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Le prime messe dei nostri nuovi sacerdoti. Sul sagrato per la celebrazione di don Matteo Bettiol a Casale sul Sile
“Più si guarda alla comunità più è bello celebrare insieme, vorrei dire grazie a tutti perché l’Eucaristia è rendere grazie"

Una bellissima e partecipata celebrazione quella vissuta domenica scorsa dalla comunità parrocchiale di Casale sul Sile all’aperto, nel bellissimo e ombroso prato antistante alla chiesa, in occasione della prima messa del casalese don Matteo Bettiol, consacrato sacerdote il giorno prima nel tempio di San Nicolò dal vescovo di Treviso Michele Tomasi.
Alla presenza del sindaco, Stefano Giuliato, parenti, amici, presbiteri del Seminario, seminaristi e parroci presenti e passati della parrocchia, a partire dall’attuale, don Daniele Michieli, il nuovo sacerdote diocesano ha potuto sentire concretamente l’affetto, l’emozione e la preghiera per lui e la sua vocazione iniziata da quando era bambino.
Prima della fine della celebrazione, allietata dai canti di un coro giovane e numeroso, don Matteo ha voluto salutare tutti i presenti: “Più si guarda alla comunità più è bello celebrare insieme, vorrei dire grazie a tutti perché l’Eucaristia è rendere grazie: ho tanto da ringraziare. Grazie a questa comunità di Casale e Bonisiolo, grazie al Signore perché è stato fedele, mi ha donato quello che mi ha promesso. Ringrazio la mia famiglia: l’amore di Dio non è una bella invenzione, ne ho sentito sempre il profumo e la gioia a casa mia. Grazie ai sacerdoti che ho avuto come fratelli maggiori: tanti, fin dal battesimo, mi hanno accompagnato in questi anni. Grazie agli educatori del Seminario di questi ultimi 15 anni: con discrezione vi siete posti accanto alla mia vita lasciandomi la libertà di seguire Gesù. Ringrazio tutti i ragazzi del Carcere minorile di Treviso che ho incontrato perché mi hanno dato una grande testimonianza: Dio si prende cura dell’umanità, tutta, fino in fondo, vi chiedo di pregare per loro. Nella mia storia ho capito che nessun prete lo diventa da solo: una grande orchestra suona bene solo insieme, l’autore della mia “musica” è Dio e così mi sento di augurare a ciascun giovane di sentire che musica può suonare per Lui; è un viaggio, cari amici, per scoprire che uomini e donne siamo realmente”.
Don Flavio Schiavon ha introdotto il novello sacerdote, e nell’omelia ha detto tra l’altro: “Uno entra in Seminario a 16 anni magari perché si gioca tanto, per le amicizie, per tanti altri motivi... oppure può decidere anche di non entrare a un’età così giovane, ma mi ricordo molto bene la tua risposta da sedicenne: “Voglio seguire Gesù”. Grazie don Matteo! Ho profonda ammirazione e gratitudine per i chiamati della prima ora, quelli della comunità ragazzi e giovanile, perché, con la loro semplice presenza, senza dire tante parole, sono garanzia che la vocazione, ogni vocazione, anche quella matrimoniale, non è una nostra costruzione, ma nasce, è plasmata, da Gesù che chiama”.
La prima messa di don Matteo Bettiol si è conclusa con un lungo applauso, alcune foto e tanti momenti di saluto personale celebrati all’aperto.