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Ormelle: dopo la mancata fusione di parla di Unione dell'Opitergino-Mottense

Dopo il recente fallimento del progetto fusione, il clima politico a Ormelle e San Polo sembra seguire più direzioni. Lega Nord di Ormelle ha da poco lanciato una proposta di federazione per la zona dell’Opitergino-Mottense.

27/02/2014

Dopo il recente fallimento del progetto fusione, il clima politico a Ormelle e San Polo sembra seguire più direzioni. Tra i primi a commentare l’esito della votazione era stato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che appoggiava la fusione, seguito solamente dal 25 per cento degli aventi diritto al voto. “Dato che la sovranità è del popolo, la sua decisione non si discute - aveva affermato Zaia - nonostante questo, la fusione permetterebbe di governare un ente locale con maggiore efficacia”.
Il sindaco Manente, dal canto suo, ha ritirato le deleghe agli assessori anti-fusione Zanella e Lorenzon, ed ha sottolineato il probabile aumento del contributo fiscale pro capite, che potrebbe limitare anche i contributi da elargire alle varie associazioni. Anche la Cgil di Treviso, sostenitrice della fusione, che si dichiara amareggiata ma non sconfitta, ha indicato che qualora il referendum avesse dato esito positivo, il Lia Piave avrebbe ottenuto circa 500 mila euro di finanziamenti cosa che avrebbe permesso di ottimizzare le risorse. Secondo la Cgil, inoltre, la fusione avrebbe arginato l’inevitabile blocco della assunzioni che su un organico di 6.500 dipendenti pubblici potrebbe causare la perdita di almeno 560 posti di lavoro. Per quanto riguarda l’opinione dei cittadini, invece, la palla rimbalza tra chi teme che presto o tardi la fusione verrà imposta e chi spera in un nuovo progetto ben strutturato.
In ogni caso, il futuro amministrativo dei due enti verrà ripreso a breve, dato che a maggio si terranno le elezioni per entrambi i comuni. A questo proposito, Lega Nord di Ormelle ha da poco lanciato una proposta di federazione per la zona dell’Opitergino-Mottense. In questo modo sarebbe possibile attuare economie di scala e politiche di sviluppo del territorio, tenendo conto della riforma delle province che è oramai all’orizzonte. Ad appoggiare la proposta anche Luca Gerotto, segretario di sezione, secondo il quale è indispensabile comprendere a cosa sia dovuto l’esito del referendum ed individuare un nuovo progetto. Secondo Gerotto, una modalità potrebbe essere quella di ripartire dall’unione, sistemando quegli aspetti di gestione che non hanno funzionato e demandando le decisioni amministrative ad un unico consiglio.
Le polemiche intanto non si fermano: sulla scia della bocciatura del Lia Piave, oggetto dibattito è anche il referendum che si terrà il 9 marzo per la nascita di Terralta Veneta, il nuovo ente pensato per i comuni di Villorba e Povegliano.

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