lunedì, 19 maggio 2025
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Marcon, iniziato il risanamento dell'area Ex Nuova Esa

La prima fase delle attività prevede l’allontanamento del cumulo di rifiuti di materie plastiche, stoccato nel piazzale esterno, di circa 3.000 tonnellate. Oltre il 90% del volume (5.100 mc) è costituto da plastica e gomma proveniente dalla raccolta differenziata, che verranno trasportati e smaltiti presso la discarica tattica di Sant’Urbano.

Sono iniziati i lavori di risanamento dell’area ex-Nuova Esa nei territori compresi tra i Comuni di Marcon (VE) e Mogliano Veneto (Treviso). Questa mattina l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Roberto Marcato, insieme ai tecnici della Regione e di Veneto Acque, e ai rappresentanti di tutte le amministrazioni e autorità coinvolte ha effettuato un sopralluogo.

“Questo è un momento molto importante – ha sottolineato l’assessore regionale – è stato avviato un intervento di risanamento che la Regione ha fortemente voluto, sulla quale sono stati investiti complessivamente oltre 5 milioni 335 mila euro di risorse pubbliche. Rammarica pensare che chi ha causato il danno non paghi e che sia, ancora una volta, la collettività a pagare. Ma come Regione siamo soddisfatti e orgogliosi di avere dato tempi certi e velocissimi per poter restituire l’area ai cittadini e al territorio.”

La prima fase delle attività prevede l’allontanamento del cumulo di rifiuti di materie plastiche, stoccato nel piazzale esterno, di circa 3.000 tonnellate. Oltre il 90% del volume (5.100 mc) è costituto da plastica e gomma proveniente dalla raccolta differenziata, che verranno trasportati e smaltiti presso la discarica tattica di Sant’Urbano (PD). La seconda fase di intervento prevede lo smantellamento di circa 50 serbatoi ancora parzialmente riempiti di prodotti e sostanze derivanti dall’attività della Nuova Esa, per cui Veneto Acque ha già avviato la progettazione delle attività prevedendo di affidare i lavori di demolizione entro il mese di giugno.

Le attività di bonifica proseguiranno nel corso del 2019 e del 2020, con l’obiettivo di allontanare tutti i rifiuti posti sotto sequestro nell’area in questione per procedere, poi, alla caratterizzazione del suolo e del sottosuolo e restituire l’area agli usi legittimi.

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