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Suora comboniana di Santa Lucia di Piave uccisa in Mozambico

Suor Maria De Coppi, 83 anni, da 59 viveva nel Paese africano. E' morta nella notte a causa di un attacco terroristico, nella missione di Chipene. Il cordogglio del vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo e del presidente della Cei Zuppi.

07/09/2022

Nella notte tra il 6 e il 7 di settembre la missione di Chipene, in Mozambico, dove opera, insieme a due sacerdoti fidei donum della diocesi di Concordia-Pordenone, suor Maria De Coppi, 83 anni, trevigiana, è stata attaccata: incendiata la struttura del collegio maschile, derubate e distrutte gran parte delle realizzazioni della missione. Don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel sono salvi, purtroppo è stata uccisa suor Maria, comboniana, classe 1939, nata a Santa Lucia di Piave (diocesi di Vittorio Veneto) e trasferitasi poi con la famiglia a Ramera. In base alle notizie giunte, sembra che l’attacco sia stato perpetrato da alcuni terroristi. Suor Maria prestava servizio nella provincia di Nampula.

Era da 59 anni in Mozambico, che aveva raggiunto per la prima volta nel 1963 dopo un viaggio in nave di 31 giorni. Al tempo, il Mozambico era una colonia portoghese: dopo aver conquistato l’indipendenza, fu attraversato da una lacerante guerra civile. Suor Maria, ormai, si sentiva «parte di quella terra e di quel popolo in mezzo al quale ho vissuto la mia vita». Suor Maria aveva prestato servizio in varie missioni della provincia di Nampula.

“Gli ultimi due anni sono stati molto duri – raccontava in un’intervista a «La tenda tivù» –. Al nord del Paese è in corso una guerra per i giacimenti di gas e la gente soffre e scappa: nella mia parrocchia ci sono 400 famiglie che arrivano dalla zona di guerra. Poi è venuto il ciclone. Infine, l’anno scorso la siccità si è prolungata per tanto tempo. Oggi a Nampula c’è una estrema povertà”.

Dei 58 anni trascorsi in Mozambico la religiosa ricordava in particolare un giorno, il 4 ottobre 1992. Nel giorno della festa di San Francesco venne firmato l’accordo di pace che pose fine a 17 anni di guerra civile con centinaia di migliaia di morti e 3-4 milioni di sfollati interni e profughi nei Paesi confinanti. “Ero in missione - raccontava suor Maria - e venne un catechista avvisandoci che stava arrivando un gruppo di guerriglieri ReNaMo, ma ci disse di non scappare, perché era stato sottoscritto l’accordo di pace. Con noi c’erano anche militari. Abbiamo preso paura, perché temevamo le solite violenze. Invece i guerriglieri sono venuti da noi e dai militari e ripetevano «Pace, pace». Un militare ha comprato dei prodotti tipici e li ha offerti ai guerriglieri. Tutti danzavano e io mi domandavo se era realtà o sogno, perché fino al giorno prima i guerriglieri rapivano e uccidevano”.

Il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, esprime tutto il suo personale cordoglio: “Nell’affidare l’anima di suor Maria al Signore, penso al dolore di tante persone che la conoscevano e la stimavano; penso al dolore dei suoi familiari, delle consorelle del suo Istituto religioso. Invoco dal Signore il dono della sua consolazione e del suo conforto su tutte queste persone e sull’intera nostra comunità diocesana”. Il vescovo aggiunge: “contemporaneamente esprimo la convinzione che una vita offerta totalmente in dono, fino alla morte, com’è stata quella di suor Maria, potrà certamente essere seme fecondo di vita, di speranza e di amore per tutte le persone alle quali ha offerto il suo servizio di missionaria”.

Dichiara il presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi: “Preghiamo per suor Maria, che per sessanta anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza.

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