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Visita pastorale a Mogliano: otto comunità in cammino

Mercoledì 19 febbraio il vescovo inizia la Visita nella futura Collaborazione di Mogliano. Otto le parrocchie coinvolte, che hanno iniziato un percorso comune in alcuni ambiti, a cominciare dalla carità e dalla Pastorale giovanile.

Il viavai è continuo: ci sono le persone che vanno al patronato Acli, gli operatori della Caritas e le assistenti sociali che si incontrano e altri che portano materiale per il Centro di ascolto. La bella sala a piano terra del nuovo centro parrocchiale di Mogliano ha due pareti finestrate dalle quali si può notare questo “traffico” di persone indaffarate fin dal mattino presto. Un centro nevralgico per l’intero territorio, che trasmette immediatamente l’impressione di una chiesa viva, attenta alla realtà e solidale. D’altronde, in una realtà come Mogliano Veneto, quasi 30.000 abitanti, le parrocchie sono davvero in prima fila su molti fronti, da quello educativo a quello dell’accoglienza e della solidarietà. “Siamo preoccupati, in senso buono - sottolinea don Samuele Facci, parroco di Santa Maria Assunta e San Marco -, di essere presenti nella realtà per fare una proposta significativa al mondo d’oggi, una proposta di senso e di verità. Ci chiediamo anche se non sia il tempo di recuperare, come Chiesa, a tutti i livelli, un certo spirito critico nei confronti della realtà, di fatti e atteggiamenti che umiliano le persone e la loro umanità”.
Cinque parroci
La futura Collaborazione pastorale di Mogliano Veneto, che da mercoledì 19 febbraio vivrà la Visita del Vescovo, è formata da otto parrocchie, guidate da sette sacerdoti, cinque parroci (nelle foto in alto), tre dei quali reggono due comunità, un vicario parrocchiale (don Marco Cescut) e un collaboratore pastorale (don Elio Girotto): la parrocchia centrale di Santa Maria Assunta, San Marco, Sant’Antonio, Sacro Cuore, Mazzocco, Zerman, San Carlo e Campocroce. Rispetto ai confini comunali manca solo Bonisiolo, che fa parte della futura Collaborazione di Casale sul Sile.
La crisi economica e sociale ha investito anche questo territorio, pur se a macchia di leopardo, con sacche di grande difficoltà e a tratti di degrado, e altre realtà in cui singoli e famiglie vivono molto bene, senza aver dovuto cambiare il proprio tenore di vita.
L’impegno per le povertà
Ma questa situazione ha dato vita anche ad una generosità straordinaria, a un’attenzione particolare a chi non ce la fa, con il coinvolgimento di moltissimi volontari. In un solo anno i contributi economici della Caritas a favore di famiglie in situazioni di povertà sono passati nella parrocchia di Santa Maria Assunta da seimila a ventunomila euro, in quelle di Sant’Antonio e Sacro Cuore da duemila a ottomila euro. Sono stati ben 70.000 i contributi totali erogati dalle Caritas parrocchiali nel 2013, 25.000 in più dell’anno precedente, senza contare le borse alimentari e il vestiario. Un “capitolo” di spesa in ambito sociale che spesso fa da supplenza agli enti pubblici, e contribuisce a sostenere le famiglie in difficoltà. Non sono poche anche le situazioni di solitudine e di sofferenza psicologica di piccoli e medi imprenditori, anch’essi seguiti da una rete messa in campo da sacerdoti e Caritas.
“Sarebbe importante che questa crisi economica - sottolinea don Paolo Pigozzo - potesse innescare nella vita di noi cristiani scelte di maggiore sobrietà, di gestione diversa delle risorse, di condivisione con chi ha meno, di vicinanza a chi soffre per la perdita del lavoro. Daremmo una testimonianza credibile della nostra fede”, perché “la cartina di tornasole dell’esperienza cristiana è la carità, e la carità riguarda tutti, non è una questione solo della Caritas”, aggiunge don Samuele. Un piccolo segno che qualcosa sta cambiando nello stile di vita delle famiglie lo ha notato don Marco Cescut, salesiano, vicario parrocchiale a Mogliano: “I ragazzi che partecipano alle attività estive sono meno viziati di qualche tempo fa, magliette e scarpe firmate sono più rare, c’è una sobrietà maggiore nelle famiglie che si riverbera positivamente anche sui giovanissimi”.
In ambito sociale, di sostegno alle persone in difficoltà, di promozione del mondo giovanile e del volontariato, la collaborazione con gli enti pubblici locali è storicamente molto solida, sancita anche dal progetto Leva civile, gestito in partnership con la Caritas Moglianese e il Centro “Cospes” di Mogliano.
La formazione
In tutte le comunità ci sono percorsi di formazione alla fede per i bambini e i ragazzi (“cominciamo a chiederci se l’investimento non sia sbilanciato su di loro, rispetto ai giovani-adulti” sottolineano i sacerdoti). La catechesi spesso coinvolge anche i genitori, e c’è un tentativo di armonizzare gli orari degli incontri, mentre è già stata unificata l’età dei sacramenti.

Anche altre realtà pastorali sono ben avviate verso la collaborazione. “Spesso si tratta della ripresa di un cammino già iniziato qualche tempo fa” spiega don Giuseppe Durigon, parroco di Mazzocco. Tra le realtà in cui si collabora maggiormente c’è la pastorale  giovanile (gli scout di Mogliano 1 e Mogliano 2 rappresentano una collaborazione ante litteram), la pastorale famigliare e la formazione degli adulti, in particolare con il cammino seguito da don Roberto Cavalli, che coinvolge molte persone per un percorso pluriennale.
“La Visita del Vescovo potrà certamente dare un’accelerazione ad una collaborazione che è già solo in parte avviata - ricorda don Samuele -, tenendo conto della particolare realtà di Mogliano, che ora vede l’organizzazione delle parrocchie prendere una piega diversa da quella intrapresa appena 40 anni fa”.
“Questo è un  territorio con la sindrome di Penelope - spiega don Paolo -, dove si sono fatti e disfatti progetti e strategie pastorali. Le parrocchie «nuove» sono nate alla fine degli anni ‘60, S. Marco addirittura alla fine degli anni ‘70, con uno strascico anche di sofferenza nelle persone, rispetto ai riferimenti comunitari. Ora torniamo in qualche modo «tutti insieme», nella logica bella della Collaborazione, ma non possiamo non tenere conto di un certo disagio. La gente si chiede se facciamo sul serio, se questo è un percorso senza ritorno”.
Certo le forze in campo sono numerose e ben motivate, con un laicato molto presente e impegnato. C’è poi una piccola comunità di cooperatrici pastorali diocesane, con Tadiana Saccon e Sara Marton che vivono nella canonica di Zerman, impegnate in particolare nella catechesi e con i giovani. “Con il cambio dei sacerdoti che c’è stato in questi anni, loro e le altre cooperatrici che le hanno precedute hanno rappresentato la continuità in questo territorio” riconosce simpaticamente don Giuseppe. Presenti nelle perrocchie anche alcune comunità religiose: le due comunità salesiane dell’Astori e della Comunità proposta, le Salesiane Oblate a Zerman, le Pastorelle Suore di Gesù Buon Pastore a Mogliano, le suore Dorotee che prestano servizio all’istituto Gris, dove è assistente don Davide Giabardo. Una realtà importante che nel tempo ha subito molte trasformazioni e che oggi accoglie soprattutto disabili anziani.

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