Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
La storia: Giulia e l'Ilyushin
Studentessa dell'Istituto aeronautico Malignani di Udine partecipa al restauro di un aereo russo a Castello di Godego con l’ex comandante Alitalia ed ex pilota militare Paolo Pallaro

Sogna, a diciassette anni, di diventare pilota… intanto si sporca le mani restaurando il mitico bombardiere russo Ilyushin. Piano piano questo sogno si sta avverando per Giulia Betteto 17 anni, di Trebaseleghe, promossa al quarto anno dell’Istituto aeronautico Malignani di Udine (due ragazze in classe su 25 studenti), che sta passando l’estate a Castello di Godego, a restaurare un vecchio Ilyushin destinato ad arricchire la mostra statica di aerei dell’ex comandante Alitalia ed ex pilota militare Paolo Pallaro, ora in pensione.
La mostra è allestita nel parco della birreria Pedavena di Godego, dove appunto c’è anche il cantiere per il recupero di questo gigante dell’aria, già gioiello dell’aviazione russa. “Un’esperienza incredibile per me mettere mano su questi motori - spiega Giulia, con gli occhi che le brillano -, quasi un sogno che si realizza, perché sto mettendo in pratica quello che finora ho studiato sui libri. Poi, con un insegnante come il comandante Pallaro sto acquisendo nozioni ed esperienze dal valore inestimabile”.
Questa storia, che vede protagonista una ragazza alle prese con i suoi sogni che piano piano si stanno realizzando, è piena di valore e valori. Infatti, il comandante Pallaro aveva recuperato questo vecchio velivolo del 1948 da un’asta al museo di Rimini. Un velivolo smontato in tanti pezzi e trasportato a Godego nel parco della birreria, per essere rimontato.
Un lavoro lunghissimo, iniziato lo scorso anno e che probabilmente sarà terminato la fine del prossimo. Spiega il comandante Pallaro: “Il mio amico Luciano Tricornia di Noale, fondatore del club delle Frecce Tricolori locale, mi aveva segnalato questa ragazzina che aveva una voglia matta di sporcarsi le mani su un aereo e toccare con mano quello che stava studiando. Così, a inizio estate è arrivata Giulia…”. Fisico minuto, occhi svegli, risposte pronte e ragionate, Giulia racconta la sua felicità nello stare vicino a questi giganti dell’aria: “Il primo impatto è stato strano, perché questo aereo è davvero grande (22 metri di apertura alare per 18 di fusoliera). Poi, quando ho cominciato a metterci le mani, è stato bellissimo. Fin da piccola sognavo di fare la pilota o l’astronauta, seguendo le imprese di Samantha Cristoforetti, o di lavorare sugli aerei, sui motori e ora mi sembra quasi di averlo realizzato… ma so che ne ho di strada da fare ancora”.
Infatti Giulia, conclusa la sua esperienza godigese, dovrà affrontare il quarto anno e poi la maturità: “Poi tenterò la strada per diventare pilota. Se questa non andasse vorrei frequentare il triennio (laurea breve) dell’Its per poter lavorare proprio sui motori degli aerei militari o civili. Infatti, mi piace molto mettere mano su questi motori, sporcarmi le mani insomma…”. Come sta facendo in queste settimane a Godego: “E mi ritengo fortunata, perché questa è una grande esperienza. Quando arrivo al mattino facciamo il piano di lavoro della giornata e si inizia. Se c’è qualche intoppo o contrattempo ci mettiamo a studiare i pezzi per cercare di superarlo, insomma tutto molto interessante”.
L’Ilyushin, una volta restaurato, potrà fare bella mostra di sé nell’esposizione statica di Godego che già ospita già un F104, G91, Firechild UC61 (1939) e due motori Ilyushin Klimov MK1. Si tratterà del più grosso velivolo esposto in un museo privato d’Europa, e una ragazzina piena di sogni di nome Giulia ha avuto un ruolo fondamentale in questo record.