Penso che molti, come me, siano rimasti inizialmente un po’ sorpresi dalla elezione al pontificato del...
In tutta Europa è “crisi abitativa”. Tra Ue e Stati membri qualcosa si muove

L’emergenza casa è ormai segnalata tra le priorità dell’Unione europea, delle sue istituzioni e di molti suoi Stati membri. Alloggi - in affitto o in vendita - improponibili per una larga parte della popolazione Ue; giovani coppie che non possono sposarsi senza un’abitazione; famiglie che non riescono più a pagare le rate dei mutui. E, da non trascurare, un numero elevatissimo di persone senzatetto. Il fenomeno è ormai noto (benché vi siano situazioni differenti tra i Paesi membri), tanto che sia a Bruxelles - dove esplicitamente si parla di “crisi abitativa - sia in diverse capitali europee si stanno cercando delle risposte. Non semplici da trovare, anche perché sul settore edilizio-abitativo non si può certo intervenire efficacemente dall’oggi al domani. Considerando, fra l’altro, che gli interessi in gioco sono molti, anche in ragione della speculazione.
Il 4 giugno era in calendario a Bruxelles, presso il Parlamento europeo, una giornata di confronto tra i rappresentanti delle istituzioni europee e quelli di chiese, associazioni religiose e organizzazioni filosofiche e non confessionali “con l’obiettivo di approfondire il dibattito sui temi legati alle problematiche abitative”. “Alloggi nell’Ue: strategie per un’Europa al servizio delle persone, delle famiglie e delle giovani generazioni”, il titolo dell’evento, promosso all’interno dell’articolo 17 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che istituzionalizza il “Dialogo con le chiese, le associazioni o comunità religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali”. Tra i partecipanti la stessa presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
Il 4 giugno si è chiusa, inoltre, una prima consultazione, questa volta avviata dalla Commissione Ue, proprio sul problema-casa. Era stata avviata un mese prima sulla base di alcuni numeri inequivocabili: “Al netto dell’inflazione, i prezzi delle case sono aumentati di oltre il 20% dal 2015; gli affitti nelle principali città sono aumentati fino al 48% per un appartamento con una camera da letto tra il 2014 e il 2023; gli investimenti complessivi in edifici residenziali, al netto dell’inflazione, sono diminuiti del 6% dal 2022 al 2024”. Ancora, secondo dati forniti dalla Commissione: “Il 17% della popolazione Ue vive in case sovraffollate; i permessi per costruire edifici residenziali sono diminuiti di oltre il 20% dal 2021”. Non ultimo: “Il problema dei senzatetto riguarda tutti gli Stati membri ed è aumentato notevolmente nell’ultimo decennio”.
L’Esecutivo ha dunque raccolto pareri da enti pubblici, imprese, associazioni, politici tramite una consultazione on line, della quale si attendono gli esiti. “Migliorare l’accessibilità economica degli alloggi è una priorità politica” aveva spiegato il commissario per l’edilizia abitativa, Dan Jørgensen (per la prima volta, appare questa delega all’interno del Collegio dei commissari).
Non va trascurato che il 24 marzo scorso la task force per l’edilizia abitativa della Commissione europea e la nuova “commissione speciale per l’edilizia abitativa” dell’Eurocamera avevano tenuto congiuntamente una conferenza per discutere proprio della crisi abitativa e di ciò che l’Ue27 può fare in proposito. Nel corso del 2025 la Commissione “guiderà un dialogo sugli alloggi a prezzi accessibili per affrontare un problema che riguarda milioni di europei”.
Nei mesi scorsi l’Esecutivo ha assunto alcune decisioni in materia di alloggi: nel frattempo sta istituendo un Consiglio consultivo per l’edilizia abitativa, i cui 15 membri formuleranno raccomandazioni politiche indipendenti sul piano per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili.