile a tutti. Ecco, allora, le mostre viaggianti come questa, che arriva dalla Nuova Zelanda e che, dopo Treviso, andrà in Australia: quadri viaggianti anche grazie all’importante ammodernamento e ampliamento che il museo sta avendo. Nel capoluogo della Marca è giunta per conoscenze, tra Marco Goldin e Anna Bursaux, amministratrice delegata del Museum Box, principale partner per le mostre itineranti dei musei. Ma dal Toledo museum of art a Treviso era già giunta, nel 2000, un’opera, presente anche in questa mostra, “Gli spaccapietre” di Jean-François Millet. Una conoscenza e una reciproca stima che hanno permesso a Goldin di richiedere quattro quadri “extra” pacchetto, presenti solo qui a Treviso.

E, prima di accompagnare i presenti a una seguitissima visita guidata, il curatore Goldin ha voluto, ancora una volta, precisare quanto di personale ha messo in questa esposizione: “Chi mi conosce sa che non amo le mostre a scatola chiusa. Per questo ringrazio il museo di Toledo per avermi permesso una rivisitazione completa”. E cioè partire col percorso dell’esposizione, “dalle opere più vicine a noi, per far capire come la storia dell’arte si sia manifestata in questo modo, andando a ritroso”. In aggiunta, in molte sale, anche delle riproduzioni di quadri per far vedere come altri autori abbiano interpretato lo stesso temo

Ecco quindi la prima sala con l’astrazione americana del secondo Novecento, da Richard Diebenkorn, autore del quadro di apertura, Oceaa Parks n. 32 del 1970 a Morris Louis, da Ad Reinhardt a Helen Frankenthaler, per transitare, poi, ad alcune esperienze capitali dell’astrazione invece europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, per approfondire quindi il passaggio dal ‘900 all’’800 e di seguito i tre grandi temi: la natura morta, le figure e i ritratti, i paesaggi.

Nel primo caso, compaiono due tra i maggiori artisti che nel XX secolo si sono dedicati alla natura morta, come Giorgio Morandi e Georges Braque, mentre Henri Fantin-Latour e Camille Pissarro, nel pieno tempo della formazione del gruppo impressionista, dicono, e specialmente il primo, della raffinatezza cui questo tema conduceva i migliori tra i pittori.

Molto ampia, la sezione dedicata ai ritratti, alle figure e alle figure ambientate che propone un’emozionante sequenza di opere, a partire da Matisse, Bonnard e Vuillard, per giungere a De Chirico e Modigliani e a uno splendido Picasso cubista del 1909.

Poi la relazione, sul tema delle figure all’aria aperta, tra gli impressionisti d’oltreoceano e gli impressionisti francesi, con opere di William Merritt Chase, Berthe Morisot, Camille Pissarro per approdare a Courbet e Millet. I capi d’opera di Pierre-Auguste Renoir, Edouard Manet e Edgar Degas danno ulteriore valore spettacolare e assoluto a questa sezione.

Anche la parte dedicata al paesaggio, quella che chiude la mostra, ha i caratteri dell’eccezionalità. Dapprincipio con le visioni che alcuni pittori, in modo assai diverso l’uno dall’altro, dedicano a Venezia (Signac) o a Parigi (Delaunay e Léger) per godere poi di una sequenza strepitosa di paesaggi impressionisti e post-impressionisti. Tra essi una delle più belle, e ultime, versioni delle Ninfee di Monet, accanto a capolavori di Gauguin, Whistler, Cezanne, Caillebotte, Renoir, Sisley.

Infine, su una parete isolata, quel Campo di grano con falciatore a Auvers con cui Van Gogh dà l’addio alla vita. “Vincent van Gogh - spiega Goldin -, a cui è interamente dedicato l’ultimo spazio della mostra, è omaggiato anche con un film di mezz’ora, appositamente scritto da me e realizzato per questa circostanza, da vedere nella sala video accanto al quadro. Due opere lontane ottant'anni e diverse nello stile, ma accomunate dalla tensione emotiva del giallo e dell’azzurro”.

La mostra, che sarà di richiamo anche per i turisti che si avvicineranno al capoluogo della Marca per assistere alle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, si potrà ammirare da sabato 15 novembre fino al 10 maggio 2026, museo di Santa Caterina, con orario da martedì a giovedì 9-18, da venerdì a domenica 9-19, prenotazione su www.lineadombra.it.

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